Risorto: il film di Kevin Reynolds è ispirato a una storia vera?
La trama trae spunto da eventi reali, riproponendoli però con una chiave di lettura insolita.
Basato sul racconto della risurrezione di Cristo, contenuta nel Nuovo Testamento, Risorto (Risen) è un film di Kevin Reynolds girato nel 2016. Gli eventi si svolgono all’indomani della crocifissione e vedono Joseph Fiennes e Tom Felton come volti principali. I blockbuster di Hollywood basati sulle sacre scritture tendono, talvolta, ad esserne una fedele trasposizione, ma soprattutto mettono in luce un’unica prospettiva. Premesso ciò, la pellicola qui analizzata merita un plauso. Perché ha il coraggio di sondare terreni che altri non hanno avuto il coraggio di tastare. Del resto, quando si tratta di argomenti delicati quali la fede è facile ferire la sensibilità di alcuni e di innescare un putiferio, anche se la squadra di lavoro era mossa dalle migliori intenzioni nel momento di realizzare l’opera.
Non vi sono dubbi: chi ha girato Risorto sapeva benissimo fin dal principio le conseguenze a cui sarebbe potuto andare incontro. Ma ciò non ha impedito di perseguire l’idea a monte, la quale, indipendentemente dall’apprezzamento o meno dello spettatore, ha il pregio dell’originalità. Nei paragrafi seguenti scopriremo la trama sviluppata nel corso del lungometraggio e la esamineremo.
La storia vera dietro Risorto
Innanzitutto, di cosa parla Risorto? Qual è la chiave di lettura differenti rispetto ai predecessori? La novità risiede nelle figure principali: due membri dell’esercito romano, incaricati di smentire la risurrezione di Gesù. Nel dettaglio, Clavio (impersonato da Joseph Fiennes), un tribuno militare romano di alto profilo, e il suo fedele aiutante Lucio (Tom Felton), vengono istruiti da Ponzio Pilato per accertarsi che i ferventi seguaci di Gesù non ne rubino il corpo e in seguito urlino al miracolo. Alla scomparsa, Clavio parte in missione per ritrovarlo e smentire le voci del Messia risorto, scongiurando una rivolta a Gerusalemme.
Il sito web ufficiale della Sony Pictures descrive il prodotto come una storia biblica epica ispirata alla Resurrezione, rappresentata attraverso gli occhi di un non credente. Il produttore Rich Peluso ha evidenziato al Christian Broadcasting Network l’insolita rivisitazione compiuta dal team degli sceneggiatori.
In genere, la voce delle vicende è di una persona onnisciente o di un discepolo. Peluso ha invitato a prestare attenzione su un “dettaglio”, trascurato in certe occasioni: quando Gesù è risorto, la tomba era vuota. C’erano dei romani preposti a custodirla. Perciò l’interrogativo è in che modo sia stato possibile che non si siano accorti di quanto stesse accadendo nella stanza adiacente. Il copione, scritto da Paul Aello e Kevin Reynols, si prefigge l’obiettivo di rispondere a tale domanda.
Di conseguenza, non si tratta di un resoconto incentrato sui fatti, bensì sulla versione presentata da uno scettico. Un approccio piuttosto interessante a un storia celeberrima. E non è nemmeno la prima volta che un film si sofferma su un qualcosa di già noto al pubblico, ma dall’ottica di un personaggio diverso dal solito. Tuttavia, un conto è esplorare un’opera di fantasia, un altro parlare di uno dei più grandi misteri dell’umanità. In sostanza, cosa è lecito aspettarsi da Risorto? Non una storia “vera” del tutto nuova, piuttosto una variante di un racconto con cui tanti spettatori hanno già familiarità.