Marguerite: il film che racconta la storia vera di Florence Foster Jenkins
Cos'hanno in comune Marguerite Dumont e Florence Foster Jenkins? Sono rispettivamente il volto finto e reale di una stessa storia, quella della cantante d'opera peggiore di sempre.
Esilarante, drammatico, sconvolgente. Marguerite, il film diretto da Xavier Giannoli, è la traslitterazione esatta e concreta della filosofia del riso di Bergson. Una storia vera, una testimonianza umana e quindi comica e triste allo stesso tempo, come solo la nostra specie può essere. Già, perché Marguerite Dumont è una donna vera, volto cinematografico di Florence Foster Jenkins, a cui il film con protagonista Catherine Frot si ispira molto liberamente.
La vita della cantante più stonata mai esistita ha affascinato il regista francese al punto da volerne creare un film molto romanzato, trasportando la storia di Florence nella Francia degli anni ’20, in un ambiente carico di cultura e innovazione. Ma come ha fatto Xavier Giannoli a scovare la storia di Florence Foster Jenkins? In un’intervista il regista ha raccontato:
“Stavo ascoltando la radio, più di dieci anni fa, e improvvisamente ho sentito la sua voce che cantava l’aria della Regina della Notte; Era come se qualcuno stesse stringendo il pappagallo di Mozart. Era così divertente e il presentatore in radio ha anche detto che questa donna aveva cantato presso il Carnegie Hall, davanti a un’immensa folla. Immediatamente ho pensato che si trattasse di una storia straordinaria […] Volevo sapere tutto sul suo conto”.
Sapere tutto sulla storia vera di Marguerite Dumont corrisponde quindi a voler sapere tutto sulla biografia di Florence Foster Jenkins.
Chi era, dove viveva, come ha fatto e diventare famosa nonostante l’incredibile stonatura? Nata a Wilkes-Barre, in Pennsylvania, nel 1868, Florence mostrò fin dalla giovane età la sua predilezione per la musica, trovando però nel padre il suo grande ostacolo. Abbandonata la sua città natale e recatasi in Filadelfia insieme al dottore Frank Thornton Jenkins, che divenne suo marito, riuscì ad esprimere pienamente e liberamente la sua volontà solo nel 1909 quando, alla morte del padre, ereditò una somma tale da consentirle di intraprendere la carriera di cantante e di fondare il Verdi Club.
Il suo primo debutto risale al 1912 e tante sono le testimonianze a favore del suo mancato talento. Un articolo pubblicato nel 1957 sul magazine Coronet dice: “Non riusciva a essere per niente in sintonia. Il suo senso del ritmo era incerto. Nelle tracce di registrazione la sua voce spesso svaniva nell’aria”. Infatti per rimediare alle stonature i suoi accompagnatori erano costretti a ricorrere a drastici aggiustamenti. Di certo la registrazione ascoltata da Giannoli non faceva parte di quella risma!
Di seguito la maldestra interpretazione canora di Mozart targata Florence Jenkins
Ciò che si sa realmente su questa affascinante donna in realtà non è tantissimo, poiché di fatto ciò che più trapela dalle testimonianze scritte arrivate a noi è l’essenza della sua personalità: costruita da giornalisti che, nel beffare le sue stravaganti interpretazioni di Mozart, Verdi e non solo, usavano modi talmente accattivanti da portare il pubblico non a snobbare la Jenkins bensì a renderla una vera e propria pop star. In un certo qual modo potremmo dire che Florence Foster Jenkins è stata l’antesignana degli attuali youtuber (si, è vero, molti sono bravissimi, ma quanti hanno fatto fortuna senza nessuna dote apparente se non l’incapacità nel fare qualcosa?).
Florence Foster Jenkins, a cui si ispira la storia della Marguerite Dumont rappresentata nel film di Giannoli, ma anche il biopic con Meryl Streep diretto da Stephen Frears, si paragonava a soprani come Frieda Hempel e Luisa Tetrazzini e amava esibirsi in pubblico ignorando le critiche, anzi sostenendo con fierezza “La gente può anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato”.
Dopotutto, è impossibile non notare una discrepanza tra la donna rappresentata nel film Marguerite e quella esistita realmente tra il 1868 e il 1944. La prima, infatti, dimostra di essere inconsapevole della sua mancanza di talento. È una donna che fa tenerezza per quanto si dimostra semplice e innocente, una donna di cui la gente si approfitta solo per via della sua condizione economica agiata, che ignora completamente la cattiveria del mondo esterno e dalla stessa rimane afflitta, inconsapevolmente. La seconda, invece, quella vera, sa bene di non avere la stoffa per fare la cantante ma se ne frega di tutto e tutti.
In entrambi i casi ciò che trapela da questa storia è una carica esplosiva di divertimento, perché non c’è niente di più bello che vedere qualcuno che si mette volontariamente in mostra, spudoratamente convinto di essere il top.
A corredare le sue interpretazioni musicali abiti e ambientazioni sfarzose che si vedono sia nell’opera di Giannoli che in quella di Frears, tempestate da una pioggia di lustrini, piume, animali strambi e abiti esagerati, degni di una diva! A tal proposito sono diventate note alcune fotografie che la ritraggono con ali d’angelo: un costume ideato per lei su ispirazione del dipinto Christy Stephen Foster and the Angel of Inspiration di Howard Chandler.
Florence Foster Jenkins interpretata da Meryl Streep e Catherine Frot
Le sue esibizioni avvenivano in luoghi abbastanza ristetti o presso il Ritz-Carlton di New York. Nel film francese anche Marguerite Dumont si esibisce in location protette, perlopiù per volontà del marito che cerca in tutti i modi di arginare la sua voglia di far carriera, ma se avete visto il film saprete che ciò che desidera la protagonista è esibirsi davanti a un pubblico vero.
Florence Foster Jenkins: la sua esibizione e le cause della morte
Mentre in Marguerite ci viene mostrato come sia lei stessa a voler fare questo grande passo, senza dubbio incoraggiata da un colorito gruppo di ragazzi, ci risulta che la vera Jenkins si esibì all’età di 76 anni presso la Carnegie Hall, il 25 ottobre 1944, dopo un’insistente richiesta dei suoi fan. Morì di infarto un mese dopo questo evento. Nel film di Xavier Giannoli con Catherine Frot l’attacco cardiaco sembra essere la diretta conseguenza dell’ascolto della sua voce registrata e quindi alla scoperta di non essere per niente dotata di talento, mentre nella storia reale non si fa riferimento a questo dettaglio, nonostante giri una voce (non verificata) secondo la quale fosse rimasta basita dalla stroncatura della critica.
Secondo alcuni, inoltre, le stonature della Jenkins potrebbero essere state la diretta conseguenza della sifilide. C’è poi chi sostiene che il suo personaggio fosse stato creato ad hoc, ma anche in questo caso si tratta solo di supposizioni, mentre le fonti certe ci lasciano in eredità la storia vera di una donna che morì convinta di avere stoffa per fare la cantante d’opera, appagata della sua ultima esibizione.
Ciò che resta della vera storia di Marguerite è la consapevolezza che “la preparazione non è fare qualcosa di grande e bello, è farlo con grandezza e bellezza”; due CD con la sua stridula voce – The Glory of the Human Voice e Murder on the High Cs – e ben quattro opere ispirate alla sua stravagante personalità: la commedia di Chris Ballance, Fringe, che ha fatto il suo debutto all’Edinburgh Festival; la commedia Souvenir, con Judy Kaye, presentata nel 2005 a Broadway e i due film già citati: Marguerite e Florence.