Marilyn ha gli occhi neri: la storia vera del film con Miriam Leone

Le vicende reali di un ragazzo londinese hanno dato spunto al lavoro di Simone Godano

Dopo Marito e moglie e Croce e delizia, il film Marilyn ha gli occhi neri segna il ritorno alla regia di Simone Godano, che per l’occasione ha impostato lo stile del racconto su una narrazione del quotidiano. La pellicola, rilasciata nel 2021, vede come attori protagonisti Miriam Leone e Stefano Accorsi, rispettivamente nei panni di Clara e Diego. Una coppia consolidata, la loro, dalla serie 1992, 1993, 1994, relativa al periodo di Tangentopoli.

Marilyn ha gli occhi neri trae ispirazione da una storia vera di un ragazzo che si era inventato un ristorante inesistente e, nel giro di pochi mesi, aveva scalato ogni classifica di gradimento, con centinaia di pseudo-recensioni di gente che garantiva di esserci stata.

Marilyn ha gli occhi neri: fatti che hanno ispirato il film

Marylin ha gli occhi neri - cinematographe.it

La trama di Marilyn ha gli occhi neri si basa su Clara, una giovane mitomane, e Diego, affetto da tic e nevrosi. I due personaggi principali si incontrano in un centro di riabilitazione diurno e sotto la guida dello psichiatra Paris, con l’aiuto del gruppo, assumeranno la conduzione di un ristorante.

Il lungometraggio si rifà alla reali vicende di un giovane inglese, Oobah Butler, che, una volta rimasto disoccupato, ha preso la decisione di creare un locale immaginario, riuscendo a scalare le vette del web con delle recensioni scritte da lui stesso o da amici.

Dipinto come un ristorante alla moda della città del Big Ben, il locale The Shed at Dulwich era in realtà un semplice capannone dove risiedeva Butler. Un giorno si è seduto a mangiare un boccone e gli è balenata l’idea. Aveva già una certa esperienza del genere su Tripadvisor. Il suo primo lavoro di scrittura retribuito prevedeva di scrivere recensioni false per ristoranti, il che è, ovviamente, contrario alle regole del portale. Ha iniziato a creare la falsa attività, descrivendola come una piccola destinazione per i buongustai, disponibile solo su appuntamento. Ha convinto chiunque conoscesse a reggergli il gioco, dando vita a un caso, finché la verità non è venuta fuori.

Una scena di Marilyn ha gli occhi neri

In Marilyn ha gli occhi neri a commettere le azioni è Clara. La rappresentazione costituisce una critica sociale verso l’apparenza senza sostanza, destinata ad assumere credibilità grazie alle forme di linguaggio contemporanee. Spesso una forma di dipendenza talmente rilevante da esigere un peso maggiore di quel che accade davvero. Si tratta, però, di uno spunto per analizzare il concetto di normalità, della paura verso chi non si comprende e il conseguente isolamento. Della propensione di fermarsi all’apparenza più accettabile e desiderabile delle cose, tipo l’immagine della divina Marilyn Monroe, la quale celava dentro di sé ben altro animo e sensibilità.

Marilyn ha gli occhi neri affrontate tematiche parecchio delicate quali le malattie mentali e lo fa attraverso uno stile leggero, senza mai sfociare nell’esagerazione o nel ridicolo.

Quindi, l’opera si sviluppa su due differenti chiavi di lettura: uno drammatico, attinente ai rapporti intercorrenti tra i personaggi e i disagi che li affliggono; uno comico, dove viene evidenziata l’assurdità della situazione in quel preciso contesto. Il racconto permette pure di esprimere la metafora “dell’altro”, più vicino alla propria natura di quanto ci si immagini.

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