La ragazza del mare: la storia vera dietro al film Disney+

Ripercorriamo la storia di Trudy Ederle, nuotatrice a cui Disney+ dedica un film biopic, disponibile dal 19 luglio 2024.

La ragazza del mare racconta un’emozionante storia vera e di coraggio, quella di Trudy Ederle. Daisy Ridley interpreta la protagonista del film Disney+, disponibile dal 19 luglio sulla piattaforma di streaming. Forte e determinata, fin da giovanissima Trudy ha dimostrato di avere una grande forza di volontà. Nata in una società ancora fortemente ancorata alle tradizioni, che rilega le donne al solo ruolo di mogli e madri, la ragazza sfida tutte le convenzioni per realizzare un’impresa: attraversare a nuoto il canale della Manica. Finora solo uomini hanno tentato l’avventura, ma molti di loro hanno dovuto rinunciare. Con quest’impresa, Trudy Ederle entrò nella storia, cambiando per sempre la concezione dello sport per le donne. In questo focus ripercorriamo la vera storia della nuotatrice a cui è dedicato il film La ragazza del mare con Daisy Ridley.

Trudy Ederle: da bambina prodigio a giovane campionessa

Trudy Ederle; cinematographe.it

Gertrude “Trudy” Ederle nasce a Manhattan il 23 ottobre 1905 da genitori tedeschi immigrati. Fin da piccola si dimostra interessata al nuoto, tanto da iscriversi, a soli 12 anni, alla Women’s Swimming Association (WSA), dove impara il crawl all’americana – uno dei quattro stili liberi, considerato il più veloce. Nel film La ragazza e il mare ci viene raccontato che, pur avendo grande tenacia e voglia di fare, Trudy inizialmente non aveva la tecnica adatta per nuotare, e la imparerà solo allenandosi duramente. La vera Trudy, nel 1917 è già una ragazzina prodigio: in quello stesso anno stabilisce il suo primo record mondiale negli 880 metri stile libero, e diventa la più giovane detentrice del record mondiale nel nuoto. In seguito, Trudy infrange ulteriori otto record mondiali, sette dei quali a Brighton Beach nel 1922. Dal 1921 al 1925, la Ederle detiene 29 record tra nazionali (negli Stati Uniti) e mondiali.

Il 1924 è un anno cruciale per Trudy. In quell’anno viene scelta tra le poche donne per gareggiare alle Olimpiadi di Parigi. Per la giovane promessa del nuoto è l’occasione della vita, perché può mettersi realmente in mostra e dimostrare le sue capacità. Nella staffetta 4×100 metri stile libero, la sua squadra tutta al femminile vince una medaglia d’oro. Alla finale dell’evento, stabiliscono un nuovo record mondiale di 4:58.8. Individualmente, Trudy arriva terza nei 100 metri stile libero femminile, e nei 400 metri stile libero femminile.

La preparazione per la traversata a nuoto del Canale della Manica

“Una passeggiata di riscaldamento”: così il nipote di Trudy Ederle, Bob, descrisse la prima impresa di sua zia. Un anno dopo le Olimpiadi, Trudy stabilisce un altro record nuotando per 22 miglia (35 km) da Battery Park a Sandy Hook in 7 ore e 11 minuti; il record rimane imbattuto per 81 anni (venne poi battuto dalla nuotatrice australiana Tammy van Wisse). Trudy è ormai pronta per la grande impresa: attraversare a nuoto il Canale della Manica. Dopo aver avuto l’approvazione della Women’s Swimming Association, la giovane e la sua collega Helen Wainwright avrebbero dovuto tentare insieme la traversata. Quest’ultima, però, annulla l’impegno a causa di un infortunio. La Ederle quindi si reca a Parigi da sola, dove viene allenata da Jabez Wolffe, ex nuotatore che aveva tentato di attraversare la Manica a nuoto ben 22 volte, tuttavia fallendo sempre.  

Il 18 agosto 1925, Trudy compie il suo primo tentativo, ma viene squalificata quando Wolffe ordina a Ishak Helmy, un altro nuotatore, di recuperarla in acqua. Non è mai stato confermato, ma sembra che il suo allenatore non volesse che la ragazza avesse successo. Tornata sconfitta a New York, Trudy non si arrende e ci riprova l’anno successivo, stavolta grazie agli allenamenti di Bill Burgess che aveva attraversato con successo la Manica nel 1911, e la prende sotto la sua ala protettiva. Nel 1926, Trudy ritenta l’impresa: parte da Cape Gris-Nez in Francia alle 07:08 del 6 agosto 1926 e sbarca a Kingsdown, nel Kent, 14 ore e 34 minuti dopo. Prima di lei, solo cinque uomini avevano completato la traversata. La Ederle fece ancora meglio, riuscendoci in circa due ore in meno dal precedente record (quello di Enrique Tirabocchi).

Da nuotatrice di successo ad allenatrice per bambini sordi

Trudy Ederle storia vera; cinematographe.it

Il morbillo, che contrasse quand’era piccola, segnò per sempre la vita di Trudy: il suo udito infatti diminuì in età adulta, e negli anni ’40 era ormai completamente sorda. Non potendo più tornare in acqua, la Ederle dedicò il resto della sua vita ad insegnare nuoto ai bambini sordi. Non si è mai sposata. Nel 2001 andò a vivere in una casa di riposo, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta il 30 novembre 2003 a Wyckoff, nel New Jersey, alla veneranda età di 98 anni.

Trudy Ederle è stata ricordata nel corso della sua carriera, ma anche dopo. Nel 1965 è stata inserita tra le nuotatrici degne di nota nell’International Swimming Hall of Fame. Nel 2003 è stata invece inclusa nella National Women’s Hall of Fame, istituzione americana nata per riconoscere e onorare le donne nel corso della storia. Nel 2013, nell’Upper East Side è stato inaugurato il centro ricreativo Gertrude Ederle Recreation Center, intitolato proprio alla nuotatrice.