Michelangelo – Infinito: 5 motivi per vedere il film
Cinque motivi per non perdere Michelangelo - Infinito, il film di autorevole finzione diretto da Emanuele Imbucci con la direzione artistica di Cosetta Lagani, che ci porta in una scoperta a tutto tondo del Buonarroti.
Una grande operazione di divulgazione, accurata nei contenuti e maestosa nella forma. Michelangelo – Infinito è la nuova proposta Sky dedicata alla storia dell’arte, che fa da felice seguito al già apprezzato Caravaggio – L’anima e il sangue, distribuito in sala a maggio 2018. Seguendo il fortunato format, Sky affianca all’analisi delle opere, presentate nel contesto della biografia dell’artista, l’interpretazione di due grandi attori che impersonano Michelangelo Buonarroti (Enrico Lo Verso) e Giorgio Vasari (Ivano Marescotti). La distribuzione, curata da Lucky Red, porterà questo documentario al cinema dal 27 settembre al 3 ottobre.
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Nonostante le infelici battute del Ministro dei Beni Culturali, la storia dell’arte tutt’altro è che “una pena” e il racconto appassionato della vita di uno degli artisti più importanti di tutti i tempi ne è la dimostrazione. Ma cosa rende così speciale Michelangelo – Infinito? Ecco cinque motivi per non perdervi a nessun costo questo film.
Michelangelo – Infinito: ecco perché vale la pena vederlo al cinema!
Michelangelo – Infinito: l’interpretazione di Enrico Lo Verso e Ivano Marescotti
Quello che colpisce di Michelangelo – Infinito sin dai primi minuti del film, è l’intensità dell’interpretazione dei due attori chiamati a vestire i panni del Buonarroti e del Vasari. Enrico Lo Verso non è solo vagamente somigliante ai ritratti che abbiamo del vero Michelangelo, ma anche particolarmente ispirato: l’attore siciliano porta con sé tutta la sua esperienza sul palcoscenico teatrale per regalare al pubblico un Michelangelo possente, ambizioso e descritto nel suo sguardo rivolto direttamente a Dio. Azzeccare la sfumatura tra delirio di onnipotenza e illuminazione, in cui risiedeva il genio del Buonarroti, non era una sfida semplice per nessuno, ma Lo Verso è riuscita a vincerla grazie alla sua performance.
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Altrettanto efficace la scelta di Ivano Marescotti come voce narrante dello storico dell’arte più famoso di sempre: Giorgio Vasari. La sua è, per forza di cose, una performance più lineare, una cornice al lirismo michelangiolesco. Eppure, anche in questo spazio, Marescotti imbastisce un’interpretazione precisa, chiara e dà voce alle pagine che molti studenti – almeno una volta nella vita – hanno affrontato, dando loro un fascino tutto nuovo.
Michelangelo – Infinito: la ricostruzione della genesi della volta e del Giudizio Universale della Cappella Sistina
Una delle scene più suggestive dell’intero film riguarda l’affrescatura della volta della Cappella Sistina e ancora di più, se possibile, della parete con il Giudizio Universale. Avvicinarci così tanto a questo capolavoro, così raramente fruibile nella sua vera bellezza – vuoi per la folla, vuoi per l’altezza – è un’emozione autentica. Scrutare i volti dei dannati, andare in profondità in ogni dettaglio, cogliere le espressioni e gli sguardi tra Maria e Cristo è un privilegio che solo il cinema ci può riservare. Inoltre, ascoltare dalla viva voce (o quasi) di chi ha realizzato questo capolavoro e considerare gli sforzi dietro una composizione talmente sublime da sembrare quasi generata da mano divina, dà una consapevolezza diversa dell’opera. Anche il dettaglio dei nudi, poi coperti, ci fa ben capire la personalità forse troppo avanguardistica del suo autore e il suo essere geniale.
Michelangelo – Infinito: la colonna sonora
Se c’è un valore aggiunto che il cinema può dare alle opere d’arte, questo è sicuramente il commento musicale. In particolare, Michelangelo – Infinito gode della colonna sonora composta e orchestrata da Matteo Curallo, già autore dell’accompagnamento di San Pietro e le Basiliche Papali di Roma (2015) e Firenze e gli Uffizi (2012). Curallo si cura di sottolineare i momenti di maggior pathos con una composizione epica, drammatica, perfettamente in linea col tono generale del film, amplificandone l’esperienza.
Michelangelo – Infinito: un film che ci fa conoscere non solo le opere, ma anche la personalità di Michelangelo
Studiando la storia dell’arte, ci si concentra quasi esclusivamente sulle opere e sul contesto socio-culturale in cui sono state create. Difficilmente, però, si riesce a percepire lo spirito dell’artista che si cela dietro, la sua personalità, i suoi pensieri. Grazie a Vasari e ad alcune pagine scritte personalmente da Michelangelo, si può approfondire la figura del grande artista rinascimentale anche nei suoi aspetti più intimi: Michelangelo, si vede nel film, non è un uomo semplice, anzi, tutt’altro.
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È questa una delle principali fonti di fascino di Michelangelo – Infinito: scoprire l’essere umano dietro l’opera, e la sua epoca attraverso una delle menti più illuminate di tutta la Storia. Osservare la sua evoluzione, dalle prime sculture alle maestose opere pittoriche, verso quel modernissimo epilogo del'”incompleto” è un’esperienza che rimarrà maggiormente impressa se accompagnata dai suoi pensieri e le sue parole.
Michelangelo – Infinito: un altro modo di guardare le opere d’arte
Altro motivo di grande suggestione di questo documentario, è la visione del tutto inedita delle opere del Buonarroti. Nel contesto delle gallerie e dei musei che le ospitano, infatti, spesso non è possibile soffermarsi così tanto nel dettaglio e cogliere ogni sfumatura di tecnica e contenuto. Certo, nulla può sostituire l’esperienza emozionante della visione dal vivo, ma documentari come Michelangelo – Infinito aiutano lo spettatore (e futuro fruitore del museo) ad arrivare a questa esperienza con una consapevolezza tutta differente. La camera cattura le espressioni spesso impercettibili delle statue e delle figure dipinte che potranno essere riconosciute e approfondite nel tête-à-tête con l’opera, anche quando le condizioni di fruizione saranno meno ottimali. Michelangelo – Infinito è la visita esemplare in una mostra ideale, talmente perfetta da essere impossibile, se non grazie alla magie del cinema.