Marco Giallini e Valerio Mastandrea: non solo film. Chimica, amicizia e complicità
Sono una delle "coppie di fatto" più amate del cinema italiano e la loro chimica va oltre il grande schermo. Ecco qualche curiosità su Marco Giallini e Valerio Mastandrea.
È una delle coppie più amate del cinema italiano: Marco Giallini e Valerio Mastandrea sono due degli attori più quotati e migliori amici. Tanti punti in comune, tante differenze e un bene profondo che li lega. Scopriamo insieme la loro amicizia!
Marco Giallini e Valerio Mastandrea: tutto quello che dovete sapere sul loro rapporto fatto di romanità, chimica e complicità
Se la loro amicizia fosse un film sarebbe una sorta di Amici miei: una commedia esilarante, scorretta e sagace. Marco Giallini e Valerio Mastandrea sono l’emblema di quella “romanità” scanzonata e sempre con la battuta pronta. Non a caso “si sono scelti”, amici da più di venti anni: “Con Giallini ci conosciamo dal lontano dicembre del 1994”, ha dichiarato Mastandrea durante una divertente intervista al late night show di Sky Uno E poi c’è Cattelan qualche anno fa. “Non so se fosse dicembre ma sicuramente era il ’94. Lui essendo innamorato si ricorda anche il mese, come le fidanzate” la risposta pronta di Giallini.
Leggi qui la recensione di Domani è un altro giorno
I loro interventi insieme si rivelano sempre imprevedibili, mai banali, come se recitassero un copione scritto da un bravissimo commediografo. Ma la loro bellezza sta proprio nella spontaneità e nella naturale simpatia che tanto li fa amare dal pubblico. D’altronde la bravura di un attore si vede anche in questo: nel saper improvvisare e intrattenere senza un canovaccio, fuori da ogni schema. Mastandrea e Giallini rispecchiano a pieno queste caratteristiche, un mix irresistibile: il primo più composto ma sempre pungente, il secondo esuberante e logorroico. Come Tommaso e Giuliano, i due personaggi che interpretano in Domani è un altro giorno di Simone Spada, due amici da una vita, nei quali è facile rivedere un po’ della personalità dei due attori. Una chimica e una complicità che, forse, non si sarebbe creata né vista nel film se fra i due non ci fosse stato un vero “sentimento”.
Marco Giallini e Valerio Mastandrea: dai provini teatrali ai film insieme
“Giallini passa accanto alla porta d’ingresso su cui è appesa una foto di Valerio Mastandrea – scrive il giornalista Vittorio Zincone sul corriere.it a casa dell’attore per un’intervista del gennaio scorso – osservando l’immagine di Mastandrea, Giallini parte col flusso: “Guarda che foto di Valerio, cor cappello ‘ntesta, è come un figlio scemo, che faccia! Scherzo eh, è più di un amico, è un fratello, lui si ostina a fare il cinema per se stesso, dice “Marco facciamo questo film” e io “Ma chi se lo vede un film così?”, cioè qual è il senso? Vincere il David di Donatello?”. Così diversi così vicini: uno anche regista – da poco candidato ai David di Donatello come miglior regista esordiente per il gioiellino Ride – e sceneggiatore (La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi); l’altro impegnato in ruoli ormai amatissimi e iconici come il burbero e dolente vicequestore Rocco Schiavone nell’omonima serie tv Rai, una sorta di alter ego dell’attore con il quale condivide lo stesso triste destino.
A legare i due amici e colleghi anche il fatto che Valerio Mastandrea è il padrino di Rocco, primogenito di Marco Giallini, entrambi tifosi sfegatati della Roma, un bene profondo che li lega indissolubilmente.
Dai primi provini a teatro alle tournée a condividere la stessa stanza d’albergo, fino al loro primo film insieme: L’odore della notte di Claudio Caligari del 1998. Un cult fondamentale nella filmografia di Giallini e Mastandrea: un’Arancia meccanica all’italiana, estremamente violento, cupo. Un gruppo di borgatari con a capo Remo Guerra/Mastandrea che terrorizza con rapine e violenze i quartieri della Roma Bene. Un omaggio a Scorsese e Tarantino con momenti anche esilaranti come la scena nella quale Maurizio Leggeri/Giallini nel bel mezzo di una rapina con la pistola puntata a un terrorizzato Little Tony – che interpreta se stesso – gli intima di cantare Cuore matto.
Nel corso di questi venti anni, poi, in realtà pochi film insieme: come Barbara di Angelo Orlando nel quale rimangono legati a un letto per tutta la durata del film a Il siero della vanità di Alex Infascelli del 2004 fino ai più recenti Ogni maledetto Natale di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, il successo Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese – anche in questo film nella parte di due amici di vecchia data in una cena a prova di tradimento – e The Place dello stesso regista: stavolta faccia a faccia, Mastandrea nella parte di un misterioso e inquietante personaggio – forse Satana, forse l’avvocato del diavolo – che mette a dura prova chi gli chiede di realizzare i propri desideri; Giallini un poliziotto che rivuole a tutti i costi un rapporto con il figlio.
Nonostante i pochi titoli che li vedono insieme sul grande schermo i due vengono unanimemente considerati una “coppia di fatto” del cinema italiano. E Domani è un altro giorno sembra quasi un coronamento di questo rapporto nel quale sicuramente il pubblico riuscirà a scorgere la verità , a “sentire” le emozioni della realtà che sovrasta la finzione.