Madre!: spiegazione e significato del finale del film di Darren Aronofsky
Madre! rappresenta Madre Natura, pronta a sacrificare se stessa e il proprio mondo in nome di un amore tanto grande e puro da essere destinato a non essere né compreso né rispettato da un'umanità che non lo merita.
Madre! è un film del 2017 per la regia di Darren Aronofsky (Requiem for a dream, Il cigno nero) che vede emergere il suo significato – reso esplicito dallo stesso regista – da una complessa metafora biblica sulla situazione del nostro pianeta, in cui Madre Natura e i suoi migliori frutti sono destinati a soccombere a causa dell’invadenza distruttiva degli ospiti che popolano la Terra, incapaci di portarle il benché minimo rispetto.
Protagonista senza nome di Madre! è un’eterea Jennifer Lawrence, profondamente innamorata del suo “Dio” (interpretato da Javier Bardem), un celebre poeta, amato e stimato, ma in profonda crisi creativa. La coppia vive nel casolare di Lui, amorevolmente ristrutturato e rimesso a nuovo da Lei, dopo che un incendio devastante lo aveva ridotto in cenere, provocando nell’uomo un’enorme ferita e la perdita di tutto.
In mezzo alle ceneri del casolare, Lui aveva ritrovato un misterioso dono ricevuto in passato, un cristallo che – rimasto intatto – diviene così simbolo di quel luogo che non c’è più ma che continua a vivere nei ricordi e nel cuore di Lui. Un cimelio che l’uomo custodisce gelosamente come un frutto proibito nel suo Eden, collocandolo nello studio privato in cui desidera che nessun altro entri.
L’allegoria dell’amore primordiale secondo Darren Aronofsky
La vita della coppia scorre apparentemente serena, anche se ben presto emerge la sofferenza di Lei, che si sente poco considerata dal suo Dio, molto più intento a coltivare la propria crisi che il loro rapporto. Madre comincia così a sentirsi trascurata, rifiutata anche sessualmente, nonostante la sua bellezza e la totale dedizione nei confronti del proprio uomo, che parla di un futuro luminoso e prolifico per i due, in cui idealizza le qualità eccezionali di quella donna che però – nel concreto – non riesce ad amare.
La situazione precipita quando una notte un uomo sconosciuto (Ed Harris) bussa alla loro porta in cerca di asilo, scoprendosi grande fan del poeta. Lui si prende cura dell’ospite indesiderato come non aspettasse altro, beandosi del ritorno narcisistico degli elogi ricevuti e calpestando di fatto le esigenze di intimità di Lei, che viene messa sgarbatamente da parte come fosse la reale intrusa.
L’uomo si mostra sofferente e ammalato fino a quando non viene raggiunto dalla moglie (Michelle Pfeiffer), una donna altrettanto invadente che sembra custodire il segreto di un legame felice, a differenza della sempre più sconfortata Lei.
La coppia rappresenta Adamo ed Eva, i primi ospiti dell’Eden, con tanto di violazione del frutto proibito (la moglie dell’intruso entra prepotentemente nello studio – nonostante le varie raccomandazioni di Madre – e rompe il cristallo). Da qui è un totale precipitare degli eventi, con l’arrivo dei figli della coppia (Caino e Abele) che litigano per l’eredità – data la malattia del padre – fino a quando il primo uccide il fratello.
L’Eden e l’intera Terra sono ormai violati, Madre si impegna con tutte le proprie forze per ripulire il casolare del sangue e della violenza ma senza riuscirci (come una ferita, nel punto in cui “Abele” è stato ucciso, si espande una macchia infiltrante di sangue, che continua e spurgare e può solo essere nascosta da un tappeto).
In tutto questo Lei continua ad essere vista come l’apparente causa di ogni male, nonostante il suo continuo elargire bene e aiuto, con la sua sempre più flebile richiesta di intimità (rispetto per la Terra) interpretata come egoismo e incapacità di partecipare all’assurda relazione fra Lui e i suoi ospiti non invitati.
In occasione del rituale funebre dedicato ad “Abele”, altri ospiti violano il casolare, comportandosi come fossero a casa propria e ignorando completamente Lei e le sue legittime richieste di rispetto verso la propria dimora. La rottura volontaria di un lavandino provoca così un “diluvio universale” che momentaneamente spazza via gli ospiti indesiderati, donando alla coppia un periodo di ritrovata intimità in cui Lei si accorge di essere incinta.
Madre!: Vecchio e Nuovo Testamento
Lui sembra ritrovare la creatività perduta e riesce a mettere insieme un bellissimo e commovente poema che Madre crede essere dedicato a lei. Commossa da tale inaspettato quanto agognato gesto d’amore, la donna deve però confrontarsi immediatamente con la realtà: il poema (che simboleggia la religione) è già stato venduto a una casa editrice e nuovi ospiti sono pronti a violare l’intimità della coppia per incensare il suo compositore, sempre più assetato di potere e approvazione (la preghiera) ed estasiato nei confronti di un’umanità crudele e distruttiva che però – in quanto Dio – non può fare a meno di amare e proteggere, a discapito di Madre Natura.
Il piccolo “Messia” nasce all’interno di tale situazione di caos e non tardano ad arrivare i primi doni degli ospiti (momentaneamente nelle vesti di Re Magi). Madre! tenta strenuamente di proteggere il proprio bambino dalle avide braccia del Padre, di cui ormai non si fida più, ma la privazione del sonno ha la meglio e al suo risveglio il bambino si trova fra le braccia di orde di fanatici accorsi per celebrare la nascita con un rituale che culmina in una macabra Comunione in cui il gruppo si ciba del corpicino del neonato (il sacrificio di Cristo).
Madre è ormai sconvolta dal dolore e dalla rabbia e tira fuori tutte le sue forze residue per mettere in fuga i maledetti ospiti che le hanno rovinato la vita, trovando come unica soluzione appiccare un incendio che restituisca il casolare alle sue ceneri originarie. Ma il fuoco, che riduce anche Lei in fin di vita, non ha ovviamente la meglio su di Lui (essendo Dio) e mentre Madre! si appresta ad esalare il suo ultimo respiro, l’uomo riesce ad attingere ancora un po’ del suo sconfinato amore da quel corpo ormai consumato, estraendo dal petto della donna il cuore, che cela al proprio interno un nuovo cristallo.
Madre muore ma il ciclo è pronto per ricominciare. Il casolare (la Terra) riprende vita e una nuova donna (Madre Natura) è pronta a sacrificare se stessa e il proprio mondo in nome di un amore tanto grande e puro da essere destinato a non essere né compreso né rispettato da un’umanità che non lo merita.