La ragazza di Stillwater: dalla cronaca italiana, la storia vera a cui si ispira il film con Matt Damon
La ragazza di Stillwater, diretto da Tom McCarthy e con protagonista Matt Damon è ispirato a un famoso caso di cronaca nera italiana.
La ragazza di Stillwater, diretto da Tom McCarthy, autore, tra gli altri, del film Il caso Spotlight, vincitore dell’Oscar come Miglior sceneggiatura originale e Miglior film, arriverà su Sky lunedì 30 maggio 2022 e in streaming su Now TV. Uscito nel 2021, il film è stato accolto con una standing ovation dopo la proiezione al 74º Festival di Cannes, dove è stato presentato nella sezione Fuori Concorso. Con nel cast Matt Damon e Abigail Breslin nei ruoli principali di Bill e Allison Baker, padre e figlia, La ragazza di Stillwater si concentra sulle indagini di Bill volte a provare l’innocenza della figlia, in carcere con l’accusa di omicidio. Allison è stata infatti giudicata colpevole di aver ucciso la sua coinquilina, con la quale aveva anche una relazione. La storia si svolge nel corso di alcuni mesi, durante i quali Allison informa il padre che il vero assassino potrebbe essere un ragazzo di nome Akim. Mentre Bill è sulle tracce di Akim, conosce Virginie, attrice francese, che lo aiuta nelle indagini. La vicenda si svolge appunto a Marsiglia, mentre Bill e Allison sono statunitensi, originari dell’Oklahoma e Allison si trovava in Francia per studiare. La ragazza di Stillwater esplora anche il rapporto padre-figlia, rappresentando Bill come un uomo pronto davvero a tutto, non solo per riavere sua figlia, ma per provare che non è un’assassina come tutti credono.
La storia vera che ha ispirato La ragazza di Stillwater
Il film è liberamente ispirato ad una storia vera, ad uno dei casi mediatici più seguiti e famosi degli ultimi 20 anni. Si tratta dell’omicidio della studentessa Meredith Kercher, uccisa il 1º novembre del 2007 a Perugia, dove si trovata per un progetto Erasmus, accoltellata 47 volte. La ragazza di Stillwater in questo caso racconterebbe la storia dal punto di vista di Amanda Knox, ragazza statunitense accusata dell’omicidio insieme a Raffaele Sollecito, fidanzato di Amanda. La pellicola non è interamente incentrata su Amanda, ma gli eventi narrati fanno riferimento ad alcuni aspetti della sua storia, essendo lei stata accusata e arrestata per l’omicidio della sua coinquilina Meredith. Lo sceneggiatore e regista Tom McCarthy ha confermato che il film è davvero ispirato alla storia della Knox, ma non per questo è particolarmente accurato. È stata la premessa di Stillwater ad essere ispirata dalle indagini sull’omicidio di Meredith che hanno condotto poi all’arresto di Amanda Knox.
La stessa Amanda Knox ha commentato il film quando è uscito il primo trailer, spiegando che non ha fatto parte della produzione. “Il modo in cui Stillwater ha scelto di rappresentare la mia storia è riconducibile solo al fatto che la protagonista sia indirettamente coinvolta nell’uccisione della vittima“, ha dichiarato la Knox a Today, criticando poi successivamente sia la pellicola che il regista dicendo che aveva “tratto profitto dalla sua ingiusta condanna“. Amanda Knox ha trascorso quasi quattro anni in una prigione italiana dopo essere stata accusata di aver ucciso Meredith Kercher. Amanda all’epoca aveva 20 anni e aveva passato la notte con il fidanzato Raffaele Sollecito; quando era tornata nel suo appartamento aveva trovato delle tracce di sangue nel bagno. La porta della camera della sua coinquilina era chiusa a chiave. Una volta che la polizia è arrivata sul posto, hanno sfondato la porta e trovato la Kercher senza vita; il corpo era stato coperto da un piumone insanguinato.
Le indagini e i processi contro Amanda Knox
I primi sospetti nei confronti della Knox furono sollevati circa il ritardo nel chiamare la polizia una volta rientrata a casa. La Knox ha poi dichiarato di essere stata in casa al momento dell’omicidio, riferendo poi di non essere stata presente. Dagli esami della scientifica sulla scena del crimine è stato rinvenuto il DNA di un’altra persona: Rudy Guede, anche lui accusato e arrestato. Alla chiusura del primo processo, la Knox e il suo ragazzo Raffaele Sollecito sono stati giudicati colpevoli e condannati rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere. Nel 2010, i loro avvocati hanno presentato ricorso, e un nuovo testimone si è fatto avanti sostenendo che mentre era in prigione, Guede gli aveva rivelato che Amanda e Raffaele non erano coinvolti nell’omicidio. Successivamente i due sono stati assolti, ma non molto tempo dopo, quando la Knox era tornata a casa negli Stati Uniti e aveva ripreso a studiare, l’assoluzione è stata annullata. Sia lei che Raffaele sono stati condannati ancora una volta e nel 2013 è iniziato il nuovo processo.
In questo secondo processo è stata presentata una nuova prova: un coltello da cucina che i pubblici ministeri credevano fosse stato usato per uccidere la Kercher. Sul coltello sono state trovate tracce del DNA di Amanda, ma il suo team legale ha affermato che lo aveva usato esclusivamente per uso domestico. Amanda e Raffaele sono poi comunque stati giudicati colpevoli. Fino a marzo 2015 quando la Corte Suprema d’Italia ha ribaltato le condanne di entrambe le parti pronunciate un anno prima. Rudy Guede è stato invece condannato a 16 anni, ottenendo poi la semilibertà nel 2019.