Nyad – Oltre l’oceano: la storia vera dietro al film Netflix con Annette Bening e Jodie Foster
Andiamo a scoprire la reale impresa di Diana Nyad, una nuotatrice che ha battuto un record davvero impressionante.
Nyad – Oltre l’oceano è il recente lungometraggio diretto in particolare da Jimmi Chin e da Elizabeth Chai Vasarhelyi, due cineasti molto apprezzati dietro grandi classici documentaristici come Free Solo (2018), The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi (2021). Stavolta siamo di fronte, però, ad un progetto di finzione che porta comunque su schermo la storia della reale nuotatrice Diana Nyad (incarnata da Annette Bening) che, all’età di 60 anni, è riuscita nell’impresa di nuotare per più di 100 miglia da Cuba alla Florida.
Nyad – Oltre l’oceano, chiaramente, riprende la vita reale e l’avventura di questa atleta che, nel corso di questa folle impresa, si è fatta aiutare dall’amica e allenatrice Bonnie Stoll (che ha il volto di Jodie Foster). Mentre è necessario mettere in evidenza le strabilianti interpretazioni delle due attrici protagoniste (secondo alcuni in lizza per L’Oscar entrambe), andiamo a vedere più nel dettaglio la storia di Nyad. Vi ricordiamo che il lungometraggio è arrivato su Netflix il 3 novembre 2023 con un rilascio limitato in alcune sale americane.
Nyad – Oltre l’oceano: la storia non raccontata
Nyad – Oltre l’oceano in realtà si concentra sulla relazione tra le due donne: i suoi alti e bassi e la lealtà tra due donne volitive, mentre Nyad convince la Stoll a diventare il suo allenatore e si rifiuta ostinatamente di arrendersi anche dopo essere quasi morta per punture di medusa e dopo che la Stoll inizialmente si era rifiutato di sostenerla. Ci sono voluti altri quattro tentativi nell’arco di quattro anni, ma il 2 settembre 2013, con il viso e la bocca gonfi dopo più di 53 ore in acqua, Nyad è inciampata sulla riva a Key West, sostenendo di essere la prima persona ad effettuare con successo la nuotata senza assistenza. Ebbene, in realtà, tutto questo lascia nell’ombra una parte fondamentale della storia della nuotatrice.
Anche se il film finisce qui, è lì che inizia veramente il dramma della nuotata da Cuba alla Florida di Nyad. I maratoneti rimangono divisi sulla questione se la nuotata sia stata non assistita o assistita, e il dibattito riflette le crescenti difficoltà di uno sport composto principalmente da atleti avventurosi per i quali le organizzazioni e le regole formali non sono necessariamente una priorità. Nyad voleva che la sua nuotata fosse riconosciuta come non assistita e in una chiamata con figure di spicco nel mondo del nuoto maratona pochi giorni dopo il suo arrivo a terra nel 2013, lei e la sua squadra furono messe sulla difensiva. Le è stato chiesto se avesse ricevuto aiuto in qualche modo per indossare e rimuovere la tuta da pungiglione che la proteggeva dalle meduse, come fosse riuscita a quasi raddoppiare la sua velocità in alcune parti della nuotata e, apparentemente, anche a nuotare senza mangiare né bere nulla per ore. Al tempo. In quella chiamata, Nyad ricorda che il suo navigatore, John Bartlett (nel film incarnato da Rhys Ifans), morto diversi mesi dopo la nuotata, descrisse dettagliatamente i cambiamenti nella Corrente del Golfo che crearono vortici favorevoli che la trascinarono lungo la sua rotta verso la Florida, e spiegò che Stoll aveva sviluppato una soluzione elettrolitica sorseggiando un CamelBak per nutrirsi quando l’acqua salata e la stanchezza rendevano difficile mangiare cibi solidi.
Nyad – Oltre l’oceano: torniamo un attimo indietro
Mentre c’è ancora dibattito riguardo la questione dell’assistenza o meno della nuotata di Nyad, che, a detta sua, sarebbe stata risolta se ci fossero state all’epoca delle regole ben precise in tal senso, ecco che andiamo ad approfondire il suo background, in parte raccontato all’interno di Nyad – Oltre l’oceano. L’atleta, già a 9 anni, aveva in nuce quel sogno. Viveva a Fort Lauderdale e durante la Rivoluzione cubana e l’afflusso di cubani in fuga negli Stati Uniti, chiese a sua madre perché non poteva vedere Cuba dalle spiagge della Florida. Sua madre le disse che era appena oltre l’orizzonte, abbastanza vicino e che un giorno ci sarebbe andata a nuoto, come poi successo nella realtà.
Ma comunque, come mostra perfettamente il film, la nuotatrice non è solo questo: è anche un misto di carisma e motivazione, come viene mostrato più di una volta nella pellicola, avendo subito tra l’altro, nella vita reale, degli abusi sessuali da parte del suo allenatore mentre era adolescente. Ha convogliato tutto questo in una forza poderosa e i cineasti della realizzazione hanno preferito concentrarsi su questo aspetto umano, non tanto sul lato sportivo e sulle varie controversie che gli ruotano intorno.
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