Lover, Stalker, Killer: la storia vera del triangolo amoroso mortale alla base del docu-film Netflix
Il docu-film Netflix Lover, Stalker, Killer ricompone abilmente i tasselli di un vero triangolo amoroso finito con un omicidio di primo grado ed una condanna a vita dietro le sbarre.
Disponibile sulla piattaforma Netflix a partire dallo scorso 9 febbraio (QUI la nostra recensione), il docu-film Lover, Stalker, Killer ricompone abilmente – utilizzando interviste con le persone coinvolte (tra cui gli agenti delle forze dell’ordine che hanno risolto il caso) e vivide ricostruzioni – i tasselli di una sconvolgente storia vera di molestie, truffe digitali e omicidio nel cuore dell’America. Prodotto da Curious Films (Running with the Devil: l’incredibile storia di John McAfee) e diretto dal regista Sam Hobkinson (Fear City: New York contro la mafia), il docu-film racconta un vero triangolo amoroso finito con un omicidio di primo grado ed una condanna a vita dietro le sbarre.
La storia vera dietro il docu-film Netflix Lover, Stalker, Killer
La storia vera dietro Lover, Stalker, Killer ha inizio nel 2012. Dopo essersi trasferito a Omaha, nel Nebraska, il meccanico Dave Kroupa – appena tornato single dopo una lunga relazione – decide di registrarsi ad un sito d’incontri noto con il nome Plenty of Fish. Qui conosce Liz Golyar, una madre single di due bambini ed amante degli animali. I due si frequentano per sei mesi, fino a quando non scatta la scintilla. Nella vita di Kroupa, però, arriva un’altra donna, Cari Farver, conosciuta casualmente nella sua officina e di cui si innamora immediatamente. Visti i suoi nuovi sentimenti, l’uomo decide di lasciare la Golyar. Un giorno, Cari Farver incontra casualmente Liz uscire dall’appartamento di Dave per riprendere alcune sue cose. Da quel momento, Cari sembra essere sparita nel nulla, senza lasciar traccia.
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Dopo la scomparsa della sua ragazza, per Dave è iniziato un vero e proprio incubo. L’uomo ha iniziato a ricevere messaggi intimidatori – come “Distruggerò le cose a cui tieni” o “La tua vita sarà rovinata” – da oltre 40 numeri di telefono diversi e da innumerevoli indirizzi e-mail. Secondo una stima, si è trattato di 18.000 mail intimidatorie e di circa 50.000 messaggi, provenienti da account associati tutti a Cari Farver. Ma non solo. Kroupa è stato vittima anche di atti vandalici contro la sua auto, di misteriosi furti, e di un incendio che ha distrutto la sua casa. Insomma, tutte le prove dimostravano che dietro le continue molestie e aggressioni c’era Cari Farver. Anche la madre di quest’ultima, Nancy Raney, ha ricevuto dei messaggi da parte di sua figlia, in cui la ragazza le ha comunicato di essersi trasferita in Kansas per un nuovo lavoro e che si sarebbero risentite molto presto per discutere del giorno in cui avrebbe preso suo figlio di 14 anni, Max.
Nel 2015, la polizia è arrivata alla conclusione che Cari Farver è morta in quel fatidico giorno del novembre 2012 in cui incontrò per puro caso la sua “rivale in amore” Liz Golyar fuori dall’appartamento di Kroupa. Giunti a questa conclusione, le forze dell’ordine hanno iniziato a esaminare le migliaia di mail e sms intimidatori ricevuti dal meccanico con l’aiuto di uno specialista forense digitale. La verità è venuta subito a galla: la sfilza di messaggi e di mail è stata inviata da un singolo indirizzo IP collegato a Liz Golyar. La donna, nel 2017, è stata giudicata colpevole di omicidio di primo grado ed incendio doloso di secondo grado e condannata all’ergastolo senza condizionale più 20 anni per incendio doloso. Il corpo di Cari Farver non è mai stato ritrovato.
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