Nino Manfredi e il litigio con Alberto Sordi: “lui è un personaggio, io sono un attore”

Il direttore del Giornale dello Spettacolo Marco Spagnoli è stato inconsapevolmente la miccia di un momento di tensione tra i due amatissimi attori.

Che Nino Manfredi e Alberto Sordi, oltre ad essere degli interpreti talentuosi, unanimemente amati dal pubblico italiano, avessero anche un carattere forte e orgoglioso non è mai stato un segreto. Una tempra di altri tempi legata anche alla loro “romanità” – anche se in realtà Manfredi era di origine ciociare – veraci e caustici come pochi non solo nei loro film ma anche nella vita di tutti i giorni, schietti, senza filtri fino ad arrivare negli anni ’90 a criticarsi apertamente, una vicenda poco conosciuta che il direttore del Giornale dello Spettacolo Marco Spagnoli ha riportato alla memoria recentemente e del quale è stato una “miccia” inconsapevole.
Nel 1994, infatti, il giornalista stava intervistando per una delle riviste cinematografiche con le quali collaborava tutti i grandi attori della commedia italiana. Iniziò proprio da Manfredi cogliendo l’occasione dell’uscita del suo libro Nudo d’attore e trascorse diverse ore nella sua casa sull’Aventino durante le quali l’attore si raccontò apertamente. Nell’intervista parlò anche dei suoi colleghi, grande la sua stima per Vittorio Gassman, Salvo Randone, Totò e anche per Alberto Sordi stesso verso il quale fu però critico per quanto riguarda i personaggi interpretati, a detta di Manfredi, sempre troppo simili a sé stesso.

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Nino Manfredi: “Sordi non può fare altro che sé stesso”

Nino Manfredi - Alberto Sordi

Dichiarava Manfredi su Sordi:

“Alberto Sordi è un attore che ha un talento dieci volte più grande del mio. È un talento naturale che, però, non ha educato. Sordi non può fare altro che sé stesso, non ha mai fatto altro in vita sua ed è per questo che oggi è finito! Io quando facevo Ponzio Pilato cercavo di “essere” Ponzio Pilato, ma Sordi chi cerca di essere quando recita? Lui rimane sempre sé stesso e non è assolutamente vero che la sua è la ‘storia di un italiano’, al massimo è la storia di un romano e non è che io lo dica solo oggi. È da mo’ che me so’ accorto di questa cosa: quando giravamo nel ’68 in Angola, Riusciranno i nostri eroi… glielo ho detto pure a lui. Gli ho detto: ‘Senti Albè, ma perché non te prepari?’. Non mi capiva, e da allora non ha più voluto lavorare con me, se non nei film dove manco ci incontravamo e pensa che prima noi abbiamo vissuto tanto assieme. Qualche anno fa c’avevano proposto di girare un ‘Giulietta e Romeo’ ambientato al giorno d’oggi nella periferia di Roma dove io e lui facevamo le parti di Capuleti e Montecchi sai che ha risposto? ‘Se c’è Manfredi, non lo faccio.‘ La scuola che abbiamo fatto noi non l’ha fatta nessuno e si sente che Sordi non ha nessuna scuola e che viene dalla strada. Va benissimo! Ma c’hai il soffitto basso e prima o poi ti fermi, come gli è successo a lui. Secondo me lui non ha letto Stanislawski e non sa manco chi è Cechov… Sordi è un personaggio, io sono un attore, perché faccio tanti personaggi”.

Parole forti alle quali, era chiaro sin dall’inizio, Alberto Sordi avrebbe risposto per le rime, e l’occasione si presentò alla conferenza stampa per la presentazione del suo penultimo film da regista Nestore – L’ultima corsa.

Nino Manfredi vs Alberto Sordi – Un litigio di poco conto

Nino Manfredi - Alberto Sordi, cinematographe.it

Il giornalista ebbe la possibilità di dialogare da solo con Alberto Sordi per qualche minuto, anche lui si aprì molto, raccontando brevemente cosa aveva significato il suo lavoro – È mezzo secolo che faccio l’attore. Nessuno mi ha indicato questa strada, sono nato con la voglia di esibirmi. Ho fatto un lunghissimo tirocinio e l’avvento del neorealismo mi ha portato ad esprimermi come fa la gente ed il cinematografo mi ha utilizzato così. Nella mia carriera ho proposto dei personaggi che ben conoscevo e sono andato sempre al passo con la mia età” – e inevitabilmente rispose anche alle dichiarazioni di Nino Manfredi: “Vede, io sono anziano e Manfredi è un mio coetaneo. Soffro di certi doloretti, e sa, sono cose che possono accadere ad una certa età, perché alla nostra età o ti prende alle gambe oppure alla testa. A Nino, evidentemente, non lo ha preso alle gambe…

Nino Manfredi - Alberto Sordi, cinematographe.it

L’intervista a Sordi uscì su La Stampa e seguirono lamentele e “minacce” a Spagnoli da parte dell’ufficio stampa dell’attore che assicurava che non avesse mai detto quelle parole, parole però registrate dal giornalista. Una polemica che si sgonfiò presto e che a quanto pare non incrinò i rapporti tra i due attori – Sordi ormai molto malato partecipò anche a una proiezione della versione restaurata di C’eravamo tanto amati – due maestri anche nell’arte di sdrammatizzare, due mostri sacri del cinema italiano capaci di mostrarsi umani, alle prese con le loro fragilità e insicurezze e con il tempo che passava.

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Fonte: Globalist