Premonitions: significato e spiegazione del finale
Premonitions, il debutto internazionale di Afonso Poyart con Anthony Hopkins e Colin Farell è un thriller sovrannaturale violento e oscuro.
Nel 2015 debuttò nelle sale Premonitions, opera seconda del brasiliano Afonso Poyart, che, dopo il grande successo ottenuto in patria con 2 Coelhos (2012), compì il suo primo passo nel panorama cinematografico internazionale per conquistarsi il suo personalissimo posto al sole.
Il film, nato come sequel del famoso Seven di David Fincher (il quale schivò abilmente il proiettile), è il parto della penna di Ted Griffin (Ocean’s Eleven e Il Genio della Truffa) e vanta un cast d’eccezione. Oltre al duo da copertina composto da sua eminenza sir Anthony Hopkins (Elephant Man, Il Silenzio degli Innocenti) e Colin Farrell (In Bruges – La coscienza dell’assassino, The Lobster), sono stati messi a disposizione di Poyart due veterani come Abbie Cornish (Paradiso + Inferno) e Jeffrey Dean Morgan (Watchmen).
Purtroppo per il giovane regista Premonitions non ebbe il successo sperato, costringendolo al ritorno al cinema nazionale, come testimonia la produzione della sua terza opera Mais Forte que o Mundo del 2016.
La trama di Premonitions: il killer “misericordioso” che prevede il futuro
L’agente Joe Merrywheather (Dean Morgan) e la sua partner Katherine Cowles (Cornish) sono davanti ad un vicolo cieco nel caso dello spietato serial killer Charles Ambrose (Farrell). Joe decide dunque di contattare il suo vecchio amico e collaboratore, il dottor John Clancy (Hopkins), ritiratosi dal servizio e dalla vita sociale dopo la morte della figlia ammalata di leucemia e l’allontanamento dalla moglie.
L’uomo, uno psichiatra dotato di capacità sovrannaturali, è in grado di entrare in contatto con le vite degli altri, riuscendo a prevederne il futuro, ma anche a ricostruirne il passato recente e remoto. Il dottore all’inizio rifiuta di riprendere il suo antico ruolo di consulente nelle indagini, ma il killer e il caso lo chiamano e lo attirano, promettendo una connessione più intima e profonda di quella tra semplice gatto e topo.
Clancy dunque torna in pista al fianco dei due agenti per gettarsi in un vortice di eventi sempre più macabri e violenti, architettati dall’assassino stesso, il grande burattinaio che nasconde lo stesso potere dello psichiatra.
Il finale di Premonitions: “A volte i più grandi atti d’amore sono i più difficili da compiere.”
La pellicola affronta un tema importante e delicato come l’eutanasia, da sempre al centro di un’accesa discussione data la sua natura ambivalente. Essa infatti ha la capacità di far cessare la sofferenza di malati terminali, ma allo stesso tempo ruba loro gli ultimi momenti con i propri cari.
Ambrose, potendo vedere in anticipo le sofferenze dei malati, decide di intraprendere la misericordiosa missione di ucciderli in maniera dignitosa e indolore, sollevandoli dal calvario a cui sono destinati. “L’atto d’amore più grande”, per come la vede lui. Questo modus operandi mette profondamente in crisi il dottor Clancy, il quale sente una vicinanza nella visione del killer, vista anche la vicenda legata alla figlia.
I due uomini sono costantemente in dialogo: una conversazione privata fatta di immagini, rimandi, parole rubate e frasi dalla Boheme; nella quale corrono e si rincorrono avanti e indietro nel tempo nel tentativo di prendere il sopravvento sull’altro.
Il finale rivela la forma definitiva della trappola costruita minuziosamente da Ambrose. Il killer ha intenzione di costringere lo psichiatra ad ucciderlo, perché anche lui malato terminale, e passargli così il testimone. Clancy non potrà che assecondare il piano di Ambrose, perché è l’unico modo per salvare la vita della detective Cowles, in cui il dottore rivede la figlia defunta.
Nonostante nell’ultima scena Clancy si riappacifichi con sua moglie, Ambrose è diventato ormai lo specchio in cui si rifletterà per tutta la vita: il dottore pose fine alle tremende sofferenze della figlia con le sue stesse mani, ecco perché è stato scelto come erede.