L’Uomo dal Cuore di Ferro: la storia vera di Reinhard Heydrich a cui si ispira il film
Quella raccontata nel film L'Uomo dal Cuore di Ferro è una storia vera, quella del generale nazista Reinhard Heydrich, assassinato nel 1942 a Praga.
L’Uomo dal Cuore di Ferro, diretto da Cedric Jimenez, narra dell’Operazione Anthropoid, preparata in segreto dai Servizi Segreti Inglesi e dalla RAF per eliminare uno dei gerarchi più potenti, temuti e odiati del regime nazista: Reinhard Heydrich, all’epoca nominato da Hitler Reichsprotektor (sostanzialmente Governatore) di quelle che erano definite dai tedeschi le Regioni della Boemia e della Moravia, conosciute dal resto del mondo come Cecoslovacchia.
Il cast comprende Jason Clarke nei panni del feroce gerarca, Rosamund Pike in quelli della moglie Lina, Stephen Graham è Heinrich Himmler, mentre Jack O’Connell e Jack Reynor interpretano due dei patrioti cechi che guidarono il commando che attaccò Heydrich il 27 maggio 1942, mentre a bordo della sua auto si aggirava per Praga.
Ma chi era in realtà Reinhard Heydrich? Perché era tanto temuto ed odiato? Qual’è la vera storia dietro L’Uomo dal Cuore di Ferro?
Per rispondere a queste domande, noi di Cinematographe.it abbiamo deciso di fare un viaggio nel tempo, tornando a quel 1942 di un’Europa insanguinata e sotto lo stivale nazista.
Chi era Reinhard Heydrich, il generale tedesco a cui è ispirato il film L’Uomo dal Cuore di Ferro?
Heydrich era nato ad Halle, figlio di un compositore e, come mostrato ne L’Uomo dal Cuore di Ferro, era molto prestante ed atletico. Fin da giovane si distinse per il grande talento nella scherma, nell’atletica, nell’equitazione e nel nuoto, gli sport che l’etichetta imponeva agli ufficiali della marina, in cui Reinhard entrò nel 1922, al tempo in cui la Germania del primo dopoguerra era costretta ad avere un esercito tra i più piccoli della storia europea.
Di lì a poco però, finì nei guai per aver interrotto una relazione con la figlia di un suo superiore, che aveva lasciato per Lina, cosa che lo costrinse a rispondere di fronte ad un Tribunale dell’accusa di “condotta deplorevole per un ufficiale e per un gentiluomo”. Al processo Reinhard si difese con tale veemenza, che finì anche accusato di insubordinazione e fu costretto a dimettersi dalla Marina.
Ma Lina Von Olsen, la donna di cui si era innamorato, oltre a sposarlo e a sostenerlo in quel momento difficile, lo coinvolse nel neonato partito nazionalsocialista, dove nel 1931 fece la conoscenza di Heinrich Himmler, comandante dell’allora piccola guardia pretoriana delle SS. L’impressione che lasciò nell’allora allevatore di polli, fu talmente positiva che si vide affidare l’incarico di comandare l’unità di controspionaggio SD (le cosiddette Sicherheitsdienst). In pratica divenne il braccio di destro di Himmler, che nel 1932 lo nominò comandante del Reichssicherheitshauptamt. Tale lungo nome comprendeva al suo interno le SD, la famigerata Gestapo e le Einsatzgruppen, unità delle SS che in futuro sarebbe stata destinata direttamente allo sterminio in Europa dell’est di ebrei, zingari e oppositori politici.
Fu al centro dell’operazione che portò all’eliminazione dei vertici delle SA, le squadre d’assalto paramilitari naziste comandate da quell’Ernst Rohm che era stato vicino ad Hitler fin dall’inizio, ma che ormai era diventato troppo potente, ingombrante e incontrollabile per restare al suo posto. Tra il 29 e il 30 maggio 1934, in quella che passò alla storia come La Notte dei Lunghi Coltelli, per ordine di Hitler oltre 200 persone tra vertici delle SA, ex alleati politici ingombranti e vecchi nemici, vennero trucidate. Il regno delle SA era finito, ora le SS di Himmler comandavano e al loro interno Heydrich era la l’ariete di sfondamento.
Il rapporto tra Himmler e Heydrich era però molto complesso e per molti storici condizionato da una voce insistente (che oggi sappiamo essere infondata) circa una possibile origine ebraica di Heydrich. Cosa che permise ad Himmler di ricattarlo, tenerlo sotto scacco come un cagnolino ubbidiente ogni volta che ciò si rendeva necessario, vista l’enorme ambizione che Heydrich manifestava ogni occasione che poteva.
Tale ambizione rischiò di costargli cara sia durante l’Operazione Himmler, grazie alla quale il Reich poté invadere la Polonia con l’appoggio dell’opinione pubblica, sia durante la trionfale offensiva ad est della Wehrmacht nel 1941. In entrambi i casi rischiò di morire in azione, e per quanto il suo valore fosse pubblicamente lodato, gli fu detto senza mezzi termini di darsi una calmata. Del resto aveva cose più importanti di cui occuparsi…
A partire dal settembre 1941 infatti, fu nominato Governatore del neonato Protettorato di Boemia e Moravia, che altro non era che il territorio occidentale della Cecoslovacchia, nel quale egli portò subito un regno del terrore e dell’orrore tale da meritarsi l’appellativo di Boia di Praga. Torture, fucilazioni, deportazioni, violenze erano all’ordine del giorno, contro ebrei, zingari e oppositori del regime che coraggiosamente combattevano nelle città e campagne contro la dominazione nazista. Fu un periodo di stragi e uccisioni che fecero di Praga il laboratorio dell’orrore del Terzo Reich e di Heydrich il più entusiasta crociato della “purezza della razza” desiderata da Hitler.
Il 20 gennaio 1942, Heydrich, ormai da tempo considerato dai media tedeschi come il modello ideale di superuomo ariano, indisse una riunione presso Wannsee, alla quale parteciparono alcuni dei più importanti funzionari e membri delle SS, del Partito Nazista, dei Ministeri del Reich e dei Dipartimenti direzionali inerenti i territori occupati. Tra di loro anche il famigerato Adolf Eichmann (il vice d Heydrich), Josef Bulher, Roland Freiser e Wilhelm Stuckart.
Durante quella riunione, Heydrich spiegò nei dettagli quella serie di programmi, idee e pianificazioni che sarebbero poi passati alla storia con il nome di Soluzione Finale, e che venne riassunto in un protocollo che ancora oggi mette i brividi, emanato alla fine di quella giornata gelata fuori Berlino.
Adesso, nell’ambito della soluzione finale, gli ebrei dovrebbero essere utilizzati in impieghi lavorativi a est, nei modi più opportuni e con una direzione adeguata. In grandi squadre di lavoro, con separazione dei sessi, gli ebrei in grado di lavorare verranno portati in questi territori per la costruzione di strade, e non vi è dubbio che una gran parte verrà a mancare per decremento naturale. Quanto all’eventuale residuo che alla fine dovesse ancora rimanere, bisognerà provvedere in maniera adeguata, dal momento che esso, costituendo una selezione naturale, è da considerare, in caso di rilascio, come la cellula germinale di una rinascita ebraica. (Vedi l’esperienza della storia.)
Su quella terrificante (per le conseguenze che ebbe per milioni di persone) giornata, è stato tratto un altro film per la televisione nel 2001, Conspiracy – Soluzione Finale, con un cast stellare tra cui Kenneth Branagh, Stanley Tucci, Colin Firth, Ian McNeice, Kevin McNally e David Threlfall. Un piccolo gioiello che vi invitiamo a riscoprire per l’enorme qualità della messa in scena e abilità nel ricreare quel meeting, momento centrale nel percorso professionale ed umano di Heydrich e del regime nazista del quale, in quel momento divenne alfiere dello sterminio.
Heydrich ormai era il dittatore dell’est, le sue SS ovunque si muovevano alle spalle dell’esercito tedesco (sovente comunque coinvolto direttamente nei massacri), portando morte e distruzione contro quelle popolazioni che erano considerate dai nazisti subumane, nemiche della purezza della razza, essere inferiori da eliminare. Ma anche per lui stava per arrivare il momento di saldare il conto…
Addestrati in Scozia dai Servizi Segreti Operativi di sua Maestà Britannica, un gruppo di patrioti cechi vennero paracadutati in territorio cecoslovacco, con l’ordine di uccidere il feroce plenipotenziario nazista. Erano in cinque: Adolf Opálka (il capo del gruppo), Josef Valčík, Jan Kubiš, Jiri Putucek e Jozef Gabčík.
In poco tempo i quattro, prendendo contatto con la resistenza locale, ordirono un piano per eliminare Heydrich nel momento in cui, a bordo della sua Mercedes Benz, con il suo autista era intento a percorrere via Holesovickach, dove transitava anche il tram.
Al momento dell’attacco però, il mitra sten di Gabčík si inceppò e gli attentatori si trovarono a doversi difendere dalle pistolettate di Heydrich e dell’autista che avevano reagito immediatamente all’attacco. Kubiš lanciò addosso ai due nazisti un ordigno esplosivo, che li ferì in modo grave, per quanto il gruppo d’assalto fosse costretto a fuggire per l’arrivo delle forze di polizia e dell’esercito tedesco.
317 persone morirono per vendicare l’assassinio di Reinhard Heydrich
Heydrich fu immediatamente trasportato all’ospedale con una ferita al fianco, ma non così grave da decretarne la morte, che però sopraggiunse per la negligenza dei medici di Praga, che non ritennero necessario somministrargli sulfamidici e operare contro un’infezione del sangue causata dal contatto con i crini di cavallo del sedile dell’auto. Heydrich peggiorò sempre di più fino ad entrare in coma e spirare il 4 giugno 1942. Il fatto che a curarlo fosse stato direttamente Karl Gebhardt, capo del servizio chirurgico SS, da decenni allunga un’ombra oscura sulla morte di Heydrich, per molti lasciato morire perché ormai fuori controllo, o troppo potente per un Himmler che non amava avere rivali attorno a sè. Chissà…di certo, al di là dell’ufficialità delle dichiarazioni ufficiali, Hitler commentò in modo sprezzante la morte di Heydrich, causata (a suo dire) dall’eccesso di sicurezza e arroganza di un uomo che pensava di poter andare in giro per Praga ad auto scoperta e senza scorta senza incorrere in pericoli.
Il commando di patrioti aveva trovato rifugio a Praga presso la Chiesa di San Cirillo e Metodio, ma pure lì arrivarono le notizie delle rappresaglie naziste per la morte di Heydrich, su tutte l’orrendo massacro compiuto dai tedeschi a Lidice, fuori Praga, dove tutti i maschi dai 16 anni in su furono fucilati sul posto, mentre le donne furono deportate presso il Campo di Concentramento di Ravensbruck, le più anziane furono inviate come cavie presso Auschwitz. I bambini invece furono in minima parte affidati a istituti tedeschi, mentre gli altri uccisi appena arrivati presso il Campo di Sterminio di Chelmo. In tutto Lidice vide la morte di 192 uomini, 45 donne e 80 bambini, tutti assassinati per vendetta dai tedeschi. Oggi a Lidice vi è un monumento eretto in memoria delle vittime.
Tuttavia tale episodio non fu il solo messo in atto dai tedeschi, comandati ora dal Generale Kurt Daluege, che mise una taglia sugli attentatori, mentre la pena di morte era ciò che sarebbe toccato a chi li avesse aiutati. Anche presso il villaggio di Lezaky i tedeschi, visto il fallimento nel ritrovare il commando, scatenarono la loro vendetta, uccidendo ogni uomo, donna o bambino..
Ma nonostante questo non vi era traccia del commando responsabile della morte di Heydrich. Alla fin fine però, uno dei paracadutisti (chiamato Karel Čurda), si vendette ai tedeschi, che grazie alle sue informazioni furono in grado di scovare il covo della resistenza e di attaccarlo in forze il 18 giugno 1942, con ben due battaglioni di SS.
Fino alle 2 di notte i valorosi dentro la Chiesa si batterono con le unghie e coi denti, con Opalka, Kubis e Bublik che si batterono fino alla morte per salvare i compagni, chiusi nelle Catacombe. Alla fin fine morirono tutti, suicidandosi con l’ultima pallottola rimasta per non finire in mano ai tedeschi da vivi. Tale successo però non bastò ai tedeschi, che torturarono il vescovo Gorazd per tre mesi per poi essere giustiziato assieme ai preti Cikl e Petrek, nonché al Capo del Consiglio della Chiesa Ortodossa Sonneved. 254 persone, tra cui le famiglie di chi era sospettato di appartenere alle resistenza, vennero deportate a Mauthausen. Morirono tutti.
Reinhard Heydrich: la morte dell’Uomo dal Cuore di Ferro
I funerali di Heydrich furono un’ottima occasione per la propaganda nazista di elevarlo a rango di eroe nazionale, in suo onore venne nominata “operazione Reinhard” l’edificazione dei più importanti Campi di Sterminio presso l’Europa Orientale: Treblinka, Sobibór e Bełżec. Fu sepolto nel Cimitero degli Invalidi a Berlino, affianco nientemeno che del grande Von Wittenberg, eroe delle guerre napoleoniche, ma l’offensiva sovietica del 1945 fece in modo che della tomba e dei resti di uno dei più sanguinari e crudeli uomini del nazismo non restasse traccia.
Karel Čurda (il paracadutista che aveva tradito) venne impiccato per tradimento nel 1946, mentre ancora oggi è celebrato il valore di quei patrioti che mostrarono al mondo che Heydrich, come tutti i tedeschi, non era invincibile e che la Resistenza era la sola strada per riavere dignità e libertà.