L’attimo fuggente: le indimenticabili frasi del film con Robin Williams
Le frasi più importanti de L'attimo fuggente, il film con protagonista Robin Williams nei panni del professor John Keating.
John Keating è l’insegnante che tutti avremmo voluto avere. Un uomo speciale che non insegna solo i libri bensì a vivere secondo le proprie inclinazioni. Il professor Keating è profondo ma mai noioso, è pieno di tutte le parole lette ma mai verboso, è ricco di citazioni ma le ha introiettate e fatte sue. Il suo è un pensiero vivo, vibrante, vitale e dona ai suoi ragazzi proprio questo: l’essere individui pensanti, liberi, pronti guardare il mondo da un’altra prospettiva. Keating non può che essere interpretato da Robin Williams, un uomo sensibile, dal volto umano e sincero che sa dare ampio respiro a tutti i suoi personaggi. Questo è L’attimo fuggente, uno dei film che ha segnato, in un modo o nell’altro, il cinema, tanto che alcune delle sue battute sono entrate nell’immaginario collettivo, citazioni a cui aggrapparsi quando le cose sono difficili.
L’attimo fuggente: una rivoluzione che inizia dalle parole
‘O Capitano, mio Capitano!’ Chi conosce questo verso? Nessuno. Non lo sapete? È una poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o se siete un po’ più audaci, ‘O Capitano, mio Capitano’. Ora dissiperò alcune voci, cosicché non inquinino i fatti. Certo, anch’io ho frequentato Welton e sopravvivo, comunque a quel tempo non ero la mente eletta che avete di fronte: ero l’equivalente intellettuale di un gracile corpicino, andavo sulla spiaggia e tutti mi tiravano i libri di Byron in piena faccia
Il personaggio interpretato da Williams ne L’attimo fuggente si mette sullo stesso piano di quei giovani, ricorda loro che anche lui ha frequentato quella scuola e che è sopravvissuto, cita Whitman, Byron, dice loro di cogliere l’attimo, il celebre Carpe Diem che diventa mantra del film, frase simbolo di quella gioventù capace di vivere il momento senza i limiti imposti dalla società, dalla comunità, dalla famiglia, dal proprio sé.
Per un ragazzo può essere difficile vivere in un collegio maschile del New England, negli anni ’50, tutto regole e dogmi ma è difficile anche per il professor Keating essere docente lì dove tutto è incominciato molti anni prima, eppure, senza paura, è talmente sicuro delle potenzialità del Giovane e del proprio metodo di insegnamento da rivoluzionare quel collegio ma anche la vita dei suoi giovani allievi. Ambizioso e appassionato di poesia, l’insegnante spinge i suoi studenti a ragionare e sognare sui versi, tanto che un gruppo di ragazzi darà vita alla “setta dei poeti estinti”. Quei ragazzi, in un primo momento stupiti dalle parole di quell’uomo tanto diverso dagli altri insegnanti e dai loro genitori, poi riescono a capirlo, ad appassionarsi al teatro, alla poesia, e le vite dell’uno si intrecciano a quelle degli altri, tra questi stringe un rapporto particolare soprattutto con Todd e Neil.
L’invito a cogliere l’attimo
Ci teniamo tutti ad essere accettati, ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri sembrano strani e impopolari […]. Come ha detto Frost: “Due strade trovai nel bosco e io, io scelsi quella meno battuta”…
Keating spariglia le carte, parla a quei giovani non come è imposto dalla società e dalle scienze dell’educazione, strappa i fogli dei libri di testo e squarcia le rigide regole del collegio tanto da venire criticato, giudicato, sbeffeggiato e anche sollevato dall’incaricato. I suoi sono insegnamenti di vita, oltre che di letteratura (“Succhiare il midollo della vita non significa strozzarsi con l’osso: c’è un tempo per il coraggio e un tempo per la cautela. E il vero uomo sa come distinguerli”). Non analizza didascalicamente le opere di prosa e poesia, ne entra all’interno e, fa capire ai suoi ragazzi nello stesso modo in cui era successo a Petrarca nell’ascesa al Monte Ventoso (Epistole), che le parole, i versi, le frasi dei Libri sono state scritte per ciascuno di loro, non per altri. Tanto che quei giovani uomini scriveranno poesie, racconti del loro sé più profondo, si dedicheranno all’arte (tornano alla memoria la dedizione al teatro di Todd in cui lenisce il proprio dramma esistenziale trovando nell’arte di Melpomene e di Talia il suo talento, e i versi scritti da Neil dove descrive insicurezze e timidezze).
Keating fa capire loro che la vita è un lento ma inesorabile scorrere e che quindi non c’è tempo per seguire le vite degli altri, per fare ciò che fanno gli altri per essere accettati e abbracciati. Per loro è tempo di capire che la giovinezza è una fase in cui ogni cosa è possibile e che quindi proprio in quel momento bisogna liberarsi da legacci e da pastoie per essere liberi, bisogna seguire le proprie inclinazioni perché solo così quel tempo non è stato vissuto invano. Celebra il famoso “Carpe diem” oraziano, ne esalta il valore, li esorta a vivere e “a fare della propria vita un’opera d’arte”.
Strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare: diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli, pieni di ormoni come voi e invincibili, come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di esser destinati a grandi cose come molti di voi. I loro occhi sono pieni di speranza: proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi! Ascoltate! Sentite? ‘Carpe’, ‘Carpe diem’, ‘Cogliete l’attimo, ragazzi’, ‘Rendete straordinaria la vostra vita’!
L’attimo fuggente: Keating, Neil e Todd, la rappresentazione di tre anime belle
Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.
Per il professore de L’attimo fuggente scrivere non è solo fare un’elencazione di cose più o meno belle, più o meno tristi, malinconiche o struggenti, è qualcosa di più profondo, di più viscerale, qualcosa che, come tutta l’arte, rende le persone migliori tenendole in vita.
Keating trova delle anime affine soprattutto in Neil e Todd o forse trova in quelle due anime belle, due spiriti su cui il suo lavoro serve di più. Neil è timido, il classico figlio che tutti vorrebbero avere, ha un solo pensiero però non deludere suo padre e per questo vive. Il professore, seguendo la lezione socratica, fa un’opera di maieutica e fa uscire da Neil ciò che lui ha già: il talento recitativo, l’essere istrionico, tira fuori quella voce che il padre vorrebbe rinchiudere da qualche parte a doppia mandata.
Per la prima volta in vita mia, so che cosa voglio fare! E per la prima volta, ho intenzione di farlo! Che mio padre sia d’accordo o no!
La trasformazione di Neil, nonostante il tragico finale de L’attimo fuggente, è uno degli elementi più importanti del film perché grazie a Keating e, nonostante gli ostacoli da parte dei genitori, il ragazzo arriva a una nuova consapevolezza che però purtroppo non riesce a gestire. Il professore si mette in discussione e riflette sul suo lavoro, forse avrebbe dovuto stargli ancora più vicino, forse Neil non era ancora pronto per seguire da solo, senza un supporto, la sua strada.
Todd è altrettanto timido, quando arriva in collegio sta in disparte e grazie all’amicizia con Neil diventa parte di un gruppo. Prova grande ammirazione per il professore che lo aiuta a perdere l’imbarazzo: inizia ad alzare il tono di voce, a non abbassare più lo sguardo, ad essere più libero insomma, scopre il talento poetico che è in lui. Butta fuori, confidandosi anche con Neil la sofferenza perché i genitori gli preferiscono il primogenito che primeggia in tutto. Parla, cresce, matura ma è ancora difficile accettare gli avvenimenti esterni, diventare grandi, superare e sopportare i dolori senza sentirsi in colpa.
La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi. Tu la spingi, la tiri e lei non basta mai, anche se ti dibatti, non riesci a coprirti tutto. Dal momento in cui nasci piangendo al momento in cui esci morendo, ti copre solo la faccia
Scrive così Todd e declama questi versi sulla cattedra, in piedi – scena iconica – e questo per lui è un momento topico. La scena della cattedra diventa il marchio del film stesso e diventa metafora di libertà come Keating, con le sue parole, con le sue citazioni, diventa metafora del buon maestro. Qualcosa è cambiato dunque dall’inizio del film, quando i ragazzi, compiendo un atto di libertà e di rivolta, si alzano in piedi sulle sedie e sui banchi per dimostrare al professore di avere uno spirito critico, un pensiero unico e libero, si capisce che non si ha davanti una classe di bambini ma un gruppo di giovani uomini.