No Escape – Colpo di stato: il finale del film con Owen Wilson
No Escape - Colpo di stato è un film catastrofico con un'inedito Owen Wilson. Una Guerra dei Mondi a tratti interessante, ma con un finale scontato.
No Escape – Colpo di Stato (QUI la nostra recensione) è un film drammatico del 2015 diretto da John Erick Dowdle (Devil, Quarantine) e interpretato da Lake Bell (È Complicato, Ascolta la mia voce), l’ex 007 Pierce Brosnan (Il sarto di Panama, Il domani non muore mai) e Owen Wilson (Zoolander, 2 single a nozze).
La storia di No Escape – Colpo di Stato si svolge in un paese del sud-est asiatico dove il Primo Ministro chiude un accordo con un rappresentante della Cardiff – società americana specializzata in sistemi idrici – ma da lì a poche ore, un gruppo di ribelli armati, avvia un colpo di stato e assassina il primo ministro. Diciassette ore prima del colpo di stato, Jack Dwyer (Owen Wilson), impiegato della Cardiff, arriva proprio in questo paese accompagnato da sua moglie Annie (Lake Bell) e dalle loro figlie Lucy e Beeze.
Dopo l’atterraggio, incontrano un inglese di nome Hammond (Pierce Brosnan) che offre loro un passaggio con lui e il suo amico Kenny (Sahajak Boonthanakit), verso l’hotel Imperial Lotus, dove soggiornano tutti i turisti stranieri. Il mattino seguente, Jack si trova nel bel mezzo di uno scontro tra manifestanti armati e poliziotti in assetto antisommossa: Jack data la situazione fugge verso l’hotel dove i ribelli – arrivati prima di lui – stanno compiendo una strage, uccidendo tutti gli ospiti. Jack cerca di mettere in salvo la propria famiglia e lo fa con l’aiuto di Hammond. La ragione della mattanza, sta nel fatto che i ribelli stanno protestando contro il controllo delle riserve idriche da parte delle multinazionali straniere. L’unica via di salvezza è un’idea dell’onnipresente Hammond il quale spiega loro il suo piano: arrivare al fiume, requisire una barca e navigare verso il Vietnam, dove sperano di ricevere asilo.
No Escape – Colpo di stato: il finale del film
Un finale scontato per un bel film con protagonista un Owen Wilson decisamente fuori dai canoni. Abituati a vederlo recitare in commedie sentimentali e spesso al fianco di Ben Stiller (suo migliore amica anche nella vita) Wilson in questa pellicola è riuscito a dimostrare di saper fare altro, oltre che ridere. Tralasciando la parte di Pierce Brosnan, nell’unico film dove non vince come invece succede nei diversi James Bond di cui è stato protagonista, la storia si sviluppa attraverso un filone che tiene incollato lo spettatore fino alla fine. Una fine che risuona quasi come una liberazione, dove il “tutto può succedere” diventa un lieto epilogo in cui la forza e l’unione della famiglia hanno sicuramente la meglio.
Nonostante Jack sia più volte vicino alla morte, si batte e fa di tutto affinché la sua famiglia possa uscire indenne da una tragica e incontrollabile situazione. La crudeltà dei ribelli e la loro smania di mattanza non hanno la meglio e Jack si salva – insieme alla moglie e alle figlie – perché nonostante tutto è l’istinto di sopravvivenza ad avere la meglio. Ovviamente il finale del film è stato pensato ad hoc per non deludere i fan di un reinventato Wilson che qui cerca di dare il proprio meglio come attore di un film alla 28 Giorni dopo.