Perché ci piace tanto La La Land? L’elogio del musical tra passato e presente
Lo schermo si accende, la grande, luminosa, incisiva scritta Cinemascope si staglia contro la piattaforma visiva e fa immergere fin da subito lo spettatore in ritmi, immagini, ed esperienze del passato. Dalla vivacità dirompente, dall’energia incontrollata, Damien Chazelle alla sua seconda regia dopo il grande successo della sua opera prima Whiplash torna ad incantare il cinema di tutto il mondo riempiendo le sale di melodie irrefrenabili ed emozioni incontenibili, merito dell’incredibile bellezza dell’ultimo, meraviglioso film La La Land.
Incetta di lodi da parte di critica e pubblico, che unanime si unisce al canto felice e intimo dei personaggi della storia, La La Land (trailer) sceneggiato dal giovane creativo Chazelle vive della colonna sonora composta da Justin Hurwitz, che con sentimento e slancio intona una danza tra le stelle alla quale è impossibile resistere, il sogno di un amore incarnato dal carisma e dal talento di due astri del contemporaneo panorama cinematografico, una Emma Stone ed un Ryan Gosling impegnati in un tip tap di aspirazioni e desideri, per una stagione della vita da condividere insieme.
La La Land: il richiamo al cinema del passato in un’aurea di magia
Musical come non se ne vedevano oramai da tempo, l’eccezionale lavoro del regista americano ruba con maestria ed evidente ammirazione dei tempi andati ad un cinema del passato, il quale ha segnato la fortuna della settima arte e regalato capolavori dall’inattuabile invecchiamento ad un vasto gruppo di cinefili, tutt’oggi impegnati a piangere e divertirsi sulle melodie di intramontabili classici.
Dai richiami più o meno espliciti alle pellicole che hanno segnato la storia del genere musicale e non solo, La La Land ringrazia dei suoi passi di tip tap inarrestabili e travolgenti il Gene Kelly di Cantando sotto la pioggia (1952) e Un americano a Parigi (1951), quest’ultimo in un chiaro rimando nei minuti finali del film, la romantica chiusura degna di un sogno ad occhi aperti contro sfondi estrosamente artefatti.
Emma Stone e Ryan Gosling tra le stelle in balli spettacolari
Per la terza volta compagni di set, Emma Stone e Ryan Gosling con una chimica indiscussa si muovono leggiadri nel cielo volteggiando come echi dei ballerini più famosi dell’arte cinematografica, Fred Astaire e Ginger Roger, che con le loro movenze e le loro magnifiche esibizioni fanno da scheletro portante ai momenti danzanti di La La Land, rivivendo nelle camminate scanzonate, mani in tasca e mento in su, ombre del film Cappello a cilindro (1935), mentre i vorticosi giri tra le stelle in memoria di Balla con me (1936) – questa volta con Astaire accompagnato da Eleanor Powell – si consumano in un’atmosfera di pura magia spettatoriale.
Costellato di citazioni a manifestazione di una passione fruita ed amata da sempre, Damien Chazelle sfrutta la professione da attrice inseguita dalla protagonista Mia per riempire di cinema ogni minuscolo millimetro dello spazio a disposizione, arredando la camera della ragazza con locandine e poster di opere retrò e situando il bar degli Studios in cui lavora di fronte a quella famosa finestra, quella di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, quella dell’immortale Casablanca (1942).
La La Land: la vivacità dei colori in un richiamo al technicolor
Coloratissimo, La La Land sfrutta la nitidezza di un technicolor che ruota sui tre toni primari con l’aggiunta di un blu decisamente elettrico, regalando una visione dalle tinte pimpanti a ricalco di quelle nate per richiamare un tempo il pubblico delle masse nelle sale cinematografiche, strizzando l’occhio e simulando con le donne dello schermo lo sventolio civettuolo e sensualmente frizzante di Shirley MacLaine in Sweet Charity – Una ragazza che voleva essere amata (1969), regia del coreografo Bob Fosse. Gradazioni di colore pervase dalle melodie di Hurwitz che tanto risuonano come le note d’amore, amicizia, fratellanza e grinta del classico del 1961 West Side Story, composte con la medesima sensibilità, abili nel spostarsi da un’allegria prorompente ed una malinconia incolmabile.
Il connubio musicale e visivo tra presente e passato, la storia del cinema che incontra il contemporaneo
Ed è quindi grazie al suo vasto background che La La Land si rivela un’emozione visiva e sensoriale, la quale trova forza nel ricordo di cosa eravamo e di cosa, grazie a questo nostro enorme, fantastico bagaglio, siamo diventati. La formazione di un cineasta dei nostri giorni capace di plasmare un connubio tra passato e presente, classico e moderno, che rende il film un musical contemporaneo in grado di comunicare con il suo attuale pubblico, e che probabilmente avrà le facoltà di farlo anche con quello del futuro. Tutta qui la chiave del suo guadagnato successo: la capacità di conciliare la scrittura del cinema classico, limpida e lineare, arricchendola con le esperienze e le influenze di correnti artistiche unite a un quadro dal gusto odierno, non tralasciando il talento essenziale del saper fare emozionare.
Western e musical sono stati i semi che hanno reso il cinema grande, e Damien Chazelle contribuisce a rendere questa splendida arte ancora più completa grazie al suo nuovo, prezioso film.