L’eccezione alla regola: la storia vera del film di Warren Beatty
Dietro il film di Warren Beatty ora su Netflix, L'eccezione alla regola, ci sono le vicende reali del magnate del cinema Howard Hughes: ecco la sua storia.
L’eccezione alla regola, l’ultimo film scritto, diretto e interpretato da Warren Beatty, disponibile sulla piattaforma Netflix, ritorna al mito di Howard Hughes, magnate statunitense multimiliardario che, nei suoi settant’anni di vita, si divise tra cinema e aviazione. Nato nel 1905 a Humble, in Texas, Hughes era figlio di un petroliere, ma creò il suo personale impero diventando uno dei più potenti produttori cinematografici e, in un secondo momento, acquisendo una compagnia aerea. Hughes costruì personalmente un aereo, passato alla storia con il nome di H-1, e fu un ottimo pilota tanto che, nel 1938, compì un giro intorno al mondo in poco più di tre giorni.
Spregiudicato, speculatore e accumulatore sfrenato di ricchezze, Howard Hughes non si distinse di certo per i suoi metodi irreprensibili: secondo i suoi biografi era riuscito a costruire una fitta rete di sostenitori tra i politici più influenti del paese proprio corrompendoli con il suo denaro. Alla Nixon Incorporated, una società gestita dal fratello di Richard Nixon (che Hughes appoggiava), prestò 205.000 dollari, che non gli vennero mai restituiti. Tra i tanti scheletri nel suo armadio, anche una controversa collaborazione con i servizi segreti statunitensi.
Howard Hughes, protagonista dell’Eccezione alla regola, psicologicamente instabile, tossicodipendente ed erotomane
Tra le altre (tante) ombre del suo passato, anche gli abusi subiti dallo zio Rupert, nominato suo tutore dopo la morte prematura del padre, quando era poco più che ventenne, e una condotta sessuale tumultuosa, spesso sconfinante in una vera e propria forma di erotomania: Hughes fu bisessuale e amò dive e divi indistintamente. Nella lunga lista delle sue conquiste compaiono, tra gli altri, i nomi di Ginger Rogers, Katharine Hepburn (che lo lasciò a causa dei suoi ripetuti tradimenti), Bette Davis e Cary Grant.
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Ammalatosi di sifilide in giovane età, cominciò presto a mostrare i segni della malattia: disturbi ossessivo-compulsivi, accessi nervosi, deliri paranoici, violente crisi d’ipocondria si alternavano a fasi di profonda apatia, durante le quali se ne restava chiuso in casa, da solo, nella quasi totale immobilità. Negli ultimi anni della sua vita, continuò a condurre i suoi affari steso a letto, oramai quasi completamente cieco e dipendente da droghe e antidolorifici: sulle cause della morte non vi è concordia e secondo il biografo Charles Higham, autore del libro Howard Hughes, the Secret Life, l’AIDS sarebbe all’origine dell’assai precaria situazione di salute che l’afflisse negli ultimi tempi.
Gli ultimi anni di Hughes, sprofondato nel baratro della follia
Nonostante ne L’eccezione alla regola Hughes venga rappresentato in condizioni di salute molto gravi già a metà degli anni Sessanta, è nel 1971 che la sua situazione si compromette irreversibilmente: è lo stesso anno in cui si separa dalla moglie Jean Peters, sposata senza convinzione nel 1957 dopo aver incassato i rifiuti di Jean Simmons e Susan Hayward. Per lui è l’inizio della fine: nel 1966 aveva investito dei soldi in alcuni casinò di Las Vegas, avviando un business che non riuscì, però, nell’impresa di distrarlo dai suoi tanti tormenti e dal baratro di sofferenza psichica in cui stava sprofondando sempre più. A Hughes, scomparso nell’aprile del 1976, sopravvisse un patrimonio di 2 miliardi di dollari e un’imponente mitologia, che il cinema ha contribuito a creare. Negli ultimi anni, oltre all’Eccezione alla regola di Warren Beatty, due sono stati i film dedicati alla sua straordinaria esperienza biografica: The Aviator di Martin Scorsese (con Leonardo DiCaprio), e The Hoax di Lasse Hallström, con Richard Gere protagonista, nella parte di un ambizioso scrittore determinato a scrivere proprio la biografia di Hughes.