Speciale Mel Brooks: 5 cose che (forse) non sapete sul regista di Frankenstein Junior
Lo sapevate che Mel Brooks ha un debole per il cinema italiano? E che fu l'affascinante Anne Bancroft a presentagli Marty Feldman?
Il 28 giugno 1926 giungeva sulla terra il re della parodia Mel Brooks, al secolo Melvin James Kaminsky (il nome d’arte è un adattamento del cognome da nubile della madre, Brookman). Un piccolo uomo (alto 1.65 m) che, in quasi cinquant’anni di carriera cinematografica, ha reso grande la comicità demenziale, diventandone indiscusso alfiere e insostituibile icona.
Titoli cult come Balle Spaziali (1987), Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974) e, naturalmente, Frankenstein Junior (1974) sono tra i film di Mel Brooks che hanno alimentato un intero immaginario, fatto di personaggi assurdi ma indelebili e di battute entrate nel linguaggio di tutti i giorni. Un universo surreale, cui non sono scampati nemmeno i film di Alfred Hitchcock o il Dracula di Coppola, in grado di intrattenere di gusto chiunque e di conquistare ancora oggi le nuove generazioni. Brooks stesso, artista istrionico e inimitabile, ha fatto della comicità una vera missione di vita:
Ho saputo di essere nato per fare il comico all’età di una settimana, quando tutti si affacciavano sulla mia culla e scoppiavano a ridere.
Il 23 aprile 2010 ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Noi nel nostro piccolo, per celebrare il suo straordinario talento, vogliamo raccontarvi qualcosa in più su di lui, attraverso cinque curiosità che speriamo vi stupiranno…
Un esordio col botto
Artisticamente parlando, Mel Brooks non si è fatto mancare nulla: dalla tv (dove muove i primi passi tra gli anni ’50 e ’60 come autore di testi comici), al palcoscenico; dalla carta stampata… fino al grande schermo. Qui esordisce nel 1968 con la deliziosa commedia Per favore, non toccate le vecchiette, che gli vale un meritatissimo Oscar alla miglior sceneggiatura originale. Del film è forse più nota la versione musical del 2005, con protagonisti Will Ferrell e Uma Thurman. Vi invitiamo però calorosamente a recuperare l’originale. La pellicola è stata d’ispirazione per il titolo Achtung Baby, album degli U2, e ha segnato l’inizio del sodalizio artistico tra Brooks e un altro pezzo da novanta: Gene Wilder.
Gene Wilder e Anne Bancroft
Wilder, insieme al geniale Marty Feldman, è il volto per antonomasia della filmografia di Mel. Non tutti però sanno che a presentarlo a quest’ultimo fu una delle donne più affascinanti di Hollywood: Anne Bancroft, alias la signora Robinson di Il Laureato. La diva e Wilder avevano condiviso il palcoscenico nel 1963 in Madre Coraggio e i suoi figli e lei faceva già coppia fissa con Mel Brooks. Lo incontrò sul set di un talk show televisivo e lui, in seguito, pagò una donna che lavorava nello show affinchè gli dicesse in quale ristorante Anne andava a cena, in modo da poterla incontrare come per caso. I due convolarono a nozze nel 1964, a New York, nel Palazzo Comunale, dove un passante fece loro da testimone.
Un remake… amletico
La Bancroft appare brevemente in L’ultima follia di Mel Brooks (Silent Movie, 1976). I coniugi ci regalano una strepitosa performance di coppia in Essere o non essere (1983) di Alan Johnson, poco conosciuto eppur validissimo remake del capolavoro di Ernst Lubitsch To be or not to be (1942). Potremmo definirlo un unicum nella carriera di Mel Brooks, che si cimenta in una comicità più garbata e meno chiassosa, ma pur sempre efficace. Charles Durning, per il ruolo del colonnello Erhardt, guadagnò una nomination all’Oscar. Inoltre, nel film compare anche un giovane Christopher Lloyd.
Max e gli zombie
Max Brooks, figlio di Mel e Anne Bancroft, appare in un piccolissimo ruolo nel già citato Essere o non essere. Riuscirà a farsi notare nel 2002, quando vince un Emmy per la sceneggiatura del Saturday Night Live. La sua vera passione, tuttavia, sono gli zombie: nel 2006 firma i libri horror Manuale per sopravvivere agli zombi e World War Z, che ha ispirato l’omonimo film di Marc Forster con Brad Pitt. Non sarebbe buffo se papà Mel avesse voglia di regalarci un’ “ultima follia” prendendo di mira proprio i non-morti nati dalla penna di Max?
Il Mel Brooks doppiatore: Ululati, gabinetti e prosciutti
Brooks si è divertito a prestare la sua voce a lungometraggi e show d’animazione, passione che si dice sia nata sul set di Frankestein Junior, per il quale registrò miagolii e ululati di sottofondo (“Lupululà? Castello ululì!”). Nel 1995 doppia se stesso ne I Simpson ma fa anche parte del cast vocale di Mr. Peabody e Sherman (2014) e Hotel Tranylvania 2 (2015). Nella commedia Senti chi parla 2 è la voce dell’esilarante mostro del gabinetto.
Col cinema italiano Mel ha un legame particolare: il suo film prefetito è Ladri di Biciclette (1948). Come attore, invece, ha recitato nel film Il silenzio dei prosciutti (1994), diretto dal suo caro amico Ezio Greggio, cimentandosi nientemeno che col dialetto siciliano!