Prova a prendermi: la storia vera che ha ispirato il film di Steven Spielberg
Adattamento del romanzo autobiografico di Frank Abagnale Jr., Prova a prendermi si è rivelato l’ennesimo colpo vincente di Steven Spielberg con un cast di eccezione composto da Tom Hanks, Leonardo di Caprio e Christophen Walken. Andiamo a scoprire la storia vera che ha ispirato la pellicola e la spericolata vita di Frank Abagnale.
Diretto da uno Steven Spielberg in stato di grazia, in un periodo fiorente in cui sfornava senza sosta un capolavoro dietro l’altro, il film Prova a prendermi si ispira alla storia vera di Frank Abagnale Jr che, tra il 1964 e il 1969, riuscì a incassare centinaia di assegni falsi sfruttando diverse identità abilmente costruite. Con protagonista una coppia anomala ma funzionale composta da Leonardo di Caprio e Tom Hanks, la pellicola prende spunto dall’autobiografia scritta negli anni ‘80 dallo stesso Abagnale che, per filo e per segno, ha raccontato le sue incredibili “gesta” da truffatore con spirito e acume dopo essersi redento ed essere trasformato in una sorta di personaggio mediatico. Svelando i retroscena di una caccia al ladro senza precedenti, il film segue pedissequamente gli eventi realmente accaduti, compresi quelli più assurdi, per narrare una figura controversa, ma al contempo affascinante, nella sua ricerca del successo e del denaro attraverso metodi che ti spingono fin troppo al limite e tutt’altro che legali.
Prova a prendermi ha riscosso un ottimo successo da parte di pubblico e critica, attestandosi come l’ennesimo capolavoro del regista e ottenendo due candidature ai Premi Oscar nell’annata 2003 per la Migliore colonna sonora a John Williams e il Miglior attore non protagonista a Christopher Walken nel ruolo del padre di Frank Abagnale Jr. Il vero protagonista delle vicende compare brevemente in una scena nel ruolo di un poliziotto francese ed è stato costantemente coinvolto nella stesura della sceneggiatura da parte di Jeff Nathason, che ha adattato il libro cambiandone solo alcuni particolari, consultandosi sempre con colui che ha vissuto queste esperienze in prima persona. Sebbene la pellicola esasperi il rapporto tra il giovane criminale e l’agente dell’FBI Carl Hanratty, il quale nel libro si chiama Sean O’Riley, e tralasci alcuni dettagli, come i sei mesi trascorsi dal truffatore in una prigione svedese, Prova a prendermi rimane autentico e piuttosto preciso nella sua rappresentazione dei fatti ottenendo in definitiva l’approvazione di Abagnale.
Scopriamo qui di seguito la storia vera e la vita di Frank Abagnale Jr. e come questa ha ispirato il film Prova a prendermi diretto da Steven Spielberg.
Prova a prendermi: alla scoperta della storia vera che ha ispirato il film
Usando 8 diverse identità da lui ideate, Frank Abagnale Jr riuscì nel corso di cinque anni, tra il 1964 e il 1969, a incassare centinaia di assegni falsi in 26 paesi del mondo e in tutti gli Stati Uniti, guadagnando 2,5 milioni di dollari. Terzo di quattro figli di una famiglia rispettosa e benestante di New York, Frank inizia la sua carriera come mago del crimine già da giovanissimo, mettendo a segno la sua prima truffa a soli 15 anni a danni nientemeno che del padre. Dopo aver comprato una macchina, egli convinse il genitore a prestargli la sua carta di credito con la quale comprò una grande quantità di parti meccaniche, tra cui gomme, batterie e motori, che non furono mai tolti dalle confezioni bensì, grazie a un accordo con un guardiano della stazione di servizio, li rivendette in contanti per meno del prezzo a cui li aveva comprati, riuscendo alla fine a sottrarre dalla carta di credito del padre più di 3000 dollari. Questa prima truffa finì tutt’altro che bene quando l’ufficio che aveva concesso la carta di credito contattò il padre di Frank per richiedere i pagamenti. All’incirca un anno dopo, i suoi genitori divorziarono e quando gli fu chiesto con quale genitore vivere, Frank decise di scappare per costruirsi una vita per conto suo fatta di inganni, truffe e sotterfugi. La sua carriera da criminale era solamente cominciata e una serie di truffe vittoriose lo attendevano.
Dopo essere andato a vivere da solo nella Grande Mela, Frank decise di sfruttare il suo aspetto maturo per falsificare i suoi documenti, risultando così di dieci anni più grande. Bisognoso di denaro per sopravvivere, il giovane iniziò ad emettere assegni personali sul suo conto già in rosso che, per quanto assurdo, era assolutamente possibile. Tuttavia, questo circolo vizioso non era infinito e funzionava solo fino a quando la banca non chiedeva di ripianare il debito contratto. A quel punto, bastava aprire un nuovo conto in un’altra banca e applicare lo stesso metodo, cambiando, di volta in volta la propria identità per evitare di essere scoperto. Col tempo cominciò a sfruttare anche altri metodi di frode, come quello di redigere assegni contraffatti per poi depositarli e convincere le banche a prestargli soldi sulla base di una ricchezza inesistente o quella che consisteva nello stampare il suo numero di conto sui moduli vuoti della banca, poi rimettere questi moduli insieme agli altri, in modo che i soldi venissero comunque trasferiti sul suo conto invece che su quello dei legittimi proprietari. Attraverso questi stratagemmi semplice ma efficaci, Frank riuscì a racimolare in poco tempo circa 40mila dollari, prima di essere scoperto. Quando le banche si resero conto dell’inganno, il giovane era già scappato ricoprendo l’ennesima falsa identità e diventando introvabile.
Le differenti identità ricoperte da Frank Abagnale Jr.
Nel corso dei successi cinque anni, Frank assunse le identità più disparate per riuscire a portare a termine le sue truffe ma solo alcune sono diventate memorabili. Per due anni, il giovane finse di essere un pilota della Pan Am di nome Frank Williams per viaggiare gratis in tutto il mondo tramite il deadheading, una pratica che permette ai piloti di ricevere viaggi gratis in cambio del loro servizio. Egli riuscì a far addebitare tutto alla compagnia aerea, attraverso una carta contraffatta che aveva ottenuto facendo finta di essere un uomo d’affari. Frank falsificò perfino la licenza di volo, prendendo come base una placchetta pubblicitaria, e il certificato di laurea della Embry-Riddle Aeronautical University. Per terminare il ciclo delle assurdità, il giovane ottenne l’uniforme dicendo al negozio che la sua era stata persa dalla lavanderia. Dopo aver fatto la bella vita in giro per il mondo, il ragazzo tornò negli Stati Uniti per impersonare un pediatra in un ospedale della Georgia sotto il nome di Frank Conners. Al titolare dell’appartamento disse che era un dottore per paura di essere ancora ricercato come pilota. Egli trovò un lavoro all’ospedale parecchio facilmente e, sebbene la maggior parte delle volte non facesse nulla di effettivamente medico in quanto lasciava tutti i suoi casi ai “colleghi”, alla fine fu scoperto quando stava lasciando morire un bambino per mancanza d’ossigeno, perché non aveva idea di che cosa fosse un “neonato cianotico”.
Dopo quasi un anno di finto lavoro, l’ospedale trovò un sostituto e Frank venne rimpiazzato. In seguito, il giovane falsificò una laurea in legge conseguita all’università di Harvard, riuscendo poi a superare, al suo terzo tentativo, l’esame per svolgere la professione in Louisiana. A soli diciannove anni, anche se sul documento falso ne risultavano parecchi di più, si trovò a lavorare nell’ufficio legale più importante dello stato con una laurea presa nell’università più nota del mondo. Dopo otto mesi, Frank fu costretto a lasciare questo impiego perché un collega che si era davvero laureato ad Harvard cominciò a fargli domande sull’università a cui, ovviamente, Frank non sapeva come rispondere. Era necessario l’ennesimo cambio di identità, con la polizia sempre alle sue costole che arrivava sempre un secondo in ritardo.
Una caccia al ladro durata cinque lunghi anni
La fuga del truffatore interpretato da Leonardo DiCaprio in Prova a prendermi terminò nel 1969, quando la polizia francese lo catturò grazie all’aiuto di un sorvegliante della Air France che lo riconobbe da un volantino di segnalazione. In quel momento, tutti i 26 paesi in cui aveva operato le truffe ai danni delle banche ne chiesero l’estradizione, generando un rimbalzo da una prigione all’altra. Prima fu rinchiuso nella prigione di Perpignan, in Francia, per scontare una condanna di un anno ma dopo solo sei mesi egli fu spedito in Svezia, dove rimase per il resto della pena. Per evitare una scia di estradizioni continue, Frank fu portato negli Stati Uniti ma, durante la fase di atterraggio, egli riuscì a scappare per poi essere nuovamente catturato, sventando il suo piano di trovare un volo con destinazione San Paolo, nel quale sarebbe stato al sicuro in un paese privo dell’obbligo di estradizione. A quel punto, per Frank non c’era più scampo e fu condannato a 12 anni per frode multipla, da scontare in una prigione federale. Nel 1974, neanche cinque anni dopo, il governo gli propose un accordo per ridurre la sua condanna, a condizione che aiutasse gratuitamente la polizia nei casi di frode.
In seguito, Frank provò una serie di lavori, dal cuoco al commesso fino al proiezionista, dai quali veniva prontamente licenziato quando si veniva a scoprire il suo passato da truffatore, finché un giorno egli decise di tentare l’ultima carta, proponendosi a una banca come consulente finanziario. Frank mostrò a uno dei dirigenti alcuni trucchi utilizzati per truffare le banche e il metodo per riconoscerli facilmente così da evitare le frodi prima che la persona potesse sparire nel nulla. Grazie a quest’opportunità, l’uomo iniziò una nuova vita all’insegna della legalità, attraverso il lavoro di consulente finanziario che svolge tutt’ora con la compagnia da lui fondata, chiamata Abagnale and Associates. Dopo una vita da criminale, Frank è riuscito a ripulire completamente gli errori commessi durante la sua gioventù bruciata, diventando una persona rispettabile ed ergendosi come simbolo di redenzione, dimostrando che con la giusta forza di volontà, è possibile ricominciare da zero.