L’impressionante film sui supereroi del creatore di Breaking Bad che he battuto persino Iron Man

Un grande film d'intrattenimento che non ha mai avuto un sequel.

I film sui supereroi hanno iniziato a guadagnare popolarità grazie agli adattamenti della DC, ma negli ultimi anni sono stati i personaggi della Marvel a dominare il genere. Tuttavia, questo non significa che non esistano valide alternative al di fuori di questi due colossi. Un esempio significativo è Hancock, il blockbuster del 2008 con Will Smith, spesso tristemente sottovalutato.

Uno degli aspetti più sorprendenti di Hancock è il tentativo di Hollywood di creare un supereroe completamente originale, senza attingere direttamente dal mondo dei fumetti. Questo ha permesso al film di sviluppare un proprio universo narrativo, conferendogli una freschezza particolare, soprattutto nelle fasi iniziali. Il protagonista, infatti, è libero di agire senza vincoli, rendendo la storia imprevedibile e innovativa.

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Gran parte del merito va alla sceneggiatura, curata da Vince Gilligan, che ha lavorato su diverse versioni del copione prima di accantonarlo per dedicarsi a Breaking Bad. Sebbene l’idea iniziale fosse di Vy Vincent Ngo, con un protagonista di appena 12 anni, e che Tony Scott fosse interessato alla regia, è stato Gilligan a dare forma definitiva alla storia, motivo per cui il suo nome compare nei crediti insieme a Ngo.

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Anche la regia ha attraversato diverse mani prima di arrivare a Peter Berg, che ha saputo enfatizzare il lato più oscuro e problematico dell’essere un supereroe. Hancock riesce a bilanciare il carisma di Will Smith con la spettacolarità delle scene d’azione. Tuttavia, Berg tende a esagerare con l’uso della telecamera nei momenti più intimi e drammatici, un aspetto che contribuisce comunque a rendere il film unico rispetto ad altre produzioni di supereroi.

Il principale punto debole del film è il finale, che risulta meno incisivo rispetto all’inizio. L’approfondimento della mitologia di questo universo narrativo segue una linea piuttosto convenzionale, senza riuscire a spingersi oltre. Se Hancock avesse osato di più in questa fase, avrebbe potuto diventare un punto di riferimento nel genere. Invece, il film si appoggia più sulla chimica tra Will Smith e Charlize Theron che su una vera e propria innovazione narrativa.

Hancock

Nonostante ciò, Hancock si è rivelato un successo al botteghino, incassando 629 milioni di dollari a livello globale e classificandosi come il quarto film più redditizio del 2008. Per confronto, nello stesso anno Iron Man, film fondamentale per l’inizio del Marvel Cinematic Universe, ha incassato 585 milioni di dollari. Anche i budget erano simili: Hancock è costato 150 milioni di dollari, mentre Iron Man ne ha richiesti circa 140. La differenza sostanziale sta nel destino dei due film: mentre Iron Man ha dato il via a un universo cinematografico ancora in espansione, Hancock non ha mai avuto un seguito, nonostante le basi fossero state gettate.

Sony ha mostrato interesse nel realizzare Hancock 2 e nel 2009 ha annunciato la stesura della sceneggiatura a opera di Adam Fierro e Glen Mazzara. Peter Berg sarebbe dovuto tornare alla regia, con Will Smith e Charlize Theron nuovamente nei loro ruoli. Tuttavia, il progetto non ha mai visto la luce. Nel 2012 il regista aveva confermato l’intenzione di realizzarlo, e nel 2020 Charlize Theron si è dichiarata ancora interessata, sebbene non ci siano stati sviluppi concreti.

Hancock resta un esempio interessante di come il genere supereroistico possa essere esplorato in maniera diversa, con un protagonista fuori dagli schemi e un tono che alterna azione, commedia e dramma. Pur non essendo perfetto, rimane una produzione originale e meritevole di essere riscoperta.