Paul Schrader: 5 film del regista da recuperare assolutamente

5 titoli indimenticabili del celebre cineasta

Paul Schrader è uno dei registi e sceneggiatori più influenti del cinema americano. Con uno stile inconfondibile e una predilezione per personaggi tormentati, i suoi film esplorano spesso tematiche esistenziali, morali e religiose.

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1. American Gigolò (1980)

Paul Schrader - Cinematographe.it

Con American Gigolò, Schrader realizza un dramma elegante e decadente che esplora il mondo della prostituzione maschile attraverso il personaggio di Julian Kay, interpretato da Richard Gere. Il film, oltre a consacrare Gere come sex symbol degli anni ‘80, rappresenta un’acuta riflessione sulla solitudine e sull’alienazione, temi cari al regista. L’estetica raffinata, il ritmo languido e l’iconica colonna sonora (Call Me di Blondie) contribuiscono a creare un’atmosfera magnetica e sensuale. Il personaggio di Julian, apparentemente sicuro di sé e padrone del proprio destino, si scopre invece fragile e manipolabile, in una spirale di paranoia e autodistruzione tipica della poetica di Schrader.

2. Mishima: A Life in Four Chapters (1985)

Considerato uno dei film più sperimentali di Paul Schrader, Mishima racconta la vita dello scrittore giapponese Yukio Mishima attraverso un intreccio narrativo unico. La pellicola alterna ricostruzioni della sua esistenza, scene tratte dalle sue opere letterarie e il racconto delle ultime ore della sua vita prima del suicidio rituale. Con un’estetica ipnotica e una colonna sonora memorabile di Philip Glass, Mishima è una riflessione profonda sul rapporto tra arte e vita, tra bellezza e autodistruzione.

3. Affliction (1997)

Paul Schrader - Cinematographe.it

Tratto dal romanzo di Russell Banks, Affliction è un intenso dramma psicologico che segue Wade Whitehouse (Nick Nolte), un poliziotto di una piccola città del New Hampshire, segnato da un’infanzia traumatica e da un difficile rapporto con il padre violento (James Coburn, premiato con l’Oscar). Quando un apparente incidente di caccia si trasforma in un mistero, Wade inizia a indagare, mentre la sua vita personale si sgretola. Schrader costruisce un racconto di sofferenza e dannazione, mettendo in scena un personaggio che lotta per trovare un senso alla propria esistenza.

4. First Reformed (2017)

Paul Schrader torna ai temi religiosi con questo dramma esistenziale, interpretato da Ethan Hawke nei panni di Ernst Toller, un pastore di una piccola chiesa nello stato di New York. Afflitto dai sensi di colpa e da una crisi di fede, Toller viene coinvolto in una vicenda che lo porta a confrontarsi con il cambiamento climatico e il peso della responsabilità morale. First Reformed è un’opera cupa e riflessiva, che rievoca il cinema di Robert Bresson e Ingmar Bergman, con un finale enigmatico che lascia il pubblico senza fiato.

5. The Card Counter (2021)

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Con The Card Counter, Paul Schrader torna ai suoi temi più ricorrenti: colpa, redenzione e autoisolamento. Il film segue William Tell (Oscar Isaac), un ex militare con un passato oscuro che trascorre le sue giornate nei casinò, contando le carte con precisione matematica. La sua vita solitaria e metodica viene sconvolta dall’incontro con Cirk (Tye Sheridan), un giovane assetato di vendetta contro un ufficiale militare corrotto (Willem Dafoe), responsabile della rovina della sua famiglia. Il personaggio di Tell incarna il classico “uomo solitario” di Schrader, un protagonista tormentato che cerca di espiare le proprie colpe in silenzio. La regia asciutta e la fotografia dai toni freddi enfatizzano il senso di alienazione del protagonista, mentre le scene ambientate nei casinò sono girate con un minimalismo che riflette il distacco emotivo di Tell dal mondo circostante. Tuttavia, il passato del personaggio emerge nei flashback delle torture inflitte ai prigionieri di Abu Ghraib, rivelando il peso insostenibile che porta sulle spalle.

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