Puoi Baciare Lo Sposo: un finale musicale e inconsueto
Puoi Baciare Lo Sposo vanta un finale inconsueto, che si muove su un registro del tutto particolare, l'unico possibile in questa storia di relazioni e conflitti.
Puoi baciare lo sposo e puoi anche concederti un finale del tutto diverso, al limite dell’usuale. Puoi creare una commedia che nel suo insieme si mostra lontana dallo stereotipo del genere italiano intraprendendo una strada che si discosta e viaggia da capitali cosmopolite a piccole realtà regionali. Alessandro Genovesi lo fa, stravolgendo gli stilemi più classici della risata per dare al suo nuovo film un’atmosfera lontana dal chiasso che troppo spesso troviamo pervadere le opere nostrane, tentando con delicatezza un percorso narrativo che raggiunge quasi lo straniante.
Dopo La peggiore settimana della mia vita (2011), Il peggior Natale della mia vita (2012), Soap opera (2014) e Ma che bella sorpresa (2015), Genovesi persegue la propria peculiarità comica del tutto differente da qualsiasi altro cineasta del Paese, amplificandola nel suo ultimo film, Puoi baciare lo sposo, provvisto di una conclusione fuori dall’ordinario. Una conclusione che contiene le potenzialità di una cinematografia che ha la possibilità di osare, non usando l’incoscienza che porta (e ha portato tanti) a strafare, ma sondando il proprio terreno con uso di creativa intelligenza.
Puoi Baciare Lo Sposo – Un finale musicale e danzato
È di un matrimonio che il film parla ed è proprio durante la celebrazione di questo atto d’amore che il regista della commedia raccoglie tutto ciò che con il contagocce ha disseminato durante lo svolgersi del suo tenero film. Il canto, i riferimenti al musical e alla sua componente frizzante, la difficoltà di esprimere a parole i propri sentimenti, il proprio cuore. E nella quiete che ha stabilizzato la condizione del film, che ha dilatato i tempi del racconto illuminandolo con piccole gemme a favore della risata, parte una canzone che scombina la verosimiglianza in cui è stato introdotto lo spettatore per l’intera commedia. Una musica che improvvisamente fa ballare, una coreografia a cui i personaggi prendono felicemente parte, contenti e consapevoli dello spiazzamento che vanno a suscitare.
Uno sconcerto che però soddisfa, che comprende la necessità di dover mostrare ancora qualcosa di diverso dopo l’inconsueto clima creatosi nel film e durante la visione dello spettatore. Un momento musicale a cui partecipare con perplesso divertimento e a cui nessuno si tira indietro: i protagonisti interpretati da Cristiano Caccamo, Salvatore Esposito, Diego Abatantuono, Monica Guerritore, Diana Del Bufalo e Dino Abbrescia, con tutto il contorno di attori secondari e corpo di ballo, quasi invitano il pubblico a prendere parte non solo al matrimonio, ma alle danze.
Puoi Baciare lo Sposo e l’allegria di Don’t Leave Me This Way
E nello scegliere un finale da musical, il regista Genovesi aggiunge l’incognita delle relazioni che rimangono aperte, di storie che non si risolvono con chiarimenti o delucidazioni conclusive, che sarebbero state forse superflue dopo il percorso intrapreso insieme e avrebbero appesantito l’aleatorietà della pellicola. È di certo d’allegria l’auspicio che il noto brano Don’t Leave Me This Way va elargendo ai personaggi, tensioni che vengono dunque sciolte sul ritornello famoso e fanno sperare finalmente nella comprensione di un padre che ora riesce ad accettare l’omosessualità del figlio, di un compagno in grado di dichiarare apertamente il proprio amore, di un piccolo paese che nella sua moria ritroverà la maniera per proseguire in avanti.
Una speranza che viene racchiusa in quell’ultima sequenza così come si è andata sviluppando la commedia, sottilmente, agendo con energia nascosta, ma presente. Un sentimento di cui si rimane talmente pieni da non aver bisogno di ulteriori spiegazioni. Un matrimonio di cui si vorrà essere testimoni.
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