Madame Clicquot: la storia vera di Veuve Clicquot, la regina dello champagne protagonista del film
Grazie alla sua lungimiranza, Madame Clicquot trasformò Veuve Clicquot in un marchio iconico.
Quando si apre una bottiglia di Veuve Clicquot, si entra in contatto con un pezzo di storia, un lascito di innovazione e coraggio che risale a una donna straordinaria: Barbe-Nicole Ponsardin, conosciuta come Madame Clicquot. La sua vita e la sua storia sono ora al centro del film Madame Clicquot, diretto da Thomas Napper, con Haley Bennett nei panni della protagonista.
La trama del film
Madame Clicquot racconta la storia di Barbe-Nicole Ponsardin, una donna che, contro ogni previsione e pregiudizio, riuscì a trasformare un’azienda di famiglia in uno dei marchi di champagne più celebri al mondo. La narrazione inizia con il matrimonio di Barbe-Nicole con François Clicquot (interpretato da Tom Sturridge), il figlio del proprietario di vigneti. Dopo la morte prematura del marito, Barbe-Nicole si trova a dover gestire l’impresa in un’epoca in cui le donne erano considerate inadatte per il mondo degli affari. Contro il volere del suocero e di una società patriarcale, Barbe-Nicole non solo prende il controllo dell’azienda ma introduce innovazioni fondamentali che rivoluzionano il processo di produzione dello champagne.
La storia vera dietro il film Madame Clicquot
Nata nel 1777 a Reims, nel cuore della regione dello Champagne, Madame Clicquot era la figlia di un ricco mercante tessile, Nicolas Ponsardin. Cresciuta durante la Rivoluzione francese, visse in un periodo di grande turbolenza politica e sociale. Suo padre, abile nel navigare i cambiamenti del tempo, la sposò a François Clicquot, figlio di un imprenditore locale. I due giovani condividevano il sogno di trasformare l’azienda di famiglia in un produttore di champagne di fama internazionale.
Nel 1805, la morte prematura di François lasciò Madame Clicquot vedova a soli 27 anni. In un’epoca in cui le donne erano largamente escluse dagli affari, Barbe-Nicole assunse il controllo dell’azienda di famiglia, sfruttando l’unico margine legale disponibile per le donne: la vedovanza. Con grande determinazione e visione, convinse il suocero Philippe a investire nell’attività e iniziò a ridefinire l’arte della produzione di champagne.
Madame Clicquot affrontò numerose difficoltà, tra cui il rischio delle esplosioni delle bottiglie di champagne e le restrizioni commerciali dovute alle guerre napoleoniche. Con l’aiuto del fidato venditore Louis Bohne, riuscì a far arrivare il suo champagne nei mercati internazionali, persino aggirando i blocchi commerciali imposti dalla Russia. Nel 1811, l’annata della “cometa” segnò una svolta grazie a una vendemmia eccezionale, che contribuì a consolidare la reputazione di Veuve Clicquot.
Madame Clicquot non solo espanse la distribuzione internazionale, ma introdusse innovazioni fondamentali nel processo produttivo. Fu lei a perfezionare la tecnica del “rémuage”, che consiste nel posizionare le bottiglie capovolte per raccogliere i sedimenti vicino al tappo, facilitando la loro rimozione e garantendo una maggiore limpidezza del prodotto finale.
Grazie alla sua lungimiranza, Madame Clicquot trasformò Veuve Clicquot in un marchio iconico. Alla sua morte nel 1866, all’età di 88 anni, lasciò un’azienda prospera che continuò a crescere e a innovare. Il suo lascito vive ancora oggi, non solo attraverso lo champagne che porta il suo nome, ma anche come ispirazione per molte donne imprenditrici che cercano di lasciare il segno nel mondo degli affari.
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