Ritorno a Cold Mountain: il finale del film di Anthony Minghella
Ritorno a Cold Mountain si costruisce per il finale, struggente e intenso, che celebra un amore che non finisce mai, che va oltre la vita, oltre la morte, superando ogni cosa proprio in virtù del sentimento stesso.
Durante la Guerra Civile americana, Inman (Jude Law), un soldato confederato ferito, intraprende un viaggio pieno di pericoli e ostacoli in modo da ritornare al suo paese d’origine, Cold Mountain, e ricongiungersi così ad Ada (Nicole Kidman), la donna di cui è innamorato e a cui la guerra lo ha strappato. Dopo la morte del padre, Ada, si dà da fare nella fattoria di famiglia insieme alla giovane e coraggiosa Ruby (Renée Zellweger). Questa è la storia che Anthony Minghella racconta nel suo Ritorno a Cold Mountain, una di quelle grandi storie che intreccia amore e guerra.
Ritorno a Cold Mountain: il racconto di una grande storia d’amore
Anthony Minghella, già premiato per Il Paziente inglese, tenta di raggiungere ancora l’Oscar (ha sette candidature, ma non quelle principali) con un film imponente e coinvolgente, languente ed epico, sentimentale e avventuroso, che trae ispirazione dal libro di Charles Frazier. Punta al massimo coinvolgendo nel progetto Jude Law che è Inman, un contadino a cui basta un bacio per innamorarsi perdutamente di Ada, interpretata da Nicole Kidman, la figlia di un pastore (Donald Sutherland) che prima vive protetta dal padre poi, dopo la sua morte, deve diventare adulta. Come in tutte le grandi storie d’amore Inman sarà costretto ad abbandonarla per combattere. Sopravvive agli orrori della guerra, tanto da, dopo essere richiamato dal suo amore tramite le varie lettere che si scrivono, disertare – macchiandosi di un’onta che è per un soldato incancellabile e che gli costerà la vita – per raggiungere, la ragazza, seguendo il mantra: “torna da me”. Ada, con il volto delicato e puro dell’eterea attrice, è costretta a resistere, nell’attesa di quel ritorno in cui spera; come spetta a tutte le donne, mogli, fidanzate, figlie, sorelle dei soldati, anche lei veste i panni dell’uomo di casa, aiutata anche da Ruby, a cui dà il volto Renée Zellweger con cui stringerà un bellissimo rapporto di amicizia, una sorellanza che la cullerà e la farà sentire meno sola.
Ritorno a Cold Mountain ha dentro un po’ della storia di Via col vento – anche Ada come Rossella è senza soldi, senza cibo e deve rimboccarsi le maniche – ma anche un po’ quella di Ulisse che parte e ad attenderlo resta Penelope, in balia dei Proci e delle avversità. Anche Inman, come Ulisse, compie un viaggio degno di essere narrato ma la cosa più importante è il ritorno: il giovane ha un solo scopo, rivedere il suo grande amore e il film vive in funzione di questo. Non c’è Itaca ma c’è una fattoria del North Carolina, non c’è Penelope che fa e disfa la tela ma una contadina che attende l’uomo con la stessa forza che spinge lui a compiere un’odissea che non lo lascia indifferente.
Ritorno a Cold Mountain: un film che si costruisce per il finale
Proprio come capita ad Ulisse anche Inman non viene riconosciuto da Ada tanto che gli punta addosso un’arma credendolo un militare della Guardia Nazionale; basta poco però è il velo che le offusca gli occhi cade e i due si riabbracciano. Passano la notte insieme ed è un elemento necessario da evidenziare perché nelle ultime scene del film questo evento ha una conseguenza, la nascita di una bambina. Tutto Ritorno a Cold Mountain si costruisce per il finale, struggente e intenso, che celebra un amore che non finisce mai, che va oltre la vita, oltre la morte, anzi supera ogni cosa proprio in virtù del sentimento stesso. Il destino si abbatte su Ada e Inman, proprio nel momento in cui gli innamorati potrebbero vivere felici, pensare al futuro, non lasciarsi più. Sognano di costruirsi una vita a Black Cove ma Teague, il capitano della guardia nazionale, con la sua squadra li trova e cerca di uccidere il giovane perché disertore. Lo scontro tra gli uni e gli altri è lungo ma la morte per Inman arriva lenta e inevitabile. Inman dice di essere stance di combattere, della guerra, però il suo destino ormai, come in una tragedia greca, deve compiersi e mentre uccide il suo avversario muore anch’egli. Esala l’ultimo respiro tra le braccia di Ada che bacia tra le lacrime l’uomo da lei tanto amato. Il corpo di Inman giace sulla neve bianca e fredda, sporcata dal violento rosso del suo sangue, su cui restano le tracce del suo sibilo: “Io sono tornato”.
Ritorno a Cold Mountain: un finale che celebra la vita e l’amore nonostante le barriere
Quello che abbiamo perduto non ci verrà mai restituito, la terra non guarirà, troppo sangue, il cuore non guarirà, la sola cosa che ci è data è imparare dal passato.
Così Ada vive nel ricordo di ciò che è stato, ricordo che si riverbera nella figlia, Grace. Sono passati sette anni da quel giorno in cui Inman è morto, le loro esistenze sono andate avanti e lui vive in quella bimba che porta il nome non del sangue e della violenza ma della grazia. Lo spettatore ha appena assistito alla morte del giovane uomo; lui ancora non sapeva che sarebbe diventato padre ma lo stesso destino che lo aveva separato Ada, li tiene ancora uniti in quella creatura.
Io ti vedo in ogni cosa.
Ritorno a Cold Mountain diventa una celebrazione di una “pagana” resurrezione di ogni cosa, per Ada Inman vive, ancora di più nella giornata di Pasqua che stanno festeggiando in cui la famiglia si riunisce intorno al tavolo. Si sente la presenza dell’uomo che ha compiuto un viaggio pieno di senso e che è ancora presente. In quella macchina da presa che si alza verso il cielo, c’è proprio lo sguardo di Inman, sempre accanto a Ada e alla piccola Grace.