Oscar e blockbuster: cosa cambia con il “miglior film popolare”
L'Academy di Los Angeles ha annunciato poche ore fa l'introduzione di una nuova categoria agli Oscar 2019: nasce il premio per il miglior Blockbuster
L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha annunciato cambiamenti per gli Oscar, il premio cinematografico più famoso al mondo. Oltre ad assistere a una cerimonia nettamente più corta (alcuni premi verranno tagliati e annunciati successivamente, durante uno stacco pubblicario), è stata aggiunta la categoria “miglior film popolare” – in altre parole, anche i blockbuster verranno presi in considerazione e potranno anche essere premiati. Il tempismo con cui l’Academy ha fatto il suo annuncio è strabiliante, se si pensa che è arrivato nell’anno in cui Black Panther è diventato il secondo miglior incasso del 2018, e Shark – Il Primo Squalo è appena approdato nei cinema. Entrambi hanno tutte le caratteristiche per definirsi dei blockbuster di successo e hanno il plauso della critica dalla loro parte. A questo punto è d’obbligo chiedersi: perché l’aggiunta di questa categoria? Quale è stato il trattamento di questo genere dei film, da sempre snobbati dall’Academy?
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Oscar: perché l’Academy ha aggiunto una nuova categoria
Dawn Hudson, il capo esecutivo dell’Academy, ha spiegato, in un comunicato, che i requisiti affinché un film rientri nella categoria “popolare”, verranno divulgati in seguito, e sarà anche specificato se tale prodotto nominato possa concorrere o meno anche per miglior film. Una beffa, oppure no, per le case di produzione che potrebbero veder sfumare la vittoria a causa di un cinecomic. La nuova categoria farà il suo debutto durante la prossima cerimonia degli Oscar, vale a dire il 24 febbraio 2019.
L’improvviso cambiamento ai premi Oscar ha destato, com’era prevedibile, perplessità nel mondo dell’industria giornalistica, e anche i critici cinematografici hanno ironizzato sulle prossime mosse dell’Academy, ora diventata una cerimonia quasi più vicina a un MTV Movie Awards. In realtà, questa rivoluzione appare un tentativo ultimo di attrarre più pubblico, dato che negli ultimi anni la messa in onda sul network ABC ha subito un crollo di ascolti. La ragione sta nell’intensa durata della trasmissione che costringe molti spettatori a mollare la diretta, sia per stanchezza che per svogliatezza, motivo per cui l’Academy ha deciso di ridimensionare la cerimonia a un massimo di tre ore.
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Oscar: il futuro dei blockbuster nella corsa alle statuette
Per capire in che modo l’Academy ha considerato i blockbuster, non resta che fare un passo indietro nel tempo. Nel 2009, la categoria “miglior film” venne estesa a un massimo di dieci film nominati, sebbene molte pellicole, nonostante fossero state acclamate dalla critica, vennero snobbate. Tra queste vi era Il Cavaliere Oscuro, blockbuster incentrato su Batman, che ricevette otto candidature, riuscendo a portare a casa due Oscar. Ma ancora, il film di Nolan, seppur acclamato e definito un successo commerciale, non venne considerato miglior film. Secondo alcuni, questa modifica non cambiò le cose. Infatti, l’Academy continuò a preferire film lodati da una nicchia di persone, piuttosto che pellicole dal successo internazionale. Basti pensare che lo scorso anno, i più hanno tentato invano di promuovere il cinecomic Wonder Woman per portarlo agli Oscar.
Qual è dunque il futuro dei blockbuster agli Oscar? In realtà, una piccola rivoluzione c’è già stata qualche anno fa. Mad Max: Fury Road, un adrenalinico action movie con Charlize Theron, fece incetta di premi durante l’award season 2015-2016, conquistando tutti Oscar tecnici. Non ebbe l’onore di vincere come miglior film, ma rappresentò una prima rottura con la tradizione. La nuova categoria imposta dall’Academy dovrebbe semplicemente significare questo: un buon film si riconosce dall’impatto sulla critica e sul pubblico, quest’ultimo fondamentale per portare al successo un prodotto e renderlo, appunto, popolare.
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Vedremo se la mossa dell’Academy sarà sufficiente per conquistare nuovi telespettatori senza, però, cadere nell’errore di trasformarsi in una cerimonia mediocre volta ad auto-celebrarsi per rimediare ai propri errori (basti pensare ai tentativi dell’academy di contenere il movimento #MeToo con l’aggiunta di linee guida sui comportamenti da tenere tra i dipendenti).