Rocketman e non solo – I 7 film sulle star della musica da vedere
Dalla musica soul al jazz, dalle melodie anni '60 a quelle degli anni '90. Tutte le volte che la musica ha incontrato il cinema creando film magnifici.
È il futuro prossimo che attende il cinema: i film sui grandi artisti musicali della scena mondiale. Michael Jackson, David Bowie, Madonna, Led Zeppelin. Un’onda tornata in auge con l’uscita di Bohemian Rhapsody, opera controversa tra gli apprezzamenti e il trattamento, che ha portato ai riflettori cinematografici l’icona Freddie Mercury e ha assicurato a Rami Malek la statuetta al Miglior attore protagonista 2019. E che il collega Taron Egerton ha reiterato con la sua performance in Rocketman, biopic sulle dipendenze, emotive e stupefacenti, della carriera di Sir Elton John.
Rocketman – 5 motivi per cui dovete vedere il film su Elton John
Una moda che, però, affonda le proprie radici in terreni più profondi, già abitati da pellicole che, seguendo diverse variazioni sul tema, hanno ripercorso vita e professione di veri animali da palcoscenico, leggende della musica i cui brani hanno fatto da sostegno a narrazioni intime e tormentate. E sette sono i titoli che vale la pena recuperare, se appassionati di musica e del genere.
I 7 film sulla musica e sulle star che hanno lasciato un segno indelebile, tra soul, jazz e non solo
Bird (1988) di Clint Eastwood
Quando una leggenda del cinema incontra una leggenda della musica il risultato è Bird, che dal tributo al genio musicale di Charlie Parker si trasforma in un viaggio nella vita notturna del sassofonista jazz. Salti temporali che si alternano alla libertà sonora dello strumento di Parker, che nonostante l’atmosfera romanzata, lasciano spesso parlare i ritmi sincopati della colonna sonora.
Ray (2004) di Taylor Hackford
La voce incredibile di Jamie Foxx va ad intonare le canzoni del grandissimo Ray Charles. Film uscito pochi mesi dopo la scomparsa del cantante, Ray è la tipica storia di origini fino alla gavetta e al successo, ma con un pathos tale e una bravura dell’interprete protagonista – vincitore di un Oscar per il ruolo – che rendono la visione qualcosa di ancor più emozionante.
Quando l’amore brucia l’anima – Walk the line (2005) di James Mangold
Il fascino del musicista dannato. Joaquin Phoenix lo incarna tutto, come fa con il Johnny Cash del film Quando l’amore brucia l’anima, accanto alla sua co-protagonista Reese Whiterspoon nel ruolo di June Carter. Le incertezze iniziali, quella voce che faceva tremare nel profondo, i concerti nelle carceri per finire poi sul grande palco. Ma è il fuoco che mantiene accesa la pellicola e i sentimenti che si intrecciano alle note e alle passioni del film, che nel raccontare una storia di musica, ne esalta anche l’amore che può generare.
Last Days (2005) di Gus Van Sant
Gus Van Sant conclude la sua trilogia della morte e lo fa con l’emblema degli anni Novanta, la star musicale che più di qualunque altra ha saputo incarnare lo spirito di quel tempo, che lo ha condotto fino alla canna del fucile puntata alla testa. Gli ultimi giorni di Kurt Cobain si susseguono in un film dai ritmi dilatati, allungati dai piani sequenza portati fino all’infinito. Nomi fittizi per malesseri reali, in un biopic che rispecchia lo stile del proprio autore e racchiude il malessere di una delle ultime vere rockstar del Novecento.
Dreamgirls (2006) di Bill Condon
Non solo solisti, il cinema ha anche studiato e svelato le rivalità, le gelosie, le incomprensioni e i talenti di band come le Supremes, gruppo vocale tra le punte della musica anni Sessanta e detentrici del trionfo della black music nel panorama musicale statunitense. Gruppo di cui fece parte anche Diana Ross, su cui va prendendo forma il personaggio interpretato da Beyoncé. Ma è la Effie di Jennifer Hudson a sbaragliare le carte, portandosi a casa la statuetta per la Miglior attrice non protagonista.
Le Vie en rose (2007) di Olivier Dahan
Quel trucco esagerato, quella malinconia che sa di suicidi incompiuti, incidenti ripetuti e il fremito di una delle ultime esibizioni dell’artista che il regista Olivier Dahan ricostruisce minuziosamente, ma rispettando le sfumature che erano proprie della cantante. L’essenza di Édith Piaf si appropria di Marion Cotillard tanto da condurre l’attrice all’Oscar per la Migliore attrice e a quella che, probabilmente, sarà sempre ricordata come la più grande prova dell’interprete francese.
Io non sono qui (2007) di Todd Haynes
Todd Haynes e i suoi film: un mondo di libertà, solitudine, diversità
Indubbiamente una delle operazioni cinematografiche più interessanti adottate non solo per riportare la figura di un cantante realmente esistito, ma per costruire l’identità mutevole di un personaggio. Nel racconto filmico della vita di Bob Dylan, il regista Todd Haynes scompone il cantautore per riportarlo attraverso diverse età, diverso colore, persino diverso sesso. Una poetica che insegue le parole dei testi del vincitore del premio Nobel per la letteratura e si configura in un protagonista mai stato più sfaccettato.