Le follie dell’imperatore: 7 curiosità sul divertente classico Disney
Dai problemi di produzione, al fantastico doppiaggio italiano. Vi sveliamo 7 interessanti curiosità sullo spassoso classico Disney Le follie dell’imperatore.
Usciva nelle sale italiane il 6 aprile del 2001 Le follie dell’imperatore, 40º classico Disney, con protagonista Kuzco, un giovane ed egoista imperatore inca che, tramutato in un lama dalla sua ex consigliera Yzma, cerca di ritrovare le sue sembianze umane con l’aiuto del contadino Pacha, altruista padre di famiglia.
Il film diretto da Mark Dindal si distanzia molto dalle precedenti produzioni Disney; basti pensare che il personaggio principale, Kuzco, ce la mette tutta per risultare spocchioso e arrogante, ed è solo attraverso il suo viaggio dell’eroe che riuscirà a riscattarsi agli occhi del pubblico e degli altri personaggi.
Scopriamo insieme 7 curiosità sul divertente classico Disney Le follie dell’imperatore.
1. Il film doveva essere originariamente un musical intitolato Kingdom of the Sun
Uno degli aspetti che differenzia Le follie dell’imperatore dalla maggior parte degli altri film d’animazione Disney è che si distanzia dallo stile Broadway, escludendo quasi completamente i numeri musicali (ad eccezione di poche sequenze, come quella con protagonista “l’uomo sigla”)
Il fatto curioso è che la pellicola con protagonista l’arrogante lama parlante originariamente avrebbe dovuto essere un musical dal titolo Kingdom of the Sun. La pre-produzione dell’epico progetto iniziò nel 1994. A Roger Allers, coregista de Il Re Leone, piacque l’idea di realizzare un film che raccontasse la cultura Inca, traendo ispirazione dal romanzo di Anthony Hope Il prigioniero di Zenda (1894).
Nell’idea di Allers, la storia ruotava attorno ad un avido imperatore che scambia la sua vita con quella di un contadino tale e quale a lui, sulla scia de Il principe e il povero di Mark Twain.
Tutto sembrava procedere a gonfie vele fino a che due progetti su cui la Disney puntava particolarmente non ottennero il successo sperato al botteghino: Pocahontas e Il gobbo di Notre Dame. A posteriori, entrambi i film si rivelarono troppo cupi e poco spassosi per il pubblico più giovane, pertanto il progetto di Allers cominciò a cambiare pelle, per adattarsi alle esigenze dei consumatori: via le canzoni e gran parte dell’animazione già realizzata. Come se non bastasse, dopo una proiezione di prova, Thomas Schumacher, il Presidente della Walt Disney Feature Animation, trovò l’opera di Allers confusionaria e poco coinvolgente: il film non funzionava, pertanto la sceneggiatura andava urgentemente revisionata, così come la caratterizzazione dei personaggi e la colonna sonora.
2. Le follie dell’imperatore: il documentario sul turbolento processo di produzione
La produzione de Le follie dell’imperatore fu tra le più caotiche di casa Disney, per tutti quei problemi sopracitati. Dopo numerosi anni di lavoro, Kingdom of the Sun fu ritenuto un progetto troppo ambizioso e non abbastanza divertente da attirare il pubblico. Ciò creò numerosi problemi poiché quasi 30 milioni di dollari erano già stati spesi per l’animazione, lo sviluppo, e un viaggio della troupe in Perù.
L’attrice e produttrice Trudie Styler (nonché moglie del cantante Sting, autore della colonna sonora de Le follie dell’imperatore) ha testimoniato la faticosa produzione con un documentario: The Sweatbox, rilasciato nel 2002.
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3. Il team de Le follie dell’imperatore terminò il film in soli 2 anni
Uno dei problemi più significativi del team di produzione per quanto riguarda Le follie dell’imperatore, era l’incombente data di scadenza. Il lavoro era iniziato nel 1994 e doveva, necessariamente, uscire nel 2000. Come sappiamo, il team dovette abbandonare ciò a cui aveva lavorato, e ricominciare da capo. Tutto in soli due anni! Può sembrare un periodo sufficiente, ma non nel campo dell’animazione tradizionale, dove il tempo medio necessario per realizzare un film di 90 minuti va dai quattro ai sette anni.
Mark Dindal, chiamato a dirigere il progetto, descrisse la sua esperienza come “il film più veloce su cui abbia mai lavorato.”
La sceneggiatura finale fu presentata alla Disney due settimane dopo che il film fece il suo debutto nelle sale cinematografiche.
4. Kuzco o Manco?
L’imperatore Kuzco ha attraversato una serie di modifiche progettuali durante lo sviluppo del film. Per quanto riguarda il nome, inizialmente, questo personaggio avrebbe dovuto chiamarsi “Manco”, ma – a causa di una traduzione piuttosto sfortunata – fu modificato. “Manco”, in giapponese, è infatti un po’ troppo vicino al termine “omanko”, che significa “vagina”. Per questo motivo la Disney decise di cambiare il nome in Kuzco, che in inca vuol dire “centro” o “ombelico”. Cuzco (con la “C”) era anche la capitale dell’Impero inca.
5. Il cast originale del film
Il cast de Le Follie dell’imperatore fu, in parte, diverso da quello inizialmente scelto per Kingdom of the Sun. Yzma (Eartha Kitt,) e Kuzco (David Spade) rimasero inalterati, mentre Pacha avrebbe dovuto avere la voce di Owen Wilson, ma infine fu scelto John Goodman.
Carla Gugino fu scelta per interpretare Nina e Laura Prepon per prestare la voce a Mata. Chi, direte voi? Le voci delle attrici, ingaggiate per interpretare i rispettivi interessi amorosi dei protagonisti, non entrarono mai nella versione finale de Le follie dell’Imperatore.
6. L’omaggio a Catwoman
La trasformazione di Yzma in una gattina, verso la fine del film, è un omaggio all’attrice, cantante e ballerina Eartha Kitt, doppiatrice della villain del film. Kitt ha infatti interpretato Selina Kyle/Catwoman nella terza stagione della serie Batman (1966-1968).
7. Il cast italiano de Le follie dell’imperatore e l’improvvisazione
Per quanto riguarda le voci italiane dei protagonisti, avrete riconosciuto senz’altro Luca Bizzarri (un Kuzco assolutamente perfetto), Paolo Kessisoglu (Kronk) e la grande Anna Marchesini (Yzma). Dovete sapere che, grazie ad alcuni esilaranti momenti di improvvisazione in sala di doppiaggio, la versione italiana de Le follie dell’imperatore, presenta molte più battute comiche dell’originale. Un esempio? Quando i due compagni di viaggio si ritrovano incastrati tra due pareti di un dirupo, sopra ad un corso d’acqua pieno di alligatori, sono costretti ad unire le proprie forze e a collaborare, risalendo schiena contro schiena l’insenatura tra le due pareti rocciose. Nella versione inglese Pacha chiede al protagonista “Ready?” (Pronto?) e Kuzco risponde semplicemente “Ok, got it” (Ok, ci sono). Nel doppiaggio italiano il lama è meno collaborativo e più ironico, rispondendo al “Ci sei?” con “No, sono al bar.”