I 5 registi contemporanei più divisivi. Chi spacca l’opinione del pubblico?
L’arte si riconosce tale nella discussione e nel dialogo, non può prescindere da un confronto originato dall’esigenza di esprime un giudizio o di attribuire un valore al prodotto fruito. L’accoglienza di un’opera, e più specificatamente di un film, è soggetta al gusto del proprio pubblico: l’esperienza, la conoscenza e la sensibilità non sanno sottrarsi al pensiero ricettivo e assumono, pertanto, un ruolo cruciale nella definizione di esso. Se, però, da un lato esistono opere riconosciute come essenziali e totalizzanti dalla stragrande maggioranza degli spettatori, con una piccola percentuale di contrari, l’altra sponda vive di pellicole figlie di un cinema autoriale estremo e controverso, tanto personale da non poter esser colto, compreso e apprezzato da tutti. Registi dalla poetica esclusiva, complessa, che in questi anni hanno originato una forte scissione tra i fedeli seguaci e gli accaniti detrattori. Partendo da Lars von Trier, quello probabilmente più rappresentativo di questa breve lista, scopriamo chi sono tutti e 5 i registi contemporanei più divisivi.
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1. Lars von Trier, il regista più divisivo di questi anni
Dogville, Antichrist, Melancholia, Nymphomaniac; il cinema del regista danese, Lars Von Trier, partito da una nicchia ristretta e arrivato ad essere uno dei più chiacchierati del panorama odierno, rimane ancora oggi difficilmente digeribile per buona parte del pubblico. Osannata da sempre più seguaci, infatti, l’autorialità del regista eccede nel suo essere radicale, estremizza una poetica eticamente ambigua, che respira violenza e sessualità. Un perfetto esempio arriva dall’anteprima della sua ultima pellicola, La casa di Jack, al Festival di Cannes; durante la proiezione del film un ingente numero di spettatori ha abbandonato la sala, ma quelli rimasti l’hanno tributato con una lunga standing ovation.
2. Nicolas Winding Refn
Non bisogna spostarsi di molto per trovare un altro regista che perfettamente si inserisce all’interno di questo discorso. Nicolas Winding Refn, anch’egli nato a Copenaghen e anch’egli, quindi, sorto ben lontano dai riflettori, si è avvicinato ad un pubblico più vasto senza però raggiungere il richiamo del collega e connazionale von Trier. Un altro autore perfettamente riconoscibile, incapace di non sbilanciarsi in una rappresentazione stilisticamente estremista e tematicamente impegnata, da indagare e approfondire poiché volutamente complessa nella sua percezione e comprensione.
3. Anche Alejandro González Iñárritu è tra i registi più divisivi di oggi
Discorso differente, rispetto ai precedenti, per il messicano Alejandro González Iñárritu. L’indiscutibile fama del regista, evidenziata da una sfilza di premi e riconoscimenti, viene osteggiata da molti che considerano la sua cinematografia meno clamorosa di quanto i successi ottenuti suggerirebbero. Un autore che divide, amato e odiato e con, nel mezzo, pochissime sfumature di gusto nella sua percezione. Una poetica caratterizzata da un ritmo e da un’atmosfera che per alcuni intensificano e per altri appesantiscono.
4. Sofia Coppola
Sofia Coppola, figlia d’arte affermatasi nel tempo, ha fatto spesso discutere i più accaniti cinefili, alquanto decisi nello schierarsi o a favore del suo far cinema o contro di esso. Diametralmente opposte le opinioni di un pubblico che, se da una parte stravede per la sua estetica raffinata, per la rappresentazione introspettiva e comunicante del femminile, dall’altra si scatena nell’invettiva contro un concatenarsi di pellicole non riconosciute nella loro originalità, ma accusate di una sterile e banale riproposizione del già visto e del già noto.
5. Zach Snyder
In un’epoca profondamente segnata dal proliferare di produzioni legate all’universo fumettistico, Zach Snyder rappresenta la più repentina risposta al Marvel Cinematic Universe, da parte dell’altra grande casa che ha dato i natali ai più celebri supereroi, la DC Comics. Da L’uomo d’acciaio del 2013, il regista si è fatto autore di un cinema completamente polarizzante, esaltato da alcuni e aspramente contestato da altri, i quali hanno tacciato le sue pellicole di banalità e di scarsa fedeltà nei confronti del fumetto, in una continua decostruzione e ricostruzione dei suoi personaggi.
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