Chi era Maria Montessori: la storia vera della “nouvelle femme”, oltre il film
Ripercorriamo gli snodi salienti della vita e del pensiero di Maria Montessori, raccontata nel film con Jasmine Trinca.
La settima arte ha già preso in esame la spettacolare figura di Maria Montessori, ma Léa Todorov, al cinema dal 26 settembre 2024 col film Maria Montessori – La nouvelle femme, sceglie di parlare della scienziata italiana filtrando la sua storia attraverso quella di una figura immaginaria, la cortigiana parigina Lili d’Alengy. La regista, figlia del grande autore russo Tzvetan Todorov, parla dunque della Montessori facendoci innanzitutto capire la delicata situazione socioculturale in cui ci si muoveva agli inizi del ‘900.
La donna, infatti, vede la figlia disabile Tina come una vergogna e un intralcio alla sua carriera e alla sua vita, al punto da presentarla alla dottoressa come sua nipote. Basta questo riferimento per farci intuire che le ricerche e la caparbietà della Montessori sono andate oltre la semplice conoscenza medica e scientifica, dovendo innanzitutto scalfire un muro di gomma che vedeva gli “idioti” come un peso.
Il film mette in risalto anche il carattere tenace di Maria Montessori, interpretata da una meravigliosa Jasmine Trinca, le sue idee sul matrimonio, il rapporto col compagno e col figlio, nonché le battaglie fatte per affermare le sue idee.
La biografia e la formazione di Maria Montessori: quante lauree aveva?
Nata a Chiaravalle (al civico 10 di Piazza Mazzini) il 31 agosto del 1870, in una famiglia sensibile alle idee politiche favorevoli all’unità d’Italia, Maria Tecla Artemisia Montessori subì l’influenza positiva dello zio materno, l’abate e naturalista Antonio Stoppani, e della madre Renilde Stoppani, dalla quale ereditò la predilezione a difendere quel certo femminismo teso a rompere gli schemi del tempo, andando anche contro le idee conservatrici del padre. Quest’ultimo avrebbe voluto avviarla alla carriera d’insegnante, ma la sua strada l’avrebbe portata ben oltre!
Dopo aver conseguito gli studi elementari, in verità in maniera poco brillante (anche e soprattutto a causa di alcuni problemi di salute), Maria Montessori iniziò ad essere attratta dagli studi intorno agli 11 anni di età, mostrando una spiccata predilezione per le materie scientifiche. Ai curiosi farà piacere sapere che da giovane aveva studiato pianoforte (poi abbandonato) e francese, che era appassionata di arte drammatica e letteratura, peccando però in grammatica e in matematica.
Tuttavia, come sappiamo, tali lacune non le vietarono di iscriversi, dopo aver conseguito il diploma, presso la Regia scuola tecnica (oggi Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci, in via degli Annibaldi), con una votazione di 137/160 a Roma, alla Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma (per farlo, non avendo la maturità classica all’epoca obbligatoria, s’iscrisse inizialmente alla Facoltà di Scienze), dove si laureò il 10 luglio del 1896 con una tesi sperimentale dal titolo Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico, specializzandosi successivamente in neuropsichiatria.
La terza donna in Italia a laurearsi in Medicina
Terza donna in Italia a divenire medico, fu osteggiata nel suo percorso di studi da una mentalità che vedeva le donne non idonee a certe mansioni. Aspetto, quest’ultimo, che trapela benissimo nel film di Léa Todorov.
Se avete visto Maria Montessori – La nouvelle femme, inoltre, vi sarete resi conto dell’importanza dedicata alla cura del corpo. La giovane, infatti, durante i suoi studi universitari, era rimasta particolarmente affascinata dalla lezioni di igiene sperimentale di Angelo Celli, secondo il quale alcune malattie potevano essere facilmente debellate attraverso l’impegno da parte dello Stato a farsi carico dei ceti sociali più deboli.
Tra gli altri, la Montessori frequentò inoltre corsi di batteriologia e microscopia, nonché pediatria, ginecologia e malattie degli uomini, dedicandosi altresì alla ricerca e all’osservazione nelle sale del manicomio dell’ospedale di Santa Maria della Pietà (Roma).
Lavorativamente parlando, Maria Montessori divenne direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma grazie ai risultati delle sue ricerche, presentati nel ’98 al congresso pedagogico di Torino. Da qui lo spostamento dei suoi obiettivi sul piano educativo e il conseguimento di una seconda laurea in filosofia.
Certamente la sua opera più grande la cominciò presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma, dove iniziò a occuparsi del recupero di bambini affetti da problemi psichici, in collaborazione col medico Giuseppe Ferruccio Montesano (con cui ebbe anche una relazione sentimentale).
La vita privata di Maria Montessori: perché ha abbandonato il figlio?
Vale la pena soffermarsi sul rapporto tra Maria Montessori e Giuseppe Montesano, che anche il film mette in risalto, dandoci modo di spiare la mentalità del tempo e concedendoci anche uno sguardo estremamente moderno sul vincolo del matrimonio, che la donna definisce come un contratto che le avrebbe vietato di proseguire la sua carriera. In questo atteggiamento della Montessori si rivela tutta la sua emancipazione e il suo coraggio.
La relazione tra i due medici, che Montesano volle inizialmente mantenere segreta, portò alla nascita del figlio Mario nel 1898. Maria Montessori partorì di nascosto, affidando il pargolo a una balia, Vittoria Pasquali, che lo crebbe presso Vicovaro (un paese sito vicino Roma), dove Maria si recava ogni settimana. Venuta a mancare la Pasquali, Mario (già quattordicenne) andò a vivere con la madre, ma con la convinzione di esserne il nipote. Per sapere la verità, infatti, dovette attendere di leggere il suo testamento (Maria Montessori morì il 6 maggio del 1952 a Noordwijk, Paesi Bassi).
Le motivazioni di questa bugia sono da rintracciarsi nella mentalità scandalistica dell’epoca e nelle ideologie della donna la quale, pur di mantenere fede alla sua volontà di essere libera e di perseguire la sua missione, scelse di sacrificare la sua vita privata, di non convolare a nozze con Montesano, il quale finì poi per sposare un’altra donna. Dramma, quest’ultimo, che la Montessori visse come un autentico lutto, iniziando persino a vestirsi di nero.
Tornando al rapporto col figlio, nonostante tutto Maria riuscì a creare un legame indissolubile con Mario, che nel 1915 la seguì nel suo viaggio negli Stati Uniti in occasione della Panama-Pacific International Exposition di San Francisco. Non fu l’ultimo viaggio, chiaramente, poiché la Montessori andò ovunque per parlare del suo metodo. Forse il viaggio più significativo e noto fu quello fatto in India, dove entrambi furono internati poiché cittadini di un Paese nemico (era appena scoppiata la Seconda Guerra Mondiale) per poi esseri rilasciata nel ’44 e fare ritorno in Europa due anni più tardi.
Mario (che morì il 10 febbraio del 1982 ad Amsterdam a causa di una malattia), si appassionò così tanto alla pedagogia da contribuire a far conoscere l’opera di Maria Montessori, fondando insieme a lei, nel 1929, l’Associazione Internazionale Montessori.
Il metodo Montessori. Perché Maria Montessori pensava che la scuola non fosse adatta ai bambini?
Ma in cosa consiste questo metodo ancora oggi usato in tutto il mondo (sono circa 65 mila le scuole montessoriane) e che ha reso la donna così celebre da apporre il suo volto sulle banconote (parliamo delle 1000 lire, in circolazione in Italia fino al febbraio del 2002)?
Influenzata principalmente dalla letteratura scientifica francese circa i casi di ragazzi allevati dagli animali in zone remote e i relativi esperimenti per reintrodurli nella società (compiuti da Jean Marc Itard) e dai suoi successivi studi in materia, Maria Montessori fondò a Roma, nel 1906, la “Casa dei Bambini”, in cui mise a punto una vera e propria rivoluzione che ben presto si diffuse in tutta Europa e non solo.
Andando contro a un sistema rigido, in cui i bambini erano costretti a stare in un ambiente adultocentrico (e cioè in una scuola inadatta alle loro reali esigenze), la Montessori iniziò a far comprendere che l’obiettivo della disciplina consiste non nel togliere, bensì nel concedere al bambino la libertà di agire, di dare sfogo alla sua personalità e alla sua creatività; il tutto in un contesto a misura di bambino, in cui cioè tutto è confezionato “su misura” (banchi, sedie, armadietti, giochi e così via) e quindi accessibile e pedagogicamente studiato per favorirne l’apprendimento e la crescita.
In questo contesto il maestro non deve intervenire, cioè non deve sostituirsi al bambino né lo deve aiutare, affinché egli abbia modo di sperimentare e trovare da sé, con i suoi tempi, la soluzione. Così facendo la scuola della Montessori va ben oltre l’apprendimento nozionistico, insegnando sostanzialmente a vivere la vita quotidiana; un metodo che ben si declina a quei casi di ritardo mentale e fisico che anche il film mette in risalto, in una società quale quella di inizio secolo in cui la malattia e l’anormalità provocavano vergogna e venivano intese esclusivamente come un peso.
Il metodo montessoriano, dunque, mirava e mira tuttora a responsabilizzare il bambino, a educarlo alla società e al discernimento naturale del bene e del male, col maestro come guida, come “angelo custode”.
L’ideologia di Maria Montessori: dal femminismo al rifiuto del fascismo
La grandezza della Montessori va sicuramente oltre ciò che ha fatto il ambito pedagogico. Essere una donna in un ambiente scientifico maschilista, decidere di portare avanti la propria carriera e la propria vita avendo talvolta il mondo contro. La Montessori è la personificazione dell’anticonformismo; la lotta gentile contro il sistema che, con fatica, è riuscita a far inceppare e a modificare.
Spicca, nella sua biografia, l’impegno affinché le donne avessero pari diritti dal punto di vista politico (è del 1906 un suo articolo in cui invita le donne a iscriversi nelle liste elettorali politiche), lavorativo e retributivo (a tal proposito, va sottolineata anche la sua partecipazione al Congresso Femminile di Berlino nel 1896 e al Congresso delle donne a Londra, nel 1899, dove fu ricevuta dalla Regina Vittoria), ma anche la vicinanza col fascismo. In ogni caso, la vicinanza al Duce non va strettamente intesa con l’adesione ideologica al regime. È chiaro infatti che, politicamente parlando, quella della Montessori resta una posizione scomoda e non ascrivibile a nessun partito di destra o di sinistra, ma è certo che l’appoggio di Mussolini alla Montessori servì per portare avanti la sua missione, poiché fu grazie all’appoggio del fascismo che riuscì a fondare le famose “Case dei Bambini”.
Ma le cose non sarebbero andate sempre a favore della Montessori, le cui scuole facilmente e fastidiosamente sfuggivano dal controllo del regime. Furono una serie di vicissitudine e critiche a portare alla rottura col fascismo: nel 1934 tutte le scuole Montessori furono chiuse, sia in Italia che in Germania.
Saranno riaperte dopo la fine della guerra, conseguentemente col suo rientro in Italia, che a partire dal 1947 iniziò a lavorare per rimettere in sesto la sua idea di istruzione.
Maria Montessori: le cause della morte e il luogo dove è sepolta
Come abbiamo detto, Maria Montessori fu un’instancabile viaggiatrice. Il suo intento era infatti quello di diffondere il suo metodo e fu nel tentare di compiere questa missione che si spense, il 6 maggio del 1952, a Noordwijk, dove era ospite presso alcuni amici.
Solo poco prima aveva ricevuto una richiesta d’aiuto da parte del Ghana al fine di organizzarne l’ordinamento scolastico dell’allora neonato Stato. Un invito che aveva messo in subbuglio il figlio Mario, preoccupato per le condizioni di salute della madre e per il viaggio che era intenzionata a fare.
Pare che nel momento in cui egli si allontanò in cerca di un atlante atto a mostrarle la distanza che li separava dal Ghana Maria Montessori si spense, a 82 anni, a causa di un’emorragia cerebrale. La sua tomba si trova a Noordwijk, poiché il suo desiderio era esattamente questo: essere sepolta nelmedesimo luogo in cui sarebbe morta. Sulla sua lapide si legge una frase che è preghiera, auspicio e benedizione: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”
Maria Montessori – La nouvelle femme sarà nelle sale italiane con Wanted dal 26 settembre con patrocinio dell’Opera Nazionale Montessori – ETS.