Mine: il film con Armie Hammer è tratto da una storia vera?
Mine, diretto da Fabio Guaglianone e Fabio Resinaro, con Armie Hammer, presenta molti elementi tratti da fatti realmente accaduti.
Mine, film del 2016 diretto da Fabio Guaglianone e Fabio Resinaro, racconta le drammatiche 52 ore, che poi diventeranno molte di più, di un marine bloccato in un campo minato. Il protagonista Mike Stevens è interpretato da Armie Hammer, particolarmente lodato per la sua interpretazione, ed è su di lui che si concentra quasi l’intera durata del film. Mine, co-produzione tra Italia, Spagna e Stati Uniti, è un war movie che, tra dramma e thriller, che si distanzia dai classici film di guerra, anzi la componente psicologica è molto più presente rispetto ad altre come conflitti, missioni, e scontri a fuoco. Il tutto parte effettivamente da una missione fallita che vede Stevens, insieme all’altro marines Tommy Madison, interpretato da Tom Cullen, fuggire dagli inseguitori e ritrovarsi nel deserto. Per tornare alla base, i due non si rendono subito conto di star attraversando un campo minato. Tommy, colpito da una mina che lo ferisce gravemente, si uccide con un colpo di pistola alla testa, scioccato e distrutto dalla cause devastanti dalla mina esplosa che gli aveva fatto perdere entrambe le gambe, oltre ad avergli lacerato altre parti del corpo. Mike, poco prima, aveva anch’egli messo il piede su una mina anti-uomo, ma, accorgendosene in tempo, era rimasto fermo sapendo di non potersi muovere.
Da quel momento inizia per Mike una vera e propria lotta di sopravvivenza, contro un luogo tanto affascinante quanto insidioso, come può essere il deserto, contro tutte le paure che iniziano a tormentarlo e soprattutto contro il tempo: il campo base lo informa che, a causa di scontri nell’area circostante e condizioni climatiche sfavorevoli, non potranno prelevarlo prima di 52 ore. Tra allucinazioni, flashback, aiuti e tragici racconti da parte di un berbero che cammina verso di lui muovendosi come se sapesse dove sono esattamente le mine, Steven affronta attacchi da parte di iene e sciacalli, la fame, la sete, la paura, la stanchezza data dalla necessità di rimanere immobile, tempeste di sabbia improvvise, caldo e freddo, nonché il terrore di non avere alcuna possibilità di uscire vivo da quella situazione. Il film di Guaglianone e Resinaro si trasforma infatti in un survival movie con una forte matrice psicologica, la lotta di Stevens è infatti anche contro le stesso, così come il tema dell’andare avanti è presente in più scene chiave della pellicola. Particolarmente apprezzato in Italia, Mine è invece stato accolto negativamente all’estero dove solo la performance di Armie Hammer è stata considerata degna di nota. In Italia è stato comunque candidato a numerosi premi, tra cui 3 David di Donatello e 2 Nastri d’argento, senza comunque vincere in nessuna categoria.
Mine è tratto da una storia vera?
Nonostante Mine rappresenti molti elementi realistici, dalla messa in scena alla storia che racconta, il film di Fabio Guaglianone e Fabio Resinaro non è da considerarsi basato su una storia vera. Sono molteplici i territori ricchi di mine antiuomo che continuano a mietere vittime anche dopo che guerre e conflitti sono terminati; una realtà drammatica del quale l’Aghanistan ha, appunto, il primato assoluto. È infatti attualmente lo Stato che da anni conta più vittime a cause delle mine rispetto ad altri Paesi come l’Angola, la Siria e la Cambogia. Molti contadini che abitano nelle campagne di questi Paesi, non possono tornare a coltivare le proprie terre che sono ormai dei campi minati. Oltre a uccidere, mutilare e segnare le vite delle persone, le mine, a decenni di distanza, continuano ad avere tragiche e drammatiche conseguenze sulla popolazione dei territori già colpiti dai conflitti. Per non parlare dei costi di sminamento, 3 volte superiori a quelli del deposito di mine. In Afghanistan vengono continuamente rinvenute mine anti-uomo e campi minati, di diverse entità, alcune davvero micidiali e senza dubbio letali. La storia delle mine e dei terreni che aspettano da anni di essere sottoposti ai processi di sminamento è un tema, purtroppo reale, che il film Mine tratta arricchendolo con la psicologia dei personaggi e con un viaggio interiore nei propri ricordi e nelle proprie paure.
Per quanto non ci siano specifici riferimenti alla missione dei due marines Stevens e Madison, è uno spunto di trama verosimile, così come lo è il fatto che, tra tentativo di ritorno e fuga durante un attacco, i due personaggi si perdano, ritrovandosi in un campo minato. Senza entrare nel dettaglio, Mine si concentra su un periodo, seppur indefinito, della guerra in Afghanistan, la più lunga degli Stati Uniti, oggetto di discussione, interesse e dibattito per anni a livello mondiale. Anche i pericoli del deserto afghano, così come la rappresentazione di un’area interminabile infestata da mine, senza certezze di dove inizi e finisca la possibilità di venire colpiti, mostra, in modo dettagliato, tutto ciò che ci si ritroverebbe a dover affrontare: tempeste di sabbia, brusco abbassamento delle temperature tra il giorno e la notte, gli stenti, predatori come iene e sciacalli in agguato quando il sole inizia a calare e anche le difficoltà di comunicazione che spesso rendono le operazioni di salvataggio più complesse di quanto già non siano.
Un war movie diverso
Anche le ore che Stevens è costretto a passare senza potersi muovere aumentano sempre di più, conflitti, scontri e scelte difficili da prendere per il recupero di soldati finiti in situazioni pericolose e rischiose, sono tutti elementi che spesso vengono raccontati nei war movie, che siano basati su fatti realmente accaduti o no. Non sono da meno le situazioni che riguardano la personalità del protagonista e degli altri personaggi, come la tragica decisione presa da Tommy, la forza e la paura del “dover andare avanti” e tutto ciò che concerne un momento drammatico e scioccante come quello vissuto dal protagonista in Mine.