La società della neve: la storia vera dei sopravvissuti delle Ande, costretti a diventare cannibali
Il film spagnolo La società della neve è basato su un drammatico incidente aereo diventato noto come "Disastro aereo delle ande".
Presentato alla cerimonia di chiusura dell’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, La società della neve è stato selezionato per rappresentare la Spagna ai Premi Oscar 2024 nella sezione del miglior film internazionale. Uscito su Netflix lo scorso 4 gennaio e diretto da J. A. Bayona, il film è basato sul disastro aereo delle Ande ed è l’adattamento dell’omonimo libro di Pablo Vierci. La vicenda è stata trasportata sul grande schermo già altre due volte, in I sopravvissuti delle Ande (1976) di René Cardona e in Alive – Sopravvissuti (1993) di Frank Marshall.
La storia vera del film Netflix La società della neve
Il disastro aereo alla base del film Netflix La società della neve, è avvenuto il 13 ottobre 1972 sulla Cordigliera delle Ande alla quota di 3.657 metri. Il volo 571 decollò la mattina del 12 ottobre dall’aeroporto Carrasco di Montevideo, in Uruguay, diretto all’aeroporto Benìtez, di Santiago del Cile. A causa della fitta nebbia presente sulle Ande, l’aereo atterrò per sicurezza all’aeroporto El Plumerillo di Mendoza, ripartendo la mattina seguente. A bordo c’erano 45 persone: 40 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. Tra i passeggeri viaggiava anche la squadra di rugby degli Old Christians Club, tutti ragazzi intorno ai 20 anni, studenti dell’università Stella Maris di Montevideo. Dodici passeggeri morirono nell’impatto, mentre altri cinque nel corso della prima notto e del giorno successivo.
Naturalmente, nello schianto, molti dei presenti sull’aereo riportarono delle ferite. Tra i passeggeri, fortunatamente, c’erano anche Roberto Canessa e Gustavo Zerbino, studenti universitari di medicina, rispettivamente al secondo e al primo anno di corso. Insieme si occuparono dei feriti. Nonostante la tempestività dei soccorsi, le ricerche furono fallimentari in quanto i resti dell’aereo si trovavano in un punto cieco, totalmente invisibile dall’alto dalle montagne. I superstiti, così, furono costretti a sopravvivere per settimane in condizioni estreme, a partire dalle temperature (anche -30°) e fenomeni naturali come le valanghe, senza dimenticare ovviamente l’assenza di cibo. Disperati, i sopravvissuti allo schianto decisero di cibarsi della carne delle vittime.
Dopo quasi due mesi dall’impatto, due passeggeri – Fernando Parrado e Roberto Canessa – decisero di intraprendere una missione disperata quanto pericolosa: scendere a piedi dalla montagna per cercare aiuto una volta raggiunto io Cile. La loro spedizione partì il 12 dicembre 1972. Dopo dieci giorni di estenuante cammino, i due riuscirono a raggiungere un pascolo, a Los Maitenes, dove trovarono l’aiuto del mandriano Sergio Catalán. Mentre finalmente Parrado e Canessa vennero soccorsi e portati nella malga di Los Maitenes, dove furono curati e nutriti, il mandriano avvertì i carabineros dello schianto e dei superstiti, che a loro volta avvertirono il colonnello Morel, comandante del reggimento di truppe da montagna Colchagua (che era il nome della provincia) di stanza a San Fernando.
Il 23 dicembre partì la spedizione di soccorso con due elicotteri Bell UH-1 Iroquois. Furono solo sedici i sopravvissuti, i quali vennero tutti ricoverati in ospedale con sintomi di insufficienza respiratoria da alta montagna, disidratazione, traumi e malnutrizione, ma si trovavano comunque in condizioni di salute migliori di quanto si sarebbe potuto prevedere, nonostante alcuni avessero perso fino a 40 kg. I superstiti sono ritornati più volte sul luogo dello schianto, che nel corso degli anni è diventato meta di escursioni da parte di curiosi. In una di queste escursioni, avvenuta nel 2005, venne ritrovato un sacco contenente gli effetti personali e persino il passaporto di uno dei sopravvissuti. La società della neve è stato scritto da Juan Antonio Bayona, Bernat Vilaplana, Jaime Marques-Olarreaga e Nicolás Casariego.