Le iene: 10 citazioni e curiosità che forse non sapete sul film di Quentin Tarantino
Molto tempo è passato da quel fatidico 21 gennaio 1992, in cui vide la luce l’opera prima di Quentin Tarantino Le iene (recensione), dando il via alla carriera di uno dei più celebrati e apprezzati registi contemporanei. In occasione del 25° anniversario di questo memorabile lungometraggio, sperando di farvi cosa gradita, abbiamo deciso di raccogliere per voi le più interessanti curiosità sulla pellicola e alcuni dei tanti rimandi nascosti ad altri film, che contraddistinguono il modo di fare cinema di Quentin Tarantino. Scoprite insieme a noi cosa sapevate già e cosa vi era invece sfuggito de Le iene, opera fondamentale non solo per la carriera del cineasta americano ma per tutto il movimento cinematografico contemporaneo.
Le iene e Arrivederci ragazzi
Il titolo originale de Le iene (Reservoir Dogs) deriva dal modo in cui Quentin Tarantino storpiava il film Au revoir, les enfants (Arrivederci ragazzi in italiano), cioè Reservoir. Ai tempi in cui lavorava in una videoteca, Quentin citava così spesso il film di Malle e altre pellicole sconosciute ai più da indispettire il suo capo, che un giorno gli disse “I don’t want to see no reservoir dogs!“. Da questa frase deriva il titolo originale de Le iene Reservoir Dogs, che è anche una fusione dell’appellativo usato da Tarantino per la pellicola di Malle e di un’altra pellicola da lui particolarmente apprezzata, cioè Cane di paglia di Sam Peckinpah (Straw Dogs in originale).
Vincent e Vic Vega
Quentin Tarantino ama inserire connessioni e rimandi fra i suoi film, in modo da creare una sorta di universo cinematografico in cui vivono tutti i suoi personaggi. L’esempio più lampante di ciò è rappresentato dalla connessione del personaggio interpretato da Michael Madsen ne Le iene, cioè Vic Vega (alias Mr. Blonde) con quello che lo stesso Tarantino ha confermato essere suo fratello, cioè il Vincent Vega interpretato da John Travolta nella successiva pellicola del cineasta americano Pulp Fiction. Visto il successo di questi due personaggi e delle rispettive pellicole, era stato messo in cantiere un prequel a entrambi i film che li vedesse fianco a fianco, con il titolo provvisorio Double V Vega, cancellato dopo vari tentennamenti a causa del progressivo invecchiamento degli interpreti.
Like a Virgin
Fra le scene più ricordate e omaggiate de Le iene c’è sicuramente quella iniziale, in cui i protagonisti del film attribuiscono interpretazioni particolarmente spinte alla canzone di Madonna Like a Virgin. La pop star ha espresso pubblicamente il suo gradimento per il film, ma ha fermamente smentito le ipotesi fatte nella sequenza a proposito della sua canzone. Per ribadire che Like a Virgin non è un “metafora della fava grossa”, Madonna ha spedito a Quentin Tarantino una copia del suo album Erotica con la seguente dedica: “To Quentin. It’s not about dick, it’s about love. Madonna.”
Le iene e il caso City on Fire
Molti hanno accusato Quentin Tarantino di aver copiato il film City on Fire per alcune scene de Le iene (il triello, la tortura), nonché per alcuni risvolti della trama, come il colpo fallito. Il confine fra ispirazione e copia nell’arte è sempre labile, ma in questo caso ci sentiamo di affermare che il regista americano ha preso chiaramente spunto dal film citato (come farà in seguito con La sposa in nero di François Truffaut per Kill Bill), rielaborandolo però in qualcosa di nuovo e autonomo, con fini e modalità completamente diverse dall’originale. Lo stesso Tarantino ha chiuso a suo modo il caso con una citazione di Pablo Picasso: I bravi artisti copiano, i grandi rubano.
Le iene, Leone e Kubrick
Il già citato triello de Le iene ha un precedente ancora più illustre nel capolavoro Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone, da sempre adorato da Tarantino. La scena non è l’unico omaggio che il regista americano rivolge al film del maestro italiano: anche la sequenza in cui il personaggio interpretato da Michael Madsen tortura un poliziotto chiedendogli se gli piace la musica ne ricalca una analoga della pietra miliare di Leone. Quentin Tarantino nel film esegue due piccoli omaggi anche per Arancia Meccanica di Stanley Kubrick: la prima nella camminata iniziale in slow motion dei protagonisti (estremamente simile a quella dei drughi), la seconda nella già citata scena della tortura, con Mr. Blonde che compie un atto di disumana crudeltà sulle note di una popolare canzone, come del resto fa Alex canticchiando Singin’ in the Rain.
Il realismo de Le iene
Se la scena in cui il Mr. Pink di Steve Buscemi ruba una macchina e fugge dalla polizia vi sembra molto realistica c’è un motivo: a causa del budget non particolarmente elevato del film (proveniente quasi esclusivamente dalle tasche di Harvey Keitel) non è stato possibile bloccare il traffico per girare la scena; troupe e cast hanno perciò dovuto attendere il classico semaforo verde come persone qualunque.
Un dettaglio a cui Quentin Tarantino ha voluto dare il massimo dell’attenzione è stato quello del corpo del Mr. Orange di Tim Roth, che appare fin dalle prime scene gravemente ferito. Il regista ha voluto un paramedico sul set che giudicasse costantemente il realismo del sangue grondante dal suo corpo in relazione alla ferita ricevuta, sia come consistenza che come quantità.
I numeri de Le iene
Alcuni numeri su Le iene: 30.000 erano i dollari di budget che Quentin Tarantino aveva stanziato come budget per il film, prima che il provvidenziale intervento di Harvey Keitel lo portasse a 1.2 milioni. 269 sono le volte in cui viene pronunciata la parola fuck nel corso della pellicola, 0 invece sono le battute pronunciate da una donna e le volte in cui viene pronunciato il titolo Reservoir Dogs. 25 sono i giorni impiegati da Tarantino per scrivere la prima stesura della sceneggiatura, 35 il totale dei giorni delle riprese. 17 sono i personaggi morti nel corso del film.
La sensibilità di Michael Madsen
A discapito della sua posa da duro e dai numerosi ruoli da cattivo interpretati nella sua carriera, Michael Madsen è nella realtà una persona particolarmente sensibile e contraria a qualsiasi tipo di violenza. L’attore, che durante le riprese era da poco diventato padre, ha avuto molte difficoltà a girare la famigerata sequenza della tortura, anche a causa del fatto che il poliziotto torturato dichiara di avere un figlio. In alcune versioni del film è possibile sentire una frase di disappunto causata probabilmente dalla necessità da parte di Madsen di interrompere la ripresa. Durante la presentazione al Toronto International Film Festival, la crudeltà della scena ha fatto uscire dalla sala uno spettatore illustre: il maestro dell’horror Wes Craven.
Le iene e la vita reale
Sono parecchie le connessioni fra i protagonisti del film e la vita reale, favorite dal basso budget e dall’innato bisogno di omaggi e citazioni da parte di Tarantino. L’interprete di Mr. Blue Edward Bunker è stato un rapinatore anche nella realtà, oltre che uno scrittore apprezzato. A proposito di questo personaggio, Joe Cabot dice nel corso del film che è “Più morto di Dillinger”: l’interprete di quest’ultimo Lawrence Tierney ha impersonato proprio John Dillinger ne Lo sterminatore.
Il punto di ritrovo in cui è ambientata la maggior parte del film era nella realtà un deposito funebre, sopra al quale abitava Tim Roth. Quest’ultimo ha rifiutato di fare l’audizione formale per il film, accettando di leggere la sua parte solo durante un’uscita con Tarantino e Harvey Keitel, e solo dopo aver alzato parecchio il gomito.
Durante la conversazione a proposito di Like a Virgin di Madonna, è presente in scena anche l’ex cognato di quest’ultima, ovvero il compianto Chris Penn (Eddie Il Bello), fratello del più celebre Sean Penn. Durante una conversazione in auto viene invece nominata Pam Grier, che cinque anni più tardi sarà protagonista di un altro film di Quentin Tarantino, ovvero Jackie Brown.
A testimonianza dell’ottimo gusto di Tarantino in fatto di attori, fra gli interpreti che hanno declinato una parte nel film o che sono stati scartati per vari motivi ci sono nomi illustri come George Clooney, James Woods, Edward Norton, David Duchovny, Matt Dillon, Viggo Mortensen, Dennis Hopper, Christopher Walken e Vincent Gallo.
Citazioni e riferimenti, dal cinema di Hong Kong alla Nouvelle Vague
Diversi i piccoli dettagli de Le iene ispirati ad altre celebri pellicole. I vestiti dei protagonisti sono un omaggio a A Better Tomorrow II di John Woo, ma anche a The Blues Brothers di John Landis. L’idea di chiamare i protagonisti con nomi di colori viene invece da Il colpo della metropolitana di Joseph Sargent. In originale l’ultima battuta di Mr. Blonde è “How about some fire, Scarecrow?”, citazione de Il mago di Oz. La sequenza in cui Mr. Orange e Mr. White ripassano il piano del colpo in auto ricorda una scena analoga di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard. La battuta “Cazzo, se mi spari solo in sogno è meglio che ti svegli e mi chiedi scusa!” è un omaggio a una simile de Gli angeli con la faccia sporca di Michael Curtiz.
Lo schema narrativo del film ha forti somiglianze con Rapina a mano armata di Stanley Kubrick. Vengono inoltre menzionati dai protagonisti per diversi motivi La grande fuga e Ragazzi perduti.