Olivia Newton-John è soprattutto musica: dal pop-country a Physical
Scopriamo il lato musicale di Olivia Newton-John che no, non è solo la star di Grease, bensì l'interprete di celebri brani che ci dilettiamo ad ascoltare e riascoltare ancora oggi!
Nell’immaginario collettivo del nostro paese Olivia Newton-John viene ricordata principalmente per il suo ruolo da protagonista in Grease al fianco di John Travolta, eppure la star ha all’attivo 26 album in studio e milioni di dischi venduti in tutto il mondo ed è stata prima di tutto una cantante che si è prestata solo occasionalmente alla settima arte (oltre a Grease meritano una menzione d’onore le sue interpretazioni in Xanadu di Robert Greenwald e in Two of a Kind di John Herzfeld).
Ripercorriamo allora qui alcune tappe fondamentali della sua carriera musicale, giusto per rinfrescare (e al tempo stesso onorarne) la memoria.
Olivia Netwon-John e il suo primo album musicale
Olivia Netwon-John nasce a Cambridge, in Inghilterra, il 26 settembre del 1948, ma all’età di sei anni si trasferisce con tutta la famiglia in Australia, dove comincia a muovere i primi passi nel mondo della musica. A 14 anni forma il suo primo gruppo con alcune compagne di scuola, dopodiché comincia a esibirsi in TV e radio locali sotto il nome di “Lovely Livvy”. Grazie alla partecipazione ad un talent televisivo vince un viaggio in Inghilterra, dove nel 1966 incide il suo primo brano – Til You Say You’ll Be Mine – con la Decca Records, l’etichetta che rifiutò i Beatles, ma mise sotto contratto i Rolling Stones.
Inizia così una carriera musicale che la vedrà affacciarsi timidamente nel mondo del pop commerciale e poi in maniera sempre più consistente in quello del pop-country più raffinato: prima forma un duo insieme all’amica e cantante australiana Pat Carroll, con la quale tiene una serie di concerti in tutta Europa, poi le viene proposto di entrare a far parte di un gruppo (i Toomorrow) messo in piedi dal produttore americano Don Kirshner, nel tentativo (vano) di riprodurre il successo ottenuto in passato con i Monkees. Ma sono tutti tentativi che girano a vuoto.
La vera svolta arriva nel 1971 quando la ragazza viene notata da Cliff Richards e The Shadows, in particolare da due dei suoi membri, Bruce Welch and John Farrar, che ne intuiscono le potenzialità canore, riuscendo a coglierne quella dolcezza che sarà il marchio di fabbrica della sua prima parte di carriera. Nel novembre del ’71 esce il suo album di debutto, al cui interno c’è la sua prima hit, If Not For You, una cover di un brano di Bob Dylan, a cui la giovane interprete dona nuova linfa vitale grazie a un’interpretazione incantata, al tempo stesso dolce e accattivante.
Olivia Netwon-John e i premi musicali
Si tratta di una classica ballata amorosa che messa in bocca a Olivia Newton-John suona quasi come un ringraziamento nei confronti di chi ha creduto in lei, soprattutto alla luce (magica) dei suoi versi iniziali che la conducono in nuovo mondo: “Se non fosse stato per te, non sarei riuscita a trovare la porta”. Olivia Newtonh-John invece quella porta non solo la trova, ma la attraversa.
Diventa così la brava ragazza della porta accanto del country, dove riesce definitivamente a sfondare: nel ’73 con Let Me Be There – che le frutta un Grammy nella categoria Best female country vocal performance – e nel ‘74 con I Honestly Love You, hit mondiale scritta da Jeff Barry e Peter Allen, grazie alla quale viene votata come The Female Vocalist of The Year ai Country Music Association Awards.
Olivia Newton-John e la trasformazione in Grease: la sua Sandy fatta di ribellione, trasgressione ed emancipazione sessuale
I suoi brani hanno un’inclinazione decisamente più pop rispetto alle sue rivali, più legate alla tradizione country, come Dolly Parton o Loretta Lynn, è quasi una sorta di versione anglo-australiana di Linda Rondstad, altra cantante country capace di flirtare con il pop restando in equilibrio sul filo. Rolling Stone prova a definirla come “una dolce e innocente versione anni ’70 di Doris Day”, mentre la stampa inglese comincia a chiamarla “Miss Goody Two-Shoes from Australia” – la santarellina australiana – etichetta che le resterà appiccicata per quasi tutti gli anni ’70, fino alla rivoluzione estetica di Grease.
Con l’interpretazione del personaggio di Sandy la sua immagine pubblica viene completamente stravolta: via la brava ragazza coi capelli di Heidi che rappresenta la nazione britannica emulando gli Abba all’Eurovision, dentro l’adolescente ribelle cotonata, vestita di pelle nera, simbolo di trasgressione ed emancipazione sessuale: l’unica che può permettersi di scalciare John Travolta, voltargli le spalle e farsi rincorrere fino a mettersi in ginocchio sulle note di You Are The One That I Want, in una delle scene più iconiche che la cultura pop abbia mai messo su schermo.
Le canzoni esplose grazie ai film, da Summer Nights a Magic
Grazie al film ci sono almeno altre due canzoni di Olivia Newton-John che entrano nell’olimpo musicale, ovvero Summer Nights cantata insieme all’ex star de La febbre del sabato sera e Hopelessly Devoted To You, ballata accorata, cantata in solitaria.
Nel 1980 grazie al film Xanadu verranno estratti altri due singoli di successo dalla colonna sonora curata dagli Elecric Light Orchestra, ovvero la traccia omonima e Magic, entrambe distanti anni luce dalle sonorità country e molto più vicine al dance-electro pop, pronto a invadere il decennio in arrivo.
Olivia Newton-John e Physical – la canzone più “fisica” della star!
L’invasione vera e propria da parte di Olivia Newton-John arriva nel 1981 con l’album Physical che vende oltre10 milioni di copie nel mondo, grazie alla spinta data dal video del singolo omonimo che la ritrae in tuta da aerobica, aprendo la strada al connubio musica, allenamenti e danza, tipico di film anni ’80 come Flashdance, Dirty Dancing e così via.
Il successo vero, quindi, si verifica e si consuma nel giro di 4 anni. Dopo essere stata sul tetto del mondo Olivia Newton-John, in effetti, sparisce dai grandi riflettori.
Ma non smette di fare musica e in realtà nessuno si dimentica davvero di lei. Ne è la riprova la sua collaborazione recente con Barry Gibb dei Bee Gees che ha un’ origine antica trascinatasi fino ai giorni nostri.
Nel ’76 i Bee Gees scrivono un pezzo dalle sonorità “countrieggianti” che decidono inspiegabilmente di lasciare fuori dagli album ufficiali. In seguito verrà donato al fratello minore Andy Gibb che la userà nel suo album After Dark e la canterà in duetto proprio con Olivia Netwon-John.
La canzone si intitola Rest Your Love on Me (ovvero, “Fai riposare il tuo amore su di me”). Oggi Andy Gibb non c’è più, così come non ci sono più gli altri Bee Gees, a parte Barry, carissimo amico di Olivia, con cui aveva duettato diverse volte in TV e per la quale aveva anche scritto un brano, Carried Away (che significa “Portata via”).
Sarà forse per questo che prima che il cancro la portasse via veramente Olivia Newton John aveva cantato un’ultima volta su disco proprio insieme a Barry Gibb nell’album tributo alla carriera dei Bee Gees, Greenfields. La canzone scelta era sempre quella:
Rest Your Love On Me. Una canzone che è la trasposizione in musica di una spalla su cui piangere: “Lay your troubles on my shoulders /Put your worries in my pocket /Rest your love on me awhile”.
Un posto su cui far riposare l’amore, quello di Barry Gibb, quello di Olivia Netwon-John e il nostro per entrambi, ma oggi soprattutto per lei.