Marilyn Monroe: le frasi iconiche della diva più amata del cinema americano
Ecco alcune delle frasi più famose di Marilyn Monroe, la sex symbol americana che dormiva solo con due gocce di Chanel N°5.
Labbra rosso fuoco, capelli biondo platino, fianchi sinuosi, desiderosi e desiderati. Un broncio sul volto che affascina e turba, un velo di malinconia nascosta tra un ricciolo capriccioso e una curva “pericolosa”, una fragilità dirompente e prorompente dietro all’aura da dea sensuale e conturbante. Tutto questo è Marilyn Monroe, all’anagrafe Norma Jeane Mortenson Baker Monroe (1 giugno 1926-5 agosto 1962), una delle star più amate dello star system hollywoodiano, simbolo di bellezza e dannazione (utili a ciò sono anche gli eventi biografici dell’attrice: i vari aborti spontanei che l’hanno ferita, la relazione con i fratelli Kennedy, la sua triste morte), frutto del lavoro dell’industria produttrice – si pensi anche al merchandising – di sogni in grado di proporre e di offrire al pubblico – in un determinato contesto storico ed ideologico – ciò di cui ha bisogno.
Marilyn è l’espressione più completa delle dinamiche del divismo, essendo dea di una religione tutta pagana che travalica confini nazionali, sale cinematografiche e pellicole, è diva nel vero senso della parola, appartiene e rappresenta certamente la sua epoca ma è capace, in quanto diva, di innalzarsi a archetipo eterno, mostrandosi, con ogni cellula del suo corpo, una maschera che è idea, concetto, metafora. Tutto concorre a creare l’immagine di Marilyn: non è solo la pin up tutta curve e neppure solamente, nonostante sia uno dei suoi cavalli di battaglia (Gli uomini preferiscono le bionde, A qualcuno piace caldo), la dumb blonde, è un sex symbol dalle mille sfaccettature, con un profondo sottotesto generato da una vera e propria rete intertestuale. La sua biografia spesso dolorosa e drammatica (la malattia della madre, la violenza subita da piccola, le varie famiglie affidatarie), gli amori della donna più corteggiata al mondo (Joe Di Maggio, Arthur Miller), gli eventi storici a cui ha partecipato fanno di Marilyn Marilyn, ma necessarie a fare della Monroe chi è sono le parole da lei dette, ribattezzate monroismi, che danno spessore e senso alla sua stessa immagine.
Marilyn Monroe: dal cinema alla realtà
I film e le parole dette fuori da essi fanno parte in realtà dello stesso mondo, sia davanti la macchina da presa interpretando Zucchero in A qualcuno piace caldo o dando corpo a “La ragazza” in Quando la moglie è in vacanza sia vestita di se stessa, raccontando ciò che è, un suo lavoro, o la sua vita, Marilyn Monroe interpreta il suo personaggio. Mescola la diva bella da togliere il fiato, quella per cui gli uomini si voltano, e la giovane piena di dolore e di malinconia, non a caso infatti l’attrice interpreta commedie in cui utilizza la sua avvenenza come il milionario usa i soldi per farsi ammirare, ma anche dipinge donne (La tua bocca brucia di Roy Ward Baker e Niagara di Henry Hathaway) con un profondo disagio attingendo al suo passato.
Per mettere a fuoco la simbiosi tra attrice e persona si prendano ad esempio poche battute fondamentali per comprendere Zucchero, protagonista di A qualcuno piace caldo, e uno dei tanti monroismi della diva:
È la storia della mia vita: se c’è una ciliegia col verme tocca sempre a me. […] Non piangere Zucchero, non c’è uomo che lo meriti
Trova qualcuno che ti rovini il rossetto, non il mascara
Il primo è una citazione di uno dei suoi film più celebri in cui viene fuori la predestinazione al dolore, una sorta di cattiva stella in cui Zucchero, ma anche in un certo senso la stessa Monroe sembra essere intrappolata. Nel secondo l’attrice con la verve comica che la contraddistingue chiede alle donne di trovare un uomo che non le faccia soffrire ma che le baci con passione. In entrambi i casi ci sono i momenti bui – nel secondo aforisma è come se fossero parte integrante della vita – ma vengono superati grazie alla forza che si ritrova in se stesse.
Marilyn Monroe: tra dolore e piacere
Marilyn è conturbante e bellissima, con la sola sua presenza fa tremare i polsi degli uomini che non riescono a frenare il loro entusiasmo, bella come poche altre sono e sanno essere incanta con la sua tipica “andatura orizzontale” (“Cammino in modo sensuale? Non so, ho imparato a farlo da bambina. Da allora non ho più preso lezioni” ha detto la Monroe), con la bocca dischiusa avvolgendo chi guarda con promesse e lusinghe ma anche con quell’ombra di tristezza che si intravede sul suo volto e che l’ha accompagnata lungo tutta la sua vita. Il suo personaggio è capace di unire una sensualità dirompente – quella che per esempio emerge dalla protagonista di Quando la moglie è in vacanza che dice di “tenere gli intimi in frigorifero” – a fragile innocenza, elemento costantemente presente nella sua filmografia. Questo binomio, unito ad una sagace ironia che utilizza in ogni battuta, in ogni esternazione sulla scena e fuori, la rendono una desiderabile “compagna di giochi”, una “donnissima”, definita così dallo scrittore Giuseppe Marotta, dentro ancora bambina.
Se dentro lo schermo è un cortocircuito per i sensi e per la ragione del maschio personaggio – il marito che la bacia quando la moglie è in vacanza, il milionario che vuole comprarla a suon di diamanti -, e dello spettatore, la Marilyn reale si dimostra una fine conoscitrice di sé stessa, di ciò che la circonda e del mondo a cui appartiene, gioca con le parole e in questi aforismi c’è un sottilissimo e leggero divertissement ironico che sembra quasi distaccarsi dal quell’istantanea da bomba sexy.
Un sex symbol diventa un oggetto, questo è il guaio, Ma se dovessi essere il simbolo di qualcosa, preferirei esserlo del sesso piuttosto che di tante altre cose di cui esistono simboli
Con queste parole la Monroe dimostra di essere consapevole, sia di essere oggetto ma anche, e qui cambia il verso della relazione, di essere espressione di una nuova sessualità e di un nuovo rapporto con il sesso, naturale e innocente. La Marilyn di carne e ossa fa da contrappunto a quella di celluloide, una vestale che eccita e diverte con una sessualità spontanea e eroticamente candida.
Marilyn Monroe: i pensieri stupendi degli altri
In film come Gli uomini preferiscono le bionde di Howard Hawks, Come sposare un milionario di Jean Negulesco, Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo di Billy Wilder la diva, grazie all’estrema padronanza del mezzo recitativo, esprime perfettamente il personaggio Marilyn, conquistando gli uomini con il corpo, con la voce, con la postura, facendo voltare tutti a guardarla. Marilyn Monroe sia che interpreti una donna vezzosa, una dark lady o una disperata ragazza che (destino beffardo) ha tentato il suicidio, riesce comunque a tenere stretti a sé gli adepti della sua religione, e questo perché, lo dice lei stessa:
La gente ha l’abitudine di guardarmi come se fossi uno specchio invece di una persona. Essi non mi vedono, vedono i propri pensieri indecenti, poi si mascherano di candore per chiamare me un’indecente
e ancora, e qui si fa un passo in più:
La gente crede di trovare in me queste due cose: una sgualdrina o una bella bionda svampita. Non sono né l’una né l’altra. Il fatto è che mi sento sola. […] All’improvviso tutti ti parlano e sono gentili con te, Ma prima non lo facevano, e ti rendi conto che succede perché sei un personaggio
Da questi due stralci di intervista è evidente che la stella, più fragile e sola di quanto si possa immaginare, conosce le sue capacità, sa perché molti la guardano; conquista, forse anche prima di tutto, con il corpo, veicolo di desideri e di pulsioni, con le forme conturbanti, ma proprio perché è consapevole di ciò si rende soggetto e non oggetto di sguardo. La diva chiama l’occhio a sé, cavalca il suo personaggio, giocando con il pubblico (“La gente non mi vede! Vede solo i suoi pensieri più reconditi e li sublima attraverso di me, presumendo che io ne sia l’incarnazione”), dandogli ciò che vuole e così, intervistata, proprio per accrescere il suo sex appeal dice di andare a dormire solo con “due gocce di Chanel n°5”, e di non portare biancheria intima perché le “danno fastidio tutte quelle piegoline”.
Marilyn Monroe: le frasi di una femminista che conosce il suo potere e lo usa
Da quanto detto finora emerge una donna desiderante, che vuole provare piacere (emblema di ciò può essere l’immagine iconica della ragazza di Quando la moglie è in vacanza che per trovare refrigerio dalla calura estiva si fa solleticare dall’aria che fuoriesce dal tombino), ma non estranea alle lacrime e al dolore, una figura femminile che si pone però al centro del (suo) mondo, che non è succube di qualcuno (un uomo) o di qualcosa (un rapporto e una situazione). Infatti alcuni degli aforismi più noti dell’attrice riguardano proprio il rapporto con l’altro sesso e con le sue parole l’attrice tenta di ricordare quanto sia fondamentale per le donne concentrarsi su di sé, sulla propria individualità e sul rispetto verso se stesse.
Non accettate le briciole. Ci hanno fatto donne, non formiche
In queste frasi c’è tutta l’ingenuità e la sagacia della Monroe, sempre estremamente ironica, capace di esprimere con semplicità un concetto moderno: bastarsi, non dipendere da altri e non accontentarsi; assiomi che hanno reso possibile l’ascesa di un’orfana rifiutata da tutti all’empireo delle star più amate ed apprezzate di Hollywood, facendola diventare uno dei miti più longevi e ancora sentiti.
Le peggiori mancanze le ho fatte a me stessa, quando ho permesso che mi facessero sentire sbagliata solo perché non ero “giusta” per loro
Non vorrei mai essere una donna pelle e ossa. Il mio corpo mi piace così com’è. E poi le curve stanno così bene su una donna
Marilyn parla alle donne, di tutte le età, belle o meno poco importa, sussurra loro che gli errori si fanno ma è necessario per risollevarsi essere amiche di se stesse; con questi piccoli saggi di femminilità/femminismo poco ideologico ma molto pratico chiede alle donne di non seguire regole per essere giuste per gli altri, per essere “regolari” rispetto all’ordine costituito, per essere ben volute dagli altri.