Red: significato metaforico e analisi psicologica del film Disney-Pixar

Red è un'opera ricca di piani di significato, che vede nella potente metafora del panda rosso il pretesto per trasmettere numerosi messaggi.

L’adolescenza e la catena di sconvolgenti cambiamenti che porta con sé sono il fulcro del nuovo film d’animazione Disney-Pixar Red, disponibile su Disney+ dall’11 marzo. Un’opera ricca di simbologie, interamente giocata sul piano metaforico della trasformazione, non solo fisica ma soprattutto psicologica e relazionale, costituendo l’avvento della pubertà un momento critico nella ridefinizione dei rapporti con la famiglia d’origine (in primis la madre) e il gruppo dei pari.

Red vede protagonista Mei, una vivace tredicenne di origini asiatiche con una vecchia passione per la matematica e una nuovissima per i bei ragazzi, alle prese con le prime pulsioni sessuali, totalmente sconvenienti agli occhi della rigidissima madre Ming, che si ostina a vedere la sua “bambina” come pura ed innocente, interessata solo allo studio e agli impegni di famiglia. I suoi genitori gestiscono a Toronto un sontuoso tempio cinese aperto ai turisti, in cui ad essere adorati non sono gli dei ma gli antenati, rafforzando la dipendenza della ragazzina nei confronti dei propri legami di sangue.
Mei vive infatti una totale simbiosi con l’iper controllante madre e cerca di fare del suo meglio per compiacerla, tenendole nascosta quella nascente e prorompente parte di sé che sa già non verrà accettata.

Red: deludere per non reprimersi

Red, Cinematographe.it

Il ramo materno della famiglia di Mei cela un segreto… un tempo l’antenata Sun Yee chiese agli dei il dono di trasformarsi in un gigante panda rosso per proteggere se stessa e i propri figli da un’invasione di soldati, ai tempi di un’antica guerra contro la Cina. Tale dono fu così tramandato a tutte le donne della famiglia che tuttavia, in tempi più moderni, ritennero opportuno reprimerlo con un complicato rituale, al fine di aderire completamente all’immagine socialmente desiderabile di “angelo del focolare domestico”. La trasformazione in panda rosso, infatti, avviene in risposta a una scarica emozionale, che sia di rabbia, paura, gioia o tristezza, portando chi la subisce a perdere temporaneamente il controllo di sé, rivelando quel lato oscuro che – se può spaventare – definisce allo stesso tempo la parte più autentica di ogni personalità.

Quando Mei si sorprende per la prima volta infatuata di un ragazzino che lavora in una piccola bottega di quartiere, sfoga le sue inaspettate pulsioni con dei disegni che rivelano il suo crescente e naturale bisogno di intimità fisica. Ma quando la madre scopre tale “oscenità” decide di ripristinare l’integrità della ragazzina di fatto umiliandola di fronte all’oggetto del suo desiderio, allo scopo di tenerla definitivamente lontana da lui.
La reazione di Mei – un misto di rabbia repressa verso la madre e più che lecita vergogna – provoca così la sua prima trasformazione in panda rosso, mettendola di fronte allo sconvolgimento dell’inizio di una fase irreversibile, in cui per essere se stessa dovrà necessariamente deludere le aspettative di chi l’ha messa al mondo.

Diventare improvvisamente… rosse!

Red, Cinematographe.it

Dietro al titolo e alla scelta dell’animale protagonista di Red si nasconde una chiara metafora del cambiamento principe che introduce l’avvento dell’adolescenza in una ragazza: l’arrivo del ciclo mestruale. Ma il colore rosso non simboleggia solo questo, si espande a rappresentare quell’imbarazzo che i repentini cambiamenti fisici e psicologici corrispondenti al momento del menarca provocano in chi li subisce. Mei si vede improvvisamente enorme, pelosa e… anche puzzolente, desiderando solo di nascondersi per sempre. Esattamente quello che spesso accade in questa fase, in cui si è i primi a non riconoscersi e – come se non bastasse – si deve fare i conti con la reazione dei propri genitori, talvolta impreparati a veder spiccare il volo ai propri bambini.
Il colore rosso, inoltre, si associa perfettamente a quella necessaria ribellione di cui Mei si deve rendere protagonista per affermare se stessa, sostenuta – per fortuna – da un meraviglioso gruppo di coetanee, pronte ad accettarla così com’è.

Le amiche che salvano: separazione e individuazione nell’adolescenza – le teorie psicologiche

Red, Cinematographe.it

Mei è circondata dal potente affetto delle sue super-amiche Miriam, Priya e Abby, alle quali poco importa della sua trasformazione, anzi: ne colgono immediatamente il lato positivo e organizzano con lei un piano per sfruttare la nuova condizione al fine di racimolare i soldi per poter andare al concerto dei loro idoli, la boy band  4* Town (cosa che, ovviamente, le era stata proibita). Ma c’è un problema, la madre di Mei sta organizzando il rituale necessario per riportare sua figlia alla “normalità” e purtroppo si scopre che il giorno fissato per la cerimonia coincide con quello dello spettacolo: che fare, quindi? Assecondare se stessa o le aspettative della famiglia?
Mei è ovviamente combattuta perché non aveva mai deluso la mamma fino a quel momento. Ma più lascia libero il panda di “impossessarsi” di lei e più si accorge di saperlo gestire perché è semplicemente una parte di sé e non è nemmeno niente male…

Il travaglio emotivo della protagonista di Red, reso nel film con la potente simbologia del panda, è stato a fondo analizzato da numerosi autori in campo psicologico, da Erik Erikson, che ha parlato della vera e propria crisi d’identità che caratterizza l’adolescenza, a Kurt Lewin, che ha sottolineato l’importanza fondamentale della relazione col gruppo dei pari come componente universale dello sviluppo e mezzo per la conquista dell’autonomia personale. Gli amici hanno infatti una funzione socializzante e adattiva, in grado di contrastare l’inadeguatezza della famiglia nel portare l’adolescente verso la conquista dell’indipendenza da essa. Tale evoluzione si articola in una serie di comportamenti, che vanno da una fusione completa (conformismo) con il gruppo ad una netta differenziazione da esso, in un processo di separazione-individuazione che richiama esattamente quello già vissuto in età infantile (e teorizzato per la prima volta da Margaret Mahler).

Red, Cinematographe.it

La separazione-individuazione è un percorso che avviene generalmente nei primi tre anni di vita del bambino e affonda le sue origini nelle fasi precoci dello sviluppo psico-fisico, quando si inizia a sperimentare la separazione psicologica dalla propria madre, la prima figura di attaccamento. Nell’adolescenza, i sentimenti di angoscia e insicurezza che la caratterizzano possono far osservare una sorta di regressione a questa fase, laddove la necessità di separazione fisica e psicologica si proietta nei confronti dell’intera famiglia d’origine.

In questo periodo così delicato, quanto avvenuto nei primi mesi di vita nei confronti della madre tende quindi a riaffiorare, poiché un Sé stabile (inteso come nucleo della personalità) può emergere solo se si sono precedentemente interiorizzati degli oggetti interni costanti.

L’adolescente tende ad allontanarsi e avvicinarsi a livello psicologico ai suoi familiari, così come da bambino faceva con la madre. A questo punto, se la famiglia riesce ad evolvere insieme all’adolescente, sarà in grado di garantire fra i suoi membri l’integrità necessaria per consentire al ragazzo/a di poter sviluppare la propria individualità. Diversamente, l’inevitabile sensazione di  “nido vuoto” che l’allontanamento del figlio comporta può provocare comportamenti disfunzionali tali da ostacolare o impedire questo naturale processo, scatenando il conflitto (come ben si osserva in Red nella figura frustrante e minacciosa – soprattutto nella sua forma di panda –  della madre di Mei).

In questo clima di tensione, inoltre, il figlio rischia di diventare “contenitore” delle difficoltà relazionali tra i genitori o una pericolosa proiezione delle mancate realizzazioni e aspirazioni di questi ultimi, in un circolo vizioso che assume la forma nevrotica della coazione a ripetere ( in Red scopriamo infatti che la madre di Mei ha avuto a sua volta una mamma frustrante e castrante, al punto da volerle impedire di sposare il papà).

Red: un potente inno all’emancipazione femminile

Red, Cinematographe.it

Come abbiamo visto, il messaggio di Red si articola su numerosi piani e fronti, non ultimo quello dell’importanza dell’emancipazione femminile in una società che vorrebbe le donne miti, poco propense a primeggiare e intente solamente a mantenere insieme la famiglia. Lo stesso fatto che l’intera troupe del film sia composta da donne in carriera, alcune delle quali “addirittura” in gravidanza o con figli molto piccoli, ha portato a improntare la pellicola tenendo bene a mente questo tema, che se può sembrare secondario rispetto a quello principale dell’adolescenza non lo è affatto. Red infatti insegna, ad esempio, che la stessa madre di Mei, ha dovuto “graffiare” (in quel caso la propria madre) per essere libera di sposare chi voleva, e che – più in generale –  “ruggire” e imporsi è necessario se si vuole affermare se stesse, anche contro le aspettative altrui. “Reprimere il panda”, quindi, se da un lato può servire a garantire una sorta di controllo sulla propria vita, dall’altro la impoverisce di significati preziosi e di quell’imprevedibilità in grado di creare veri universi di realizzazione e felicità.
E poi, diciamolo, a Mei i capelli rossi donano decisamente di più…

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