Mulholland Drive: spiegazione e significato del film di David Lynch
Addentrarsi in un'opera cinematografica di David Lynch è sempre un'impresa affascinante e Mulholland Drive non fa eccezione, per questo cercheremo di guidarvi passo passo nel film con Naomi Watts, Laura Harring e Justin Theroux, spiegandovi il suo significato
Mulholland Drive è un film molto complesso, uno scrigno di visioni e percezioni, una pellicola oceanica, un precipitarsi di storie e sogni che convergono e che insieme creano un linguaggio visivo disarmante ma allo stesso tempo logico, per chi sa fruirne ed ha imparato ad apprezzare ed ad amare il cinema abissale e tortuoso di David Lynch. Lynch nella sua carriera ha diretto film indecifrabili e intensi, come Eraserhead, primo lungometraggio e cult del cinema grottesco-horror, poi The Elephant Man, Velluto blu, Strade perdute e tra questi un capolavoro, che è al centro di questa analisi (il)logica: Mulholland Drive.
Mulholland Drive è una strada di Hollywood, un luogo in cui avviene un incidente automobilistico che coinvolge una donna che, a causa dell’urto tra le macchine, perde la memoria. Questa donna, spaventata e ferita, si introduce in una casa apparentemente disabitata. Nell’abitazione conosce la nipote della proprietaria Betty, un’aspirante attrice appena approdata a Los Angeles che decide di ospitarla e di aiutarla, nonostante la donna dichiari di non ricordarsi nulla, nemmeno il proprio nome. Nonostante questa amnesia, la donna decide di farsi chiamare Rita e, assieme a Betty, cercano di capire da dove ella venga e la causa della sua perdita di memoria. Parallelamente Betty partecipa ad un casting di un film in cui domina la scena e suscita nei produttori un grande interesse.
Mulholland Drive: spiegazione del film interpretato da Naomi Watts, Laura Harring e Justin Theroux
Rita comincia a rammentare qualcosa, ovvero un nome: Diane Selwyn. Le due donne, dopo aver trovato nella borsa di Rita una chiave blu e una grande quantitativo di soldi, si introducono nell’appartamento di Diane Selwyn e scoprono il corpo di una donna esanime che giace sfigurata da un colpo di pistola. Le due donne si avvicinano molto e diventano amanti, e Rita, durante una notte, trascina Betty al Club Silencio, un teatro dove si imbatteranno in una piccola scatola blu, che apriranno con la chiave già in loro possesso. Tutto lo scenario cambierà, poiché in realtà tutto ciò che è apparso sullo schermo è frutto di un sogno di Diane/Betty, che si sveglia nel suo letto e affronta la realtà angosciante che vive ogni giorno. Mulholland Drive da questo momento si stravolge e mostra una verità differente, un universo fatto di ossessioni, amori non corrisposti, umiliazioni e gelosie che porteranno Diane al delirio e ad un tormento troppo grande da sopportare.
David Lynch scrivendo questo film, probabilmente, ha deciso di riprendere alcuni particolari di due pellicole epocali: Persona di Bergman e Vertigo di Hitchcock. Questi due film, appartenuti ad epoche completamente diverse, hanno una cosa che li accomuna con Mulholland Drive: il primo per il sogno, mentre il secondo per ciò che circonda la morte di un personaggio.
Mulholland Drive è come una tela labirintica, va guardato e assaporato non solo con i nostri sensi, ma con una percezione inconscia. Lynch, d’altra parte, non si limita a raccontare una storia, come gli attori del film non si limitano a interpretare, laddove la linea di demarcazione tra realtà e finzione non è netta.
Il significato di Mulholland Drive: sogno, illusione e realtà
Partiamo dal presupposto che il film è strutturato in tre parti, come per 8½, ovvero sogno, illusione e realtà. E non è sempre facile distinguere le tre parti, soprattutto perché Mulholland Drive non è lineare e segue una propria temporalità narrativa. Il film nella prima parte è un sogno, un sogno che dura quasi 90 minuti, la realtà corrisponde a ciò che accade negli ultimi 30 minuti, dopo il risveglio di Diane. Dopo il suo risveglio però Diane è preda di allucinazioni, a volte le sue visioni sono veri flashback, che scompongono volutamente la fluidità drammaturgica: il montaggio, elemento determinante all’interno della pellicola, nasconde e confonde dettagli decisivi per comprendere il film. Durante la seconda parte del film ci sono flashback improvvisi e si possono distinguere dal resto notando la comparsa e la scomparsa di una chiave blu (diversa da quella del sogno) e di un posacenere a forma di pianoforte.
Mulholland Drive: qualche indizio per capire il significato del film di David Lynch
Per poter capire il sogno e poi le allucinazioni, bisogna prima affrontare e descrivere la pellicola in senso cronologico partendo dalla realtà e dai suoi eventi.
Nella realtà Diane Selwyn (Betty) è una ragazza di Deep River, Ontario che vuole diventare un’attrice. Sua zia Ruth, che era di Los Angeles, le ha lasciato un’eredità che convince Diane a trasferirvisi per tentare di entrare nel mondo nel cinema. Durante i primi casting e precisamente sul set del film “La storia di Sylvia North”, incontra Camilla Rhodes (Rita), che riesce ad ottenere il ruolo che le darà la celebrità, mentre lei viene scartata. Le due diventano amiche, poi amanti. Camilla aiuta Diane ad ottenere piccole parti nei suoi film, fino a quando Camilla non si innamora del regista del film, Adam. Quando Diane apprende che Camilla sposerà Adam, gelosa e preda dell’ira, usa i soldi della zia per commissionare l’omicidio di Camilla.
Il segno che l’omicidio è avvenuto è la chiave blu che troverà nel suo appartamento e, una volta trovata, non accentando la dolorosa realtà, si rifugia nel sogno in cui reinventa la storia del loro incontro e del loro amore. Nel sogno lei è Betty, un’attrice felice e speranzosa che si trasferisce a Los Angeles. Conosce Rita (Camilla), una donna che soffre di amnesia e decide di aiutarla a trovare se stessa. Ma dopo poco il sogno comincia a sfuggirle, il nome di Diane Selwyn affiora nei ricordi di Rita. Rita e Betty entrano di soppiatto nella casa di Diane e trovano un cadavere. Rita, dopo un sogno piuttosto brusco, porta in piena notte Betty al Club Silencio, dove tutto è un’illusione. Rita inserisce la chiave in un cubo blu e ciò determina la fine del sogno. Tornati nella realtà, Diane non controlla i suoi sensi di colpa e, ossessionata dal passato, cade in un delirio vorticoso e si suicida.
(Il)logica onirica – la spiegazione di Mulholland Drive
Si può già capire da questa ricostruzione che Mulholland Drive si divide anche nella parte del sogno, tra il sogno lieto e l’intromissione del subconscio, che si contrappone e rende la scena onirica più oscura e tormentata. Nel sogno c’è uno sdoppiamento: Rita è solo una proiezione di Betty, e si comprende bene che il sogno, con i suoi processi metaforici e simbolici, non ragiona, non pensa, ma trasfigura e altera. Questo spiega perché certe scene, tra il sogno e la realtà, si somigliano, senza essere perfettamente uguali. Ciò che Lynch crea è un universo, una vera esperienza che oscilla tra simbolismo e verità. Le figure che appaiono nel sogno, come l’uomo dietro al bar, i due anziani, il cowboy, sono anormalità, astrazioni inquietanti del subconscio di Diane.
Mulholland Drive non è semplicemente il racconto di un sogno, ma della sua logica. Lynch cerca di dare un senso al processo onirico della donna, con il suo linguaggio, con i suoi strumenti. Il film si occupa di ogni aspetto della sua forma: dai colori alla musica, che ha uno spazio enorme all’interno del film (curata da Angelo Badalamenti), alla luce, alle riprese, al montaggio. Una costruzione precisa dell’architettura visiva che contiene un proprio senso e una propria direzione, che dà piccoli suggerimenti per decodificare l’intreccio del film. Ciò che Lynch vuole chiarire è che la trama ha una importanza relativa, poiché allo stesso livello d’importanza c’è lo scenario, il sonoro: tutti veicolano messaggi determinanti, una considerazione che porta lo spettatore in primis a riflettere su come generalmente vengono percepiti i film.
David Lynch ha girato questo film come un prestigiatore, come il mago del Club Silencio che sa ingannare con le sue doti ma allo stesso tempo ti suggerisce l’inganno. Ed è per questo che comprendere realmente un suo film partendo dalla trama è ancor meno ultile o importante. Il pubblico, come Rita e Betty, si emoziona, si commuove, è travolto negli universi onirici, deliranti dei personaggi, affoga in un oceano allusivo, evocativo, disegnato con una simmetria che fonde musica e immagine, in cui luoghi e persone tornano e appaiono in modo simile ma non identico, come nei sogni.
Mulholland Drive – (Il)logica emotiva
Nel Club Silencio si può notare come tutto sia un’illusione: la cantante sprigiona un’emotività spiazzante, canta in modo talmente coinvolgente che porta sia Betty che Rita a piangere. Finché non si scopre che la donna non sta cantando per davvero, ma che è in playback. Questa sorta di manipolazione dell’emozione le fa quasi vergognare, perché le due piangono per un’emozione che proviene da un’illusione, quindi finta. In questo Lynch si addentra in una logica dei sentimenti, una logica irrazionale, che è uno dei contenitori espressivi della pellicola. Tutto, anche in un film, è un’illusione e sembra non volerlo far dimenticare allo spettatore, perché il regista a sua volta può manipolare le cose come vuole, può giocare con le emozioni del pubblico. L’illusione riesce perché ci si affida ai sensi, a ciò che si sente e vede. Il Club Silencio è un paradosso, un intrattenimento irreale, un cabaret evocativo e artificiale, artefatto come un film.
Il cinema dà la possibilità di confondersi e di perdersi in un altro mondo: tutte le cose che Diane ha costruito nel sogno sono illusorie, proprio come la canzone del Club. Questa è la verità mai detta sull’amore di Diane verso Camilla. Ed è per questo che dopo aver vissuto la manipolazione del Club Silencio, Betty deve tornare a fare i conti con la sua vera identità, in cui è Diane, per affrontare la realtà delle cose.
Come il mago del Club Silencio parla tre lingue diverse (inglese, francese e spagnolo) anche il film parla diversi linguaggi. Mulholland Drive è una storia di sensi di colpa e di morte, in cui Diane, non sopportando l’omicidio di Camilla e un gesto così efferato contro di lei, si rifugia nel sogno in cui reinventa la sua storia. Diane nel sogno si rappresenta come avrebbe voluto essere, ed è interessante che reinventi la sua partner come una donna senza ricordi: l’amnesia, dopotutto, è una parte del lavoro dell’attore, l’attore generalmente si annulla per interpretare il suo ruolo. Lynch è come se cercasse di lanciare stimoli, visivi, acustici, come se avesse scritto ogni scena in tre maniere diverse, poi posizionate in modo disordinato all’interno del film, per stimolare percezioni e sensazioni differenti.
Mulholland Drive è un film abitato da idee antitetiche
Lynch gioca con il colore blu, lo troviamo spesso nel piano cromatico delle scene, dei capelli, nelle luci, e lascia che il film orbiti attorno a due oggetti: la chiave blu (che prova che Camilla è morta) e la scatola blu (che consente il passaggio dal sogno alla realtà). Quando questo cubo viene maneggiato dall’uomo dietro al bar, esso libera le allucinazioni che portano poi Diane al suicidio. L’uomo dietro al bar, presente sia in sogno che nelle sue allucinazioni, assume forme e sensi molteplici: può simboleggiare il senso di colpa, la paura o l’invidia di Diane. Il cubo in suo possesso assume il senso di un Vaso di Pandora, che una volta aperto sprigiona i suoi orrori.
Sempre all’interno del sogno di Diane/Betty, una persona afferma che quest’uomo dietro al bar è la causa di tutto: è solo un delirio? Una proiezione del subconscio? Forse le persone, tutte le persone che vediamo nel sogno di Diane sono rappresentazioni di lei, di una parte di lei, luci e ombre, fantasmi e ricordi, quindi anche quando Diane/Betty non appare in realtà è sempre presente, perché siamo nel suo subconscio, tutto è una sua proiezione: da Coco a Rita, alla zia Ruth, ad Adam. Sono tutti sdoppiamenti, riproduzioni di sé.
Servono degli atteggiamenti giusti per vedere questo film, che contiene astrazioni, simbolismi. Secondo Lynch la soluzione è semplice, ma sono proprio gli spettatori, le persone che hanno paura di ammettere che capiscono. Non viene detto apertamente ma una parte di ciò che si vede, per quanto complesso e stratificato, viene compresa. In un modo illogico, irrazionale, ma ciò accade perché Lynch sceglie un modo di approcciare al mezzo filmico attraverso una dimensione creativa psicologica e una visione onirica, simbolica e caotica della vita. Mulholland Drive è un film abitato da idee antitetiche che coesistono e si alternano: allucinazioni, ricordi, sogni e realtà. Idee che si scontrano nella loro alterità e riescono a rimanere in equilibrio, segno di una polarità filmica che emerge come una appercezione, in cui la coscienza è cosciente e l’inconscio è un teatro surreale.