10 registe italiane emergenti: chi sono le più promettenti?
In questo periodo florido per il cinema sono molti i volti nuovi che si stanno affacciando nel panorama italiano, approfondiamo assieme 10 tra le registe italiane emergenti
Negli ultimi anni stiamo assistendo a un vero e proprio risveglio del cinema italiano con produzioni che spaziano fra varie tematiche, generi e storie differenti e che approdano poi in sala, nei circuiti dei festival, ma soprattutto sulle piattaforme streaming.
In un campo che sta riacquistando vigore non sono pochi i volti nuovi che ne fanno parte e tra loro, complice anche una maggiore attenzione al disequilibrio tra i generi e al gender gap che domina molteplici settori, ci sono numerose registe che si stanno riappropriando della loro voce e dello loro sguardo sul cinema.
Scopriamo assieme le 10 registe italiane emergenti nel panorama cinematografico nostrano.
2. Pilar Fogliati
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Nata ad Alessandria per puro caso (i suoi genitori si trovavano lì!) ma romana in tutto e per tutto, Pilar Fogliati si è approcciata alla recitazione fin dalla tenera età, iniziando col teatro e poi scoprendo il cinema. A sedici anni si iscrive ad un corso di teatro amatoriale per poi diplomarsi presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica iniziando a calpestare il palco poco più che ventenne.
È nel 2015 che fa il suo debutto in televisione, interpretando Betta nella miniserie Il Bosco e, solamente un anno dopo, debutta sul grande schermo nel film di Fausto Brizzi Forever Young.
Da quel momento in poi continua ad apparire in film e serie tv, senza tralasciare la televisione (conduce nel 2019 Extra Factor assieme ad Achille Lauro e nel 2022 è madrina della quarantesima edizione di Torino Film Festival).
Fogliati ha debuttato come regista da pochissimo con il suo film Romantiche, uscito in sala il 23 febbraio 2023, in cui interpreta quattro diversi personaggi.
2. Letizia Lamartire è tra le registe italiane emergenti più promettenti
Quando si parla di registe da tenere d’occhio, Letizia Lamartire è l’esempio perfetto. Approda nel mondo cinematografico iniziando come assistente alla regia e al montaggio, per poi esordire come regista nel 2017 con il cortometraggio Piccole italiane, presentato alla Settimana internazionale della critica del Festival del cinema di Venezia.
L’anno successivo scrive e dirige il suo primo film, Saremo giovani e bellissimi, in concorso alla Settimana della Critica di Venezia.
Ma è tra il 2019 e il 2020 che si afferma come regista dirigendo alcuni degli episodi di Baby, la serie italiana Netflix. Un accordo, quello tra la regista barese e la piattaforma statunitense che continua ancora, difatti Lamartire ha diretto assieme a Matteo Rovere la serie La legge di Lidia Poët.
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Parallelamente continua anche la sua carriera di regista cinematografica grazie al suo secondo lungometraggio Il Divin Codino del 2021 incentrato sul calciatore Roberto Baggio ed è iniziata la produzione del suo terzo film, Più veloce dell’ombra, adattamento dell’omonimo romanzo di Federica Tuzi.
3. Francesca Mazzoleni, che tra poco debutterà su Netflix, è tra le registe italiane emergenti da tenere d’occhio
Nata a Catania nel 1989 e diplomata in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel 2015, Francesca Mazzoleni ha diretto diversi cortometraggi e documentari prima di debuttare alla regia con Succede, film tratto dal successo letterario di Sofia Viscardi.
Nel 2020 torna alla regia di Punta Sacra, un documentario che approfondisce la vita della piccola comunità dell’Idroscalo di Ostia.
Anche Mazzoleni approderà presto su Netflix con la serie tv Supersex che indaga sulla vita della pornostar Rocco Siffredi, interpretato da Alessandro Borghi. In questo progetto, Mazzoleni sarà affiancata alla regia da Matteo Rovere e Francesco Carrozzini.
4. Paola Randi
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Conosciuta grazie a Tito e gli alieni – film surreale fantascientifico ambientato nel deserto del Nevada a due passi dall’area 51, Randi si sta facendo strada nel mondo del cinema italiano. Tito e gli alieni per Randi è stato un trampolino di lancio grazie al quale è riuscita ad unire la passiona per la scienza – un affare di famiglia visto il background della sorella che fa la scienziata – e la poetica. La regista ha raccontato durante un’intervista per La Repubblica che «sono convinta che la scienza dia una chiave di lettura della realtà straordinaria, filosofica e esistenziale. Io ho una sorella scienziata, lei studia come comunicano le cellule fra loro e come migrano. Lei fa ricerca, io racconto storie, in qualche modo siamo su posizioni antitetiche. Mi piaceva raccontare l’elaborazione del lutto visto attraverso queste due posizioni, la sua più concreta e analitica incarnata dall’adolescente Anita e la mia, più vicina a quella di Tito»
Dopo numerosi cortometraggi e il salto fatto nel cinema con Tito e gli alieni, La Befana vien di notte – Le origini (2021) e Beata te (2022), Paola Randi si è distinta anche per aver diretto assieme a Francesca Comencini e Susanna Nicchiarelli Luna Nera, la serie tv italiana targata Netflix.
5. Michela Cescon
Michela Cescon ha una carriera brillante alle spalle come attrice iniziata nel 1994 con Il Teppista per la regia di Veronica Perugini. Ma il successo arriva nel 2004 con Primo Amore di Matteo Garrone la cui interpretazione le è valsa la candidatura al David di Donatello per la miglior attrice protagonista.
Nel 2012 interpreta il ruolo di Licia, moglie dell’anarchico Giuseppe Pinelli nel film di Marco Tullio Giordana Romanzo di una strage. È grazie a questo ruolo che vince il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista e il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista.
Nel 2021 ha debuttato come regista con Occhi blu, un thriller dalle tinte noir con Valeria Golino come protagonista.
6. Adele Tulli
Il cinema di Tulli è rappresentato da una sapiente miscela tra linguaggio cinematografico e linguaggio politico basato principalmente sui movimenti femministi e LGBTQIA+. La regista è approdata al cinema passando attraverso le sue ricerche universitarie che sono iniziate nel 2009 quando Tulli viveva a Mumbai; in un’intervista ha raccontato che «vivevo a Mumbai quando fu sospesa per la prima volta la legge che considerava reato l’omosessualità in India (poi ripristinata nel 2013 per poi essere nuovamente abolita): è stato un momento talmente forte che ho sentito il bisogno di raccontarlo. Lì è nato il mio primo film». Normal (2019), presentato al Festival di Berlino, è un documentario che si interroga sull’identità di genere.
7. Laura Luchetti
Dopo una lunga gavetta tra produzioni internazionali e set di ogni tipo, Laura Luchetti ha debuttato come regista con Febbre da fieno, ma è con il suo secondo lungometraggio, Fiore gemello, che si distingue.
Fiore gemello è stato presentato al Toronto Film Festival e premiato da diverse altre kermesse, rendendola la bandiera della riscossa delle registe italiane in un panorama cinematografico nostrano che solamente negli ultimi anni sta attraversando un periodo florido.
Il suo Fiore gemello, girato in Sardegna, «è un un film indipendente, fatto con coraggio, come dicono gli americani, è guerrilla filmmaking. È una storia di solitudini e di protezione, che insegue la fuga di due anime spezzate, un immigrato e la figlia di un trafficante di migranti, lanciati alla riconquista della loro innocenza rubata».
8. Luna Gualano
Nel 2018 Luna Gualano ha presentato il lungometraggio Go Home che ha ricevuto una risposta entusiasta da parte del pubblico e della critica, vincendo la sezione Alice nelle città della Festa del cinema di Roma. Film indipendente con una produzione ridotta all’osso – è stato finanziato da piccole cooperative, centri sociali e maestranze – e girato in solamente due settimane da un cast di veri richiedenti d’asilo, Go Home è un film che racconta l’odio razziale grazie al sapiente utilizzo degli elementi degli zombie movie e dalle tinte horror.
9. Emma Dante è tra le registe teatrali più influenti nel panorama italiano e, da poco, ha fatto il suo debutto al cinema
Emma Dante non è di certo un nome nuovo quando si parla di registe e sceneggiatrici italiane, ma lo è sicuramente per quanto riguarda il cinema.
Dante ha debuttato a teatro nel 2001 e da lì non si è mai fermata: ha portato sul palco numerose e sempre diverse pièce teatrali tra cui Medea, Esodo, La Carmen, Macbeth, Eracle e Le sorelle Macaluso.
E da quest’ultima opera che Dante prende ispirazione per il suo secondo lungometraggio con il medesimo nome uscito nelle sale nel 2020 e presentato in concorso alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ma il suo esordio cinematografico è stato sancito nel 2013 con Via Castellana Bandiera che ha partecipato alla 70ª Mostra del cinema di Venezia, a conclusione della quale Elena Cotta ha vinto per questo film la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile.
10. Elisa Amoruso
Amoruso, classe 1981, solamente da qualche anno ha debuttato al cinema con un grande successo che le ha permesso di firmare anche film internazionali quali Time is Up e il suo seguito, Time is Up 2.
Laureata in lettere all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha successivamente ottenuto il diploma in sceneggiatura al Centro sperimentale di cinematografia per poi esordire come regista nel 2019 col documentario Chiara Ferragni – Unposted, seguito l’anno dopo da Maledetta primavera.
Quest’ultimo ha ottenuto la candidatura come migliore opera prima per il Ciak d’oro del 2021.