Editoriale | La rivoluzione gentile di Chadwick Boseman. Così Re T’Challa ha dato speranza al popolo afroamericano
L'attore di Black Panther si è fatto portavoce di una rivoluzione gentile che ha scatenato positività ed entusiasmo, aprendo finalmente la strada a un cinema differente.
A distanza di tre mesi dalla sua scomparsa risulta ancora difficile dover parlare di Chadwick Boseman in termini al passato. Nell’anno assurdo che stiamo tutti vivendo sembra davvero incomprensibile pensare di aver perso un uomo ed un artista come l’interprete di Black Panther. Chadwick Boseman avrebbe compiuto oggi, 29 novembre 2020, 44 anni e la sua morte avvenuta lo scorso 28 agosto ha lasciato una ferita ancora aperta non solo nel mondo del Cinema, ma anche in tutta la comunità afroamericana che vedeva in lui un vero e proprio faro di speranza.
Trovare nella malattia la forza interiore per andare avanti
Per raccontare l’uomo dietro la maschera di Pantera Nera, sicuramente il ruolo che l’ha reso celebre in tutto il mondo, ci occorre partire dalla sua malattia. A Chadwick Boseman venne diagnosticato un cancro al colon nel 2016. L’attore aveva deciso di tenerlo nascosto e focalizzarsi totalmente sul suo lavoro. Rivedendo adesso la celebre intervista della radio americana SiriusXM al cast e al regista di Black Panther riusciamo a comprendere quanto Boseman fosse coraggioso, umile, sensibile e appassionato: la morte di due ragazzini malati terminali aveva toccato profondamente l’attore che spiegava quanto fosse importante per lui la propria missione, ovvero riuscire a soddisfare le aspettative di tutti coloro i quali vedevano nel suo personaggio un’icona, un eroe, un modello positivo a cui ispirarsi. I desideri dei due ragazzini malati erano diventati per lui un forte monito a dare il meglio di sé, nonostante reggesse egli stesso il medesimo enorme e oscuro fardello.
Chadwick Boseman e l’importanza della scelta dei ruoli da interpretare
Chadwick Boseman era molto legato ai suoi fan, soprattutto ai più piccoli. Come dichiarava Brian Kirk, regista di City of Crime (21 Bridges), Boseman “aveva capito l’importanza dell’essere un modello accessibile e positivo. Era un attore fantastico ed una vera stella del Cinema. Essere anche solo una di queste due cose è cosa rara, ma esserlo entrambe è davvero incredibile.” L’attore era quindi ben consapevole del suo potere comunicativo. D’altra parte era prerogativa del suo personale Manifesto quella di scegliere ruoli che potessero amplificare la voce della comunità nera. Il talento di Boseman, infatti, non risiedeva solamente nell’atto interpretativo, l’attore era estremamente attento nella scelta dei ruoli da interpretare. In questo modo risulta immediata la comprensione di una filmografia che vede protagonisti tante icone e pionieri della comunità afroamericana in America: uomini che hanno lottato per i propri diritti, come Jackie Robinson, il primo giocatore afroamericano a giocare nella Major League Baseball, e interpretato da Boseman nel film del 2013, 42, oppure il Re del Soul, nel film biografico sulla vita del cantante James Brown (Get on Up – La storia di James Brown), oppure ancora l’avvocato Thurgood Marshall, primo afroamericano nominato giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, del film Marcia per la libertà (Marshall).
Black Panther e l’inizio di un Cinema nuovo e più inclusivo
Fino a qualche anno fa non era semplice vedere film dall’alto budget con protagonisti di colore, a meno che questi non fossero dei grandissimi nomi come Denzel Washington o Will Smith. Chadwick Boseman nel ruolo di Black Panther nell’omonimo film Marvel è diventato per certi versi apripista verso una nuova rivoluzione cinematografica. Certo, è bene anche considerare il momento storico in cui questo è avvenuto: ricordiamo che il film diretto da Ryan Coogler nel 2018 ha debuttato in un momento storico e culturale davvero cruciale che ha trovato uno dei suoi climax nella questione #OscarSoWhite che ha portato ad una accesa discussione sulle attitudini dell’industria cinematografica verso le minoranze. L’impatto che il film ha avuto nel mondo ha aiutato ad una espansione e apertura nel modo di raccontare storie: sempre di più sono infatti oggi le produzioni che vedono la presenza di attori neri e storie che racconta le gesta di personalità fino a poco tempo fa rimaste senza voce. E Chadwick Boseman, con il suo T’Challa, un re giusto e pragmatico, era immediatamente diventato un vero faro di speranza per le attuali e future generazioni. L’equilibrio e la capacità dell’attore di bucare lo schermo hanno fatto sì che Black Panther diventasse un simbolo dello spirito dei tempi all’interno di un mondo fortemente diviso da identità politiche, sociali (Black Lives Matter) e culturali mentre gli Stati Uniti erano alle prese con il razzismo e la xenofobia degli anni trumpiani. Boseman incarnava nel suo essere le stesse qualità del personaggio che ha interpretato: altruista, carismatico, sensibile, nobile d’animo, attivista: era un eroe sia fuori che dentro lo schermo.
Nonostante non fosse il primo supereroe nero della storia del Cinema – ci viene infatti in mente il Blade di Wesley Snipes – l’attore era ben consapevole del ruolo che avrebbe portato in scena: il suo personaggio è diventato non solamente la voce della comunità afroamericana negli Stati Uniti, ma anche il simbolo di altre minoranze, come ad esempio quella Latina. Un potenziale collettivo che si è tradotto anche nella capacità dell’attore di poter elevare al suo stesso livello i suoi colleghi co-protagonisti. E così sullo schermo, così come nella vita, Chadwick Boseman è stato una guida ed una naturale figura autorevole capace di assumersi la responsabilità delle cose con fascino e apparente facilità e naturalezza.
L’eredità di un eroe profondamente umano
Onorando la sua memoria e portando avanti la sua eredità attraverso ciò che lo ha mosso in vita potremmo sintetizzare il suo lascito in quattro parole: la perseveranza, di un uomo che nonostante la malattia ha continuato imperterrito in una missione fatta di ideali e valori che vanno oltre la singola persona, l’umiltà, di un attore che si è fatto leader di un gruppo e custode di messaggi di inclusività e diritti, la passione, verso ogni suo ruolo, l’amore, verso il suo lavoro, i suoi colleghi e i suoi sostenitori. Chadwick Boseman era puro talento e grazia. Fortemente consapevole dell’importanza del suo ruolo era estremamente votato all’incarico che portava avanti con profonda dedizione. Proprio per questo resterà sempre nel cuore di tutti.