Editoriale | Meryl Streep è veramente la migliore attrice di tutti i tempi?
Ventuno candidature all’Oscar, tre vittorie e una serie imprecisata di premi: Meryl Streep è capace di identificarsi in maniera maniacale in ogni personaggio, destreggiandosi con impressionanti capacità espressive dal dramma alla commedia.
“Il lavoro dell’attore è quello di entrare nella vita delle persone che sono diverse da noi e farvi capire cosa si prova”
(Meryl Streep – Golden Globe 2017).
Joanna Kramer, Sophie Zawistowska, Karen Blixen, Franc esca Johnson, Miranda Priestly, Donna Sheridan, Margaret Thatcher, Katharine Graham: tante donne forti, caparbie, romantiche e problematiche in una: Meryl Streep. Sono solo alcuni dei personaggi memorabili di una sterminata filmografia che ha portato all’attrice statunitense 21 candidature all’Oscar, tre vittorie e una serie imprecisata di premi. Meryl Streep è capace di identificarsi in maniera maniacale in ogni personaggio, destreggiandosi con impressionanti capacità espressive dal dramma alla commedia. Considerata da molti la “versione” maschile di Robert De Niro proprio per le caratteristiche elencate, Meryl Streep con straordinario mimetismo “diventa” ogni suo personaggio arrivando a imitare con naturalezza ogni tipo di accento: vedi, ad esempio, il polacco in La scelta di Sophie o l’inglese in The Iron Lady.
Tutti pazzi per Meryl Streep
Per il pubblico è una leggenda vivente: la sua presenza ai festival scatena sempre grande interesse ed eccitazione, come è avvenuto alla Festa del Cinema di Roma del 2016, merito anche della sua simpatia ed eleganza dimostrata a ogni apparizione pubblica e intervista; per i registi è garanzia di successo; per gli attori un esempio da seguire, un modello al quale puntare; l’Academy la adora: le ha consegnato tre Oscar, a un passo da equiparare il mito Katharine Hepburn a quota quattro. Meryl Streep è l’esempio lampante di cosa significhi possedere il sacro fuoco della settima arte, annoverata da tempo come la migliore attrice della sua generazione, è spesso considerata tra le più grandi di tutti i tempi insieme a Bette Davis, Anna Magnani, Audrey Hepburn, Ingrid Bergman, Sophia Loren, Greta Garbo, Marlene Dietrich e la già citata Katharine Hepburn. Un onore che spetta a poche attrici viventi e che lascia perplessi i nostalgici del cinema degli anni d’oro nel vedere accostata un’attrice contemporanea alle leggende del passato, capaci di consegnare alla storia delle interpretazioni irripetibili.
Ma non è stata in grado anche Meryl Streep nel corso della sua carriera di fare questo? La risposta è sì, numerose volte. Ed è facile vedere in molte delle sue interpretazioni il lascito di quelle attrici che ormai “affianca” per il suo talento nell’Olimpo del cinema.
Meryl Streep: i film e le suggestioni
Nel dramma La scelta di Sophie del 1982 diretta da Alan J. Pakula, l’attrice interpreta Sophie, un’immigrata polacca sopravvissuta ai campi di concentramento ad Auschwitz e costretta a scegliere solo uno dei sui figli da salvare da un destino di morte. Nella straziante scena de “la scelta” non è forse la sua interpretazione una lezione imparata dal Neorealismo italiano? Sophie appare come un bellissimo omaggio alla madre coraggio che Anna Magnani ha impersonato in numerosi film (Roma città aperta, Mamma Roma, Bellissima).
E come dimenticare la struggente storia d’amore ne I Ponti di Madison County? Qui la Streep, diretta da Clint Eastwood, è Francesca Johnson, una casalinga di origini italiane dalla vita monotona e frustante che si innamora perdutamente del fotografo Robert. Il ruolo di una donna semplice, trascurata e passiva ma con una sensualità e bellezza che emergono grazie all’incontro con l’uomo della sua vita non ricorda forse la “popolana” Sophia Loren? Anche lei sfatta in Una giornata particolare di Ettore Scola, che riscopre, anche se per poco, la gioia di vivere grazie all’incontro con l’omosessuale Gabriele o costretta a dire addio per sempre all’amore della sua vita ne I Girasoli di Vittorio De Sica. La stessa Loren notò le somiglianze tanto da dichiarare: “Una volta ho odiato Meryl Streep perché era stata scelta da Clint Eastwood per I ponti di Madison County. Ma come, mi chiedevo, hanno preso un’attrice che fa l’italiana imitando me! E non me?“.
E come non citare i ruoli da “cattiva”: dall’iconica Miranda Priestly ne Il Diavolo veste Prada alla severa Sorella Aloysius ne Il Dubbio a Margaret Thatcher in The Iron Lady. Sguardo sarcastico e glaciale, cinismo e scorrettezza: i tratti distintivi dei personaggi tipo della leggendaria Bette Davis da Schiavo d’amore di John Cromwell a Ombre Malesi di William Wiler fino al cult Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz.
Un talento, quello di Meryl Streep, che racchiude in sé l’universo della tradizione cinematografica, arricchito da quella raffinatezza espressiva che traspare da ogni sua performance che, se non ne fa la migliore di sempre (è davvero arduo poter decretare chi lo sia), sicuramente la colloca all’altezza delle sue immortali antesignane.