Philadelphia: la storia vera del film con Tom Hanks e Denzel Washington
La storia di Philadelphia è di fatto inspirata alla vicenda di Geoffrey Bowers, avvocato di Boston, con il quale il film condivide molti punti di contatto.
Oscar per Miglior attore protagonista a Tom Hanks e Oscar per miglior canzone (Streets of Philadelphia) a Bruce Springsteen nel 1994, i premi aggiudicati da Philadelphia, un film drammatico che racconta una storia controversa e tristemente attuale negli anni ’90, mettendo su pellicola il tema dell’AIDS, che raggiunse la sua massima diffusione proprio in quegli anni.
La storia di Philadelphia, sebbene nel suo sviluppo ed intreccio sia di fantasia, è di fatto inspirata alla vicenda di Geoffrey Bowers, avvocato di Boston, con il quale il film condivide molti punti di contatto. Di grande impatto emotivo e drammatico, il film si aggiudicò non solo moltissime nomination in tantissimi eventi, ma venne apprezzato e premiato tra gli altri ai Golden Globe, ai Bafta e alla Berlinale. Per interpretare il ruolo da protagonista, Tom Hanks, dovette fare un duro ed intenso lavoro, al tal punto che dovette anche perdere 12 chili per rendere più credibile e veritiera la storia e lo sviluppo del suo personaggio.
Tom Hanks interpreta un giovane avvocato di successo, Andrew Beckett, all’interno dello studio Wyant & Wheeler, molto apprezzato da colleghi e dai suoi superiori. Andy ha un compagno, Miguel Alvarez (Antonio Banderas), con il quale convive. Parallelamente c’è la storia di un altro avvocato, Joseph Miller, detto Joe, interpretato da Denzel Washington, che invece si arrangia con piccole cause di risarcimento per danni, che però non gli permettono un grande passo avanti di carriera. Inoltre è sposato con Lisa ed hanno una figlia, Larice.
I destini dei due avvocati si incrociano ad un processo molto importante, che li vede rivali. Il caso vede trionfare Andy e questa vittoria gli permette di essere apprezzato ancora di più dai soci, che decidono di affidargli il patrocinio in una causa di grande valore. Ben presto però, Andy mostra i sintomi legati all’AIDS e con un pretesto, viene licenziato dallo studio che non accettano un professionista omosessuale e malato. Così Andy inizierà una lotta e processo contro proprio i suoi ex capi, che accusa di discriminazione e per questo motivo esige un risarcimento. Dopo diversi rifiuti (legati al suo orientamento sessuale e pregiudizi), finalmente trova un avvocato disposto a difenderlo: sarà proprio Joe ad accompagnarlo in questa causa, nel quale Andy troverà non solo un difensore, ma anche un amico.
Philadelphia si ispira alla vera storia dell’avvocato Geoffrey Bowers
Nel 1987 un avvocato di nome Geoffrey Bowers citò in causa lo studio legale Baker & McKenzie, accusandoli di averlo licenziato con un falso pretesto, sostenendo invece che il motivo della dimissione fosse la sua affezione all’AIDS ed il suo orientamento sessuale. Bowers morì a 33 anni, due mesi dopo che il processo ebbe inizio. Ci vollero più di 6 anni per concludere la vicenda, quando alla fine nel dicembre 1993, lo studiò assegnò un risarcimento di 500.00 dollari, ovvero la somma totale di guadagno di tutti quegli anni se Bowers fosse stato ancora dipendente.
Lo studio Baker & McKenzie però, andò in appello, per rivedere la decisione. Nel 1995 l’appello venne ritirato dopo che lo studio legale si accordò privatamente con la famiglia di Bowers per un risarcimento, vietando ad entrambi gli interessati di parlarne pubblicamente o rivelare dettagli dell’accordo. Questo fu il primo caso, reso noto, di discriminazione legata alla malattia. Tristemente simile, sempre nello stesso periodo, la storia invece di un altro avvocato, ovvero Clarence B. Cain, che fu licenziato dallo studio Hyatt Legal Service, dopo che i suoi superiori scoprirono che era affetto da AIDS. Cain vinse la causa proprio prima di morire. Philadelphia ha deciso, seppur con alcune libertà, di unire i destini di questi due uomini vittime di discriminazioni e di farne un racconto incalzante, emozionante, drammatico e purtroppo veritiero.