Perché Caravaggio – l’Anima e il Sangue non è il solito film sull’artista?
L'immersione totale nei tormenti del Caravaggio, i segreti rimasti sepolti, i luoghi in cui ha vissuto... Caravaggio – l’Anima e il Sangue non è il solito film d'arte, non la solita messa in scena della vita dell'artista, ma un bagno di suoni e sensazioni che vi sconvolgerà
L’intera essenza di Caravaggio può di fatto definirsi un susseguirsi di luci e ombre, un binomio che si ripresenta sempre sia nelle sue opere che nella sua vita, perennemente in bilico tra il disfattismo più totale e la gloria. La sua fama non ha eguali e non c’è essere umano al mondo che non ne contempli la grandezza o che non possa rimanere estasiato davanti alle sue opere. È probabilmente per tale ragione che più e più volte si è cercato di portare alla luce l’emozione e il senso del sublime che si prova stando dinnanzi a certe tele. Ci ha tentato soprattutto l’industria cinematografica attraverso film e fiction atte a estrapolare il genio di Michelangelo Merisi per riproporlo poi sul grande e piccolo schermo.
Un’impresa non da poco. Già, perché quando gli occhi sfiorano l’arte vera, quella di Giuditta e Oloferne, della Vocazione di San Matteo o dello Scudo con testa di Medusa sembra di essere in un altro pianeta e di volare liberi. Si prova gioia, terrore, si provano rabbia e felicità e tutto è semplicemente perfetto che non servirebbe aggiungere altro. Eppure qualcosa manca ancora: le parole che si sono paralizzate nella trama essiccata dei colori, le pennellate che l’occhio non riesce a captare e il contatto fisico con l’artista, il quale scende dal piedistallo dell’eccezionalità per instaurare empatia con noi comuni mortali.
Questi e molti altri dettagli conferiscono a Caravaggio – l’Anima e il Sangue un valore aggiunto, facendo sì che la pellicola targata Sky e Magnitudo Film, distribuita da Nexo Digital, sia il primo e vero film sull’artista milanese. Ma quali sono i dettagli che rendono il film diretto da Jesus Garcés Lambert con la direzione artistica di Cosetta Lagani e la sceneggiatura di Laura Allievi, in uscita al cinema il 19,20 e 21 febbraio, diverso da tutti gli altri? Ve li esplichiamo uno dopo l’altro di seguito.
Caravaggio – l’Anima e il Sangue: lo stratagemma delle evocazioni per calarci nel cuore dell’artista
Se le opere precedenti hanno riportato sullo schermo parte della vita dell’artista cercando di creare atmosfere quanto più somiglianti a quelle del periodo storico in cui visse il Caravaggio (1571 – 1610) o, in certi casi, di decontestualizzarlo ponendolo forzatamente in un habitat moderno, il film targato Sky punta a rievocare il grido emozionale giunto fino ai nostri giorni creando una mappatura artistica e vitale in grado di immergerci visceralmente nella mente dell’artista.
Un’operazione innovativa che non si limita alla visione esterna – troppo scontata per chi ha avuto la fortuna di addentrarsi tra le sale museali – né ci tedia con manuali in italiano arcaico da leggere e nei quali individuare un ritratto dell’uomo che egli fu. Caravaggio – l’Anima e il Sangue è l’immersione totale nel cuore tormentato di Michelangelo Merisi, il passaggio sotto una doccia di colori, suoni e visioni che ci traghetta nello strazio del dolore e della rabbia, nel turbine voluttuoso della passione e in quello nebuloso della paura. Sentimenti eterni, provati da Caravaggio non perché vissuto nel suo tempo bensì in quanto uomo e per tale ragione soggetto sempre e indipendentemente ai fattori esterni. Eppure quelle emozioni, immortalate sulla tela, appaiono spesso così lontane ed estranee; per ravvivarle occorrerebbe viverle sotto le vesti della contemporaneità, smaltarle di ambienti spogli e materassi bitorzoluti, intrappolarle in gabbie d’acciaio, sigillarle con della pellicola alimentare per non farle respirare, per non farle andare a male…
Esattamente questo mette in scena il team di Sky attraverso ciò che Cosetta Lagani (responsabile e direttore artistico del progetto) e Jesus Garcés Lambert definiscono evocazioni: arte contemporanea vicina alla performance art che per esplodere in tutta la sua veridicità si serve non di attori professionisti bensì di gente comune a cui la vita ha lasciato cicatrici fitte come ricami.
La vita di Caravaggio: un caso da ricostruire
La biografia di Caravaggio non è certo meno importante dei tumulti dell’animo e a tal proposito fornisce un altro punto a favore della singolarità di Caravaggio – l’Anima e il Sangue la particolare ricostruzione della vita dell’artista.
È noto ai più quanto egli fosse animato dall’ira nei confronti di chi lo imitava, quanto si infiammasse con poco o nulla arrivando a malmenare e persino a uccidere. A tal proposito si rivelano preziosi i documenti giudiziari quali il verbale del Processo Baglione (1603) o le accuse di Prospero Orsi (1597) e ancora la querela a suo carico fatta da un garzone che dall’artista aveva ricevuto nientemeno che un piatto di carciofi in faccia. Testimonianze custodite negli archivi storici (in particolare l’Archivio di Stato di Roma) e che lasciano affiorare questo suo temperamento di dissolutezza e follia, lo stesso che lo condusse repentinamente da una città all’altra, a dipingere opere per gli uni e per gli altri e ad essere protetto e ingiuriato in egual misura.
C’è poco da girarci attorno: se fosse vissuto nel nostro tempo forse nessuno avrebbe fatto caso a quei dipinti e tutto si sarebbe concentrato esclusivamente sulla sua alquanto irritabile (e affascinante?) personalità o magari, senza neanche saperlo, avrebbe prestato una buona idea alla tv, che sulle sue querele e sui sotterfugi avrebbe allestito una serie tv crime.
E di fatto il team di Sky ha fatto anche questo: raccogliere con peculiarità ogni documento rintracciabile negli archivi, ogni denuncia e ogni arresto per avvicinare lo spettatore al tragitto vitale compiuto dal Caravaggio, in una ricostruzione affascinante quanto quelle che si vedono in un giallo, in cui la verità, in questo caso, regala un brivido ineguagliabile.
In Caravaggio – l’Anima e il Sangue le opere d’arte prendono vita
Se questo non basta a convincervi di quanto Caravaggio – l’Anima e il Sangue sia differente rispetto alle altre produzioni cinematografiche e televisive vi ricrederete nella visione del trailer: un antipasto visivo che vi lascerà senza fiato. Come potete vedere voi stessi le opere non appaiono piatte sullo schermo e anche i colori acquistano una luminosità reale, mentre gli oggetti sembrano d’un tratto animarsi, come se una magia li avesse provvisti d’anima. In un certo senso è così e quel miracolo è noto al genere umano come tecnologia 8K, che permette di carpire ciò che l’occhio nudo non potrebbe mai percepire. A questa tecnica (che Sky e Magnitudo sono tra i primi a sperimentare) si aggiunge il formato Cinemascope 2:40, il quale consente una visione più allungata e orizzontale dell’immagine – come se la vedessimo nella sua locazione reale – e un trattamento di post produzione della luce (tecnica CGI) che ne amplifica l’esperienza visiva rendendo omaggio a tutta la produzione caravaggesca.
Caravaggio – l’Anima e il Sangue: raccontarsi e non farsi raccontare!
La voce di Manuel Agnelli rappresenta un ulteriore innalzamento nella scala della singolarità filmica. Passi in secondo piano, se volete, la sua fama come frontman del gruppo rock Afterhours. Il valore aggiunto che l’artista dona al film trascende da ciò che rappresenta per insinuarsi in primis nella particolare vocalità di cui è provvisto: una nuance a tratti roca, pacata, una melodia che trasuda normalità e che in ogni parola pronunciata ci invita a entrare nel mondo del Caravaggio. Altro dettaglio da non sottovalutare è la narrazione in soggettiva. Per la prima volta in Caravaggio – l’Anima e il Sangue l’artista non viene solo raccontato ma si racconta, come se vi stesse semplicemente confidando un pensiero.
Caravaggio – l’Anima e il Sangue: le location
Concludiamo la nostra top 5 con un ultimo tassello che ritroveremo nel film di Lambert Sky: l’attendibilità delle location. Sappiamo bene che le opere del Caravaggio sono disseminate in tutte Italia, ma la concentrazione maggiore è nella Città Eterna, in cui egli operò certamente dal 1594 al 1606. Dopotutto, non è Roma l’unica città impreziosita dalla sua arte, a essa si aggiungono tra le altre Milano, Firenze, Napoli e Malta e il team del film non ha esitato a raggiungerle, per intrappolarle nella pellicola e restituirle allo spettatore.