Quando M. Night Shyamalan scrisse un documentario su se stesso
Nel 2004 su Sci-Fi Channel andò in onda "The buried Secret of M. Night Shyamalan", un falso documentario sulla vita del regista de Il sesto senso. Scritto da lui stesso, il mockumentary svela il delirio di onnipotenza a cui fece seguito un inesorabile declino.
M. Night Shyamalan ha sette vite. Con una carriera di alti e bassi è stato il “nuovo Spielberg”, poi persona non troppo gradita e ora regista rinsavito. Dopo i primi successi, da Il sesto senso (1999) a Signs (2002), il cinema di Shyamalan sembrò infatti rallentare. Un paio di scelte sbagliate lo portarono ad un 2010 disastroso, punteggiato dalla sfortunata produzione di Devil e dalla regia di After Earth. Di recente però qualcosa è cambiato e il re dei plot twist è tornato alla ribalta. The visit ha in particolare ridestato l’attenzione degli Studios e del pubblico. Da qui Split e la nascita di una trilogia supereroistica costruita su un vecchio successo, Unbreakable, e chiusa quasi venti anni dopo con Glass. Gli ultimi progetti, dalla serie AppleTV+ The Servant, al lungometraggio in uscita nel 2021, sembrano confermare questo secondo rinascimento.
Le molte vite di Shyamalan vanno però apprezzate anche nei loro aspetti più assurdi. Tra successi e fallimenti, nella carriera del regista hanno trovato spazio momenti clamorosi. Uno dei quali ingiustamente dimenticato: il cosiddetto Scandalo Sci-fi channel. Al centro della vicenda, un falso documentario ed una campagna di marketing quanto mai fallimentare. L’anno è il 2004 e, mentre The Village esce nelle sale facendo parlare di primo insuccesso, molti puntano il dito verso The buried Secret of M. Night Shyamalan. Il documentario, ripreso sul set di The Village, è infatti l’atto di arroganza definitivo. Da qui la carriera del regista declinerà inesorabilmente. In questo “non-film” grottesco si arriva ad affermare che Shyamalan avrebbe poteri paranormali, da cui trae ispirazione per le sue storie. Una presa in giro delle tante leggende diffuse nel corso del tempo dai fan, venduta come biografia non ufficiale. Un esempio sopraffino di delirio di onnipotenza dai tratti surreali.
The buried Secret of M. Night Shyamalan è il più assurdo dei documentari
A pochi mesi dall’uscita di The Village, e sulla scia di ambiziose campagne pubblicitarie in stile The Blair Witch Project, Sci-Fi Channel propone ai propri telespettatori un documentario “non approvato” sulla vita di Shyamalan. Le bufale che vengono diffuse in quei giorni sostengono che il regista sarebbe furioso per la messa in onda di questo film rivelatore. Il tutto ovviamente crea grandi aspettative, e dona attenzione al regista e al suo prossimo film. Il documentario, racconta la stampa di allora, doveva essere un semplice dietro le quinte, ma il regista Nathaniel Kahn avrebbe scoperto l’oscura storia di Shyamalan. Alla fine il film va in onda, “senza la collaborazione del regista de Il Sesto Senso“, e molto prima che le infinite due ore di racconto vengano concluse il pubblico capisce l’imbroglio. Si scatena il finimondo. La cooperazione di Shyamalan, probabilmente vero sceneggiatore del documentario, è infatti palese.
L’Associated Press era stata convinta a diffondere numerose notizie false sul contenuto di The buried Secret of M. Night Shyamalan, arrivando a pubblicare comunicati stampa fasulli per invitare giornalisti a scrivere articoli fuorvianti. La “rivoluzionaria strategia di marketing” esplode così in mano ai suoi ideatori. Persino Disney, che possiede Touchstone Pictures, produttrice di The Village, è chiamata a prendere le distanze dal documentario.
Ma cosa racconta The buried Secret of M. Night Shyamalan? Semplicemente, la vita di Shyamalan come fosse un film di Shyamalan. Oscure forze paranormali vengono ritrovate nell’infanzia del regista, confermate da misteriosi intervistati, tra cui un inaspettato Johnny Depp. Il tutto ovviamente con il set di The Village a favore di camera.
Jhonny Depp e misteriose apparizioni, ecco il “bruciante segreto” del regista de Il Sesto Senso
Secondo il film di Khan, Shyamalan sarebbe capace di “connettersi con l’altra dimensione”. Un semplice documentario sul set diventa presto un’indagine surreale. “Non guardare Shyamalan negli occhi” dicono a Khan. Il regista viene inquadrato come fosse un essere misterioso. Tutto quello di cui in quegli anni si vociferava sul suo conto viene magicamente confermato. Ma i fan non apprezzano la parodia che Shyamalan fa di loro. Su forum di “massima segretezza” si scambiano informazioni sul regista. Il numero che accompagna i loro nickname indica il grado di conoscenza di Shyamalan. Un vero spaccato sull’utilizzo di internet prima dei social. Qui il regista riconosce l’idolatria nei suoi confronti e, al tempo stesso, ne pone definitivamente fine.
Khan “scopre” i punti di contatto tra la filmografia di Shyamalan e la sua vita. Un disegno delle elementari spiegherebbe la sua capacità di vedere i morti, proprio come il protagonista de Il Sesto Senso. Mentre il giovane disegnato sarebbe uno dei protagonisti di The Village. Il cinema di Shyamalan assume quindi le forme di una terapia necessaria ad un uomo instabile. Jhonny Depp racconta di non aver voluto lavorare con lui proprio per questo, “voleva che imparassi a memoria delle frasi senza senso”. La presenza del famoso attore rende questa sceneggiata molto più strana del previsto.
Per quanto assurdo e pedante, The buried Secret of M. Night Shyamalan svela davvero qualcosa sul regista. Sceneggiando una sua surreale biografia, Shyamalan ammette di provare una certa simpatia per la superstizione che circola intorno a lui. Come se volesse raccontarci che quel secondo nome autoassegnatosi, Night, lo renda davvero un po’ speciale. Osservarlo fingere di evitare le telecamere di Khan mentre un documentario da lui stesso commissionato e scritto racconta una sequela di assurdità ha del penoso e dell’epico allo stesso tempo. A volte, durante le interviste, Shyamalan esce dalla stanza come se le domande lo avessero sconvolto. Forse l’esistenza di questo mockumentary è più incredibile della storia che esso stesso racconta. La strategia di marketing di Shyamalan costruisce un’analisi critica del suo cinema, come giocasse a fare il critico cinematografico con se stesso. D’altronde è il regista che poco tempo dopo, ai tempi del fallimento di The Lady in the Water, pubblicherà un libro sulle ragioni per cui nessuno è stato capace di capirlo. La storia di un giovane Shyamalan morto a 11 anni e tornato in vita con strani poteri ha il suo fascino. Il plot twist non sta però nel fatto che sia tutto falso, ma nel desiderio dell’ideatore che tutto questo fosse vero.