Red: le differenze tra il fumetto e il film con Bruce Willis
Quali sono le differenze tra Red - il film del 2010 diretto da Robert Schwentke - e il suo fumetto d'origine, scritto da Warren Ellis e Cully Hamner?
Quasi sicuramente, gran parte delle persone che hanno visto Red, il film del 2010 diretto dal tedesco Robert Schwentke, è a conoscenza del fatto che il lungometraggio abbia trovato la sua principale fonte di ispirazione nell’omonima serie di fumetti DC, ideata da Warren Ellis e Cully Hamner, però non saranno in molti a conoscere le principali differenze tra il materiale d’origine e il successivo prodotto cinematografico.
Seguendo le avventure del protagonista Frank Moses, interpretato da Bruce Willis, Red narra la quotidianità di un agente della CIA in pensione che, quando viene improvvisamente attaccato da un gruppo di aggressori sconosciuti e altamente addestrati con l’intento di ucciderlo, viene inghiottito di nuovo dal suo lavoro e abbandona la sua vita fatta di tranquillità e di solitudine.
Sebbene la trama sia a tutti gli effetti la stessa, possono essere rintracciate diverse differenze tra il fumetto originale e il film di Robert Schwentke. In questo articolo, cercheremo di evidenziare le tre principali divergenze tra i due prodotti d’intrattenimento.
Red: la vendetta lascia spazio alle cospirazioni
Tutti quelli che hanno letto almeno una volta il fumetto di Warren Ellis e Cully Hamner si ricorderanno che la storia narrata in Red è semplicemente una storia di vendetta: dopo essere stato attaccato da qualcuno che vorrebbe vederlo morto e che vorrebbe distruggere l’equilibrio che è riuscito a costruirsi nel corso della sua carriera lavorativa, Frank decide di vendicarsi, tentando di capire le motivazioni per cui lo stanno cercando. A differenza della graphic novel, invece, il film di Robert Schwentke inizia con il protagonista che, cercando di scoprire l’identità di colui che gli sta dando la caccia, trasforma le ricerche in una teoria cospirazionista, grazie alla quale vengono svelati i giri loschi che coinvolgevano da anni le personalità di spicco del governo statunitense.
Leggi anche – Il Giustiziere della Notte: recensione del film con Bruce Willis
Se, quindi, nel fumetto la trama era composta da mistero e da concetti accennati, sussurrati, in grado di rendere la vicenda più interessante e coinvolgente, il lungometraggio si muove unicamente per esplicitazioni: anche l’avvenimento più banale e lineare, infatti, ha bisogno di una lunga spiegazione. Tale scelta narrativa porta lo spettatore ad annoiarsi, a farsi domande sul senso – e successivamente anche sulla necessità – del film: dopotutto, se Frank è da sempre stato il più geniale del gruppo, perché gli è stato permesso di andare in pensione?
Red: la drammaticità viene sostituita dalla comicità
Caratterizzato da diversi scenari che, oltre a essere forse un po’ troppo esasperati e ingigantiti, hanno un carattere esplicitamente comico, il riadattamento cinematografico di Red può essere benissimo definito come una commedia d’azione, dove ogni momento è buono per una battuta fuori contesto o per una situazione un po’ fuori dalle righe. L’operazione condotta dal regista sembra, quindi, snaturare il tono della fonte originale, trasformandola in una storia leggera e, a tratti, banale.
È spontaneo notare, appena si apre il fumetto, il carattere serio, crudo e sanguinario dell’opera di Warren Ellis e Cully Hamner, una produzione che potrebbe essere definita, usando un solo aggettivo, terribilmente violenta. Anche Frank risulta essere molto più credibile: certo, è in pensione, ma è ancora in ottima forma. Quindi, quando ti vengono mostrati i suoi faccia a faccia con la fazione avversaria, faccia a faccia in cui è sempre il protagonista ad avere la meglio, tu ci credi. E ti immedesimi, pure.
Red: non si narra più la storia di un uomo solo al mondo
L’aspetto di Red che è stato più snaturato, in realtà, è l’essenza della storia. Se, nel fumetto, si stava parlando della narrazione di un uomo solo di fronte a un mondo che aspetta solamente il momento giusto per pugnalarlo alle spalle, nel lungometraggio ci si sofferma su tutt’altro: Frank, nel corso degli anni, si sarebbe fatto degli amici che sacrificherebbero la vita per lui, avrebbe diversi ex-colleghi da contattare nel momento del bisogno. Cosa che, nella graphic novel, non era stata evidenziata né tanto meno contemplata.