I 6 momenti migliori degli Oscar 2024
Canzoni e discorsi tra i momenti memorabili di una serata che non riesce perfettamente a rispecchiare il valore dei film in concorso (ma quest'anno non era affatto facile)
Una cerimonia veloce, una cerimonia anticipata, una cerimonia che se ha lasciato il segno lo ha fatto nel segno di Christopher Nolan e del suo Oppenheimer e che ha poi saputo regalare pochi altri spunti di memorabilità; la 96ª edizione dei Premi Oscar si conclude con il trionfo di uno, il sorriso di pochi e l’insoddisfazione di molti, ma a contraddistinguersi, più che i premi, sono i film e gli artisti candidati nominati, che esemplificano chiaramente come il cinema stia attraversando un periodo di florida creatività, con suggestioni d’avanguardia e prove d’esperienza che hanno adornato le sale negli ultimi mesi, e tutt’oggi continuano a farlo. La rotta quasi monodirezionale presa dalla serata non è riuscita a rispecchiare a pieno l’eterogeneità del concorso, la varietà delle forme e la ricchezza dei contenuti che hanno fatto sì che quasi tutte le categorie, nonostante i pronostici fossero chiari, presentassero delle eccellenti alternative; ed anche i ricercatissimi momenti memorabili che ogni anno ci si affretta ad appuntare, così da rievocarli alle prime occasioni, non hanno abbondato ma hanno comunque tentato, nella loro semplicità, di lasciare il segno.
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1. L’esibizione diamantina di Ryan Gosling è tra i momenti migliori degli Oscar 2024
Tutti lo aspettavano e lui, come sempre, non ha tradito le attese. Ancora una volta Ryan Gosling dimostra tutta la propria ecletticità, conquista il palco e, con una dimostrazione di talento che in qualche modo rivendica la manca statuetta, regala un’esibizione che difficilmente dimenticheremo; indiscutibilmente uno dei momenti più alti della serata.
Con I’m Just Ken il protagonista di Barbie propone una performance da vera star, che trae ispirazione dalla Marlyn Monroe di Diamonds Are a Girl’s Best Friend e si arricchisce della presenza di Slash e del suo inconfondibile accompagnamento musicale.
Nonostante una prova spettacolosa però, il tre volte candidato all’Oscar è costretto ad inchinarsi al talento di Billie Eilish, ormai presenza costante della notte di Los Angeles che, a soli 22 anni, ottiene la sua seconda statuetta in carriera, grazie alla sua What Was I Made For?, sempre da Barbie.
Da rimarcare anche le prove degli altri artisti che si contendevano l’ambito premio per la Miglior canzone e che con Wahzhazhe (da Killers of the Flower Moon), It Never Went Away (da American Symphony) e The Fire Inside (da Flamin’ Hot), hanno scandito, ed ulteriormente impreziosito, la cerimonia.
2. La memoria che passa dai Bocelli
Da sempre uno dei momenti più attesi degli Oscar, l’In Memoriam ha strappato lacrime anche quest’anno, ricordando chi ci ha lasciato negli ultimi 12 mesi ma che, per mezzo delle proprie dimostrazioni artistiche, rimarrà indelebilmente segnato all’interno del panorama cinematografico mondiale, e non solo. Lungo lo scorrere dei volti di tutti i mestieranti scomparsi, che partono dal compianto Michael Gambon (il secondo Silente della saga di Harry Potter) e arrivano a Tina Turner passando, tra gli altri, da Alan Arkin, Tom Wilkinson e Matthew Perry, Andrea Bocelli accompagna intonando Con te partirò con la sua solita maestria, al fianco del figlio Matteo, con il quale, come d’attesa, riesce ad imprimere una solennità degna del momento più commovente della nottata.
Fanno discutere, come ogni anno, alcune esclusioni illustri come quella di Angus Cloud (Euphoria) e quella dello sceneggiatore Norman Lear.
3. Parole per combattere la guerra
“Grazie per avermi aiutato in questo viaggio. Questo è il primo Oscar per la storia dell’Ucraina e io sono onorato, ma potrei essere il primo regista a dire che non vorrei mai aver fatto questo film.
Noi tutti, insieme, possiamo fare in modo che questa storia venga raddrizzata e che le persone che hanno dato la propria vita non vengano mai dimenticate“.
Con queste parole Mstyslav Černov, regista di 20 giorni a Mariupol, accetta il premio, già atteso alla vigilia, come Miglior documentario dell’anno, per l’opera che ha messo luce sulla straziante ed aberrante situazione che ancora oggi lascia la popolazione ucraina in ginocchio, a subire le conseguenze di una guerra che continua a sembrare molto lontana da una sua conclusione.
Al toccante discorso del regista si aggiungono quelli di altri vincitori della serata, come Jonathan Glazer, premiato nella categoria Miglior Film Internazionale per il suo La zona di interesse, che ha voluto esprimere tutto il proprio dolore per le “vittime della disumanizzazione” in Israele e a Gaza, e Cillian Murphy il quale, ai sentitissimi ringraziamenti rivolti ai colleghi, ha voluto aggiungere una dedica “a coloro che portano la pace“.
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4. Tra i momenti migliori degli Oscar 2024 anche l’arrivo di John Cena sotto mentite spoglie
L’altro lato della medaglia di una serata che ha saputo riflettere uno stato delle cose a dir poco allarmante, arriva nel momento più scherzoso ed inaspettato, quando John Cena si presenta sul palco in deshabillé, coperto unicamente nelle parti più sensibili, dalla busta contenente il nome del vincitore per i Migliori Costumi (Povere creature!). L’ex campione del wrestling, ormai incastonato sempre più profondamente all’interno del firmamento hollywoodiano, si presenta senza vesti al fianco di un Jimmy Kimmel che, anche questa volta, non riesce ad imporre quella leggerezza che dal presentatore di serata il pubblico si attenderebbe, lasciando ai suoi ospiti più fantasiosi e sfacciati il compito di strappare un sorriso all’intera platea e al pubblico a casa.
5. Batman vs. Taxi Driver
Cerimonie come questa sono spesso teatro di momenti che rievocano collaborazioni del passato, immagazzinate nell’immaginario collettivo come indimenticabili ed indissolubili. Se da una parte non possiamo negare la commozione del momento e siamo perfettamente consapevoli di quanto l’immagine che ha ritratto assieme Robert De Niro e Jodie Foster, entrambi nuovamente candidati a anni di distanza dall’uscita di Taxi Driver, diverrà presto una di quelle cartoline da rammentare frequentemente, dall’altra saranno in molti ad indicare il comico siparietto tra Arnold Schwarzenegger, Danny DeVito e Michael Keaton come il momento più riuscito ed apprezzabile della notte. I primi due, oltre ad aver riportato sul palco quella rara chimica che rese cult I gemelli, di Ivan Reitman, hanno scherzato con l’ex Batman, in quanto entrambi acerrimi nemici del supereroe mascherato, nel corso della loro carriera.
6. Uno dei momenti più iconici degli Oscar 2024 arriva con l’atto finale, presentato da Al Pacino
A chiudere l’appuntamento non poteva che esserci una maestranza di culto come Al Pacino, pronto a compiere 84 anni il prossimo 25 aprile. Il fenomenale e pluripremiato artista, per celebrare i 50 anni de Il padrino – Parte II, ha omaggiato il palco del Dolby Theatre con la propria presenza, rendendosi protagonista di una delle chiusure più spiazzanti di sempre. Dimenticatosi, volutamente o non, del classico “And the Oscar goes to..“, il protagonista si è limitato ad enunciare il titolo della pellicola vincitrice come Miglior Film, Oppenheimer, con la nonchalance e la naturalezza che hanno sempre contraddistinto ogni prova di valore della sua carriera.
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