Marcello Mastroianni: Ieri, oggi, domani mito di eleganza senza tempo
Il 28 settembre 1924 nasceva Marcello Mastroianni. Per natura l’attore è una sorta di meraviglia che può permettersi di cambiare personalità. Se non sai come fare questo, è meglio cambiare mestiere: – queste le parole dell’attore che ci sono sembrate più adatte ad introdurre questo viaggio indietro nel tempo, tra le pagine e i fotogrammi di una storia del cinema che vede Marcello tra i memorabili e indelebili protagonisti.
Maschera plasmabile di eleganza senza tempo, Marcello Mastroianni ha prestato, nell’arco della sua carriera, il proprio volto a personaggi sia drammatici che comici, divenendo negli anni sessanta e settanta uno degli interpreti italiani più apprezzati anche all’estero. Ci viene quasi naturale ricordarlo in coppia con la grandissima Sophia Loren, attrice che, quando Marcello scomparse, nel 1996, probabilmente sentì di aver perso quasi un pezzo di se stessa o un fratello col quale era cresciuta condividendo anni e anni di vita e lavoro. Fu il regista Alessandro Blasetti a proporre per la prima volta la coppia Mastroianni-Loren in Peccato che sia una canaglia (1954), la storia di un tassista romano (Mastroianni) che si innamora di una bellissima ladra, Lina (Loren), figlia di un imbroglione (De Sica). Continuiamo questo viaggio (siamo appena all’inizio!) riportando alla memoria quei fotogrammi che, nel corso del tempo, sono diventati veri e propri immagini-icone rappresentative del nostro cinema: molte, tra le tante icone nazionali, vedono Marcello come protagonista. Superata l’immagine neorealista impregnata di disperazione che vede la Magnani uccisa dal mitra dei tedeschi e quella in cui la Loren, inginocchiata nella polvere, grida la propria rabbia, arriviamo all’icona, sicuramente più felice, che fissa Marcello con i pugni chiusi davanti la faccia, mentre la Loren sfila le calze nella scena del celebre spogliarello.
Quest’ultimo manifesto del cinema italiano ci arriva dal film che consacra il successo mondiale della coppia Loren-Mastroianni, Ieri, oggi, domani del 1963, diretto da Vittorio De Sica. L’anno successivo, vediamo i due attori di nuovo insieme in Matrimonio all’italiana, altro film firmato De Sica, ispirato a Filumena Marturano di Eduardo de Filippo. A questo punto, sempre comunque rimanendo nell’ambito dello stesso genere, mettiamo da parte il sodalizio professionale tra la Loren e Mastroianni e procediamo citando un film diretto da un altro regista del panorama cinematografico italiano: Pietro Germi. Doveroso è infatti ricordare Divorzio all’italiana (1962), film che si propone di parodiare l’articolo di legge secondo il quale ad un coniuge, nella pellicola è il caso del barone interpretato da Marcello, è giustificato il delitto d’onore se scopre l’altro mentre commette adulterio. Ed ora, cambiando di nuovo regista e addirittura genere, arriviamo a Le notti bianche (1957), regia di Luchino Visconti. Chiunque ha visto il film giustificherà, a questo punto del viaggio, il salto tanto indietro nel tempo. Qui Mastroianni veste la maschera romantica di un uomo profondamente innamorato e riesce a far innamorare anche noi romantici che, fuori lo schermo, lo vediamo rincorrere con gli occhi persi di chi ama davvero un’ ingenua, frizzante e sognatrice Maria Schell, una sorta di Amélie Poulain in bianco e nero.
Esisto solo quando sto lavorando ad un film: – spiega Marcello. Questa frase rende il perché i film da ricordare sarebbero tantissimi. Furono il talento, il fascino, l’eleganza innata, la plasmabilità e la versatilità a condurlo fino a Fellini. Il regista, liberatosi degli eccessi mattatoriali di Alberto Sordi percepiti ormai come un ostacolo all’ambizione di diventare un vero autore, trovò nel “volto terribilmente ordinario” (parole di Fellini) di Marcello l’interprete perfetto dei film\sogni post anni Sessanta. La famosa mini-caricatura del nome dell’attore, Marcellino, potrebbe quindi stare a simboleggiare proprio questa qualità di plasmabilità domabile che il regista riminese trovò in Mastroianni. Un’altra celebre icona del cinema italiana ci giunge da La dolce vita (1960) di Federico Fellini: Marcello, nella celebre scena della Fontana di Trevi, visibilmente sedotto dalla bellezza statuaria di Anita Ekberg. Nel 1987, il regista riminese deciderà di rievocare l’atmosfera di quel bagno notturno concedendo a Marcello e ad un Anita, visibilmente invecchiata, di rincontrarsi. È Mastroianni, vestito da Mandrake, a realizzare letteralmente la magia che permetterà ai due attori di rivivere quel leggendario momento. Con le sequenze in questione, tratte dal film Intervista, riportiamo alla mentre il fascino di un cinema vero, capace di rendere le proprie immagini simili a versi di una poesia sulla vita, sul tempo.
Marcello Mastroianni: attore del “film non realizzato più famoso della storia del cinema”
Altra pellicola memorabile che Marcello attraversa, sfoggiando un paio di occhiali che tanto ricordano quelli di Fellini, è 8 ½ (1963), nel quale è Guido, un regista che non riesce a portare a termine un film per cui il produttore ha già investito. Che Fellini vivesse una sorta di identificazione con Marcello, cosa che non aveva provato con Sordi, diventa palese con quest’ultima pellicola: la “maschera” d’attore di Mastroianni, nelle vesti di Guido, sembra incarnare quello che fu uno dei più grandi tormenti della carriera di Federico Fellini.
Il regista riminese, infatti, non riuscì mai a dar vita ad un film per cui De Laurentiis aveva già investito denaro e di cui rimangono solo la sceneggiatura del 1965 ed anche alcune testimonianze di una serie di provini fatti a Marcello. Il film, se cosi possiamo chiamarlo, è Il viaggio di G. Mastorna, definito “il film non realizzato più famoso della storia del cinema” (Vincenzo Mollica). Qui, Marcello avrebbe potuto interpretare un violinista che, in seguito ad un incidente aereo, compie un viaggio nell‘aldilà per poi tornare alla vita di sempre. Provammo coi baffi, senza baffi, con la parrucca, senza, le lenti a contatto, ma Mastorna non c’era. Continuava a nascondersi, inafferrabile: – confida il regista a Mastroianni (dichiarazioni riportate in Block-notes di un regista). Giunti a questo punto del viaggio nella carriera di Marcello, concludiamo con Ginger e Fred (1985), film nel quale Mastroianni è Pippo Botticella, in arte Fred, ed affianca Giulietta Masina. Qui, i due attempati ballerini si confrontano con la volgarità di un presente fatto di spot pubblicitari e continui inviti all’acquisto. Nella figura di Marcello si ritrova il fascino cortese della poesia del passato, di quella poesia che col tempo sembra essere naufragata nelle spiagge dei soli ricordi, travolta via dalle onde del moderno.