Chi è Rupert Everett: film, vita privata e curiosità sull’attore
Quanto ne sapete su Rupert Everett (Oscar Wilde in The Happy Prince, Il nome della rosa)? Il suo compagno, l'omosessualità, i film, l'amicizia con Madonna
Sessantenne affascinante e amabilmente snob, dal temperamento ribelle e con un passato di trasgressioni, Rupert Everett è da metà degli anni Ottanta uno degli attori di riferimento del cinema internazionale, nonché vera e propria icona di britishness. Sugli schermi italiani, da lunedì 4 marzo, è Bernardo Gui, il domenicano francese tra i più feroci persecutori di ‘eretici’, inquisitore spietato e antagonista di Guglielmo da Baskerville (interpretato da John Turturro) nella serie tv-evento Il nome della rosa, riadattamento televisivo del celeberrimo romanzo di Umberto Eco.
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Per stessa ammissione dell’attore, il personaggio lo ha affascinato non solo perché efferato e senza scrupoli, ma anche per il suo modo estremamente passionale, quasi morboso, di vivere l’adesione alla religione cattolica: anche Everett, infatti, ha ricevuto una rigida educazione religiosa che ha lasciato su di lui dolorose ferite. Ma chi è questo straordinario interprete inglese insofferente a interpretare due volte lo stesso personaggio-macchietta (si veda alla voce Il matrimonio del mio migliore amico), tremendamente sexy nel suo modo di essere allo stesso tempo impeccabilmente elegante ed impunemente dissacrante? Conosciamolo un po’ meglio.
La biografia di Rupert Everett: discendente di tre re inglesi, da sempre pecora nera della famiglia
Discendente di ben tre re, da lui portati tutti sullo schermo, Carlo I, Carlo II e Giorgio IV, Rupert Everett nasce a Norwich il 29 maggio 1959 all’interno di una famiglia altolocata: il padre è ufficiale dell’esercito britannico e mediatore di Borsa, la madre proviene da una famiglia di militari di alto grado ed è figlia di Opre Vyvyan, discendente dei Baroni Vyvyan di Trelowarren e del Freiherr. Il piccolo Rupert mostra ben presto di avere personalità e, per correggerne il carattere irrequieto e disobbediente, i genitori lo spediscono all’età di sette anni all’Ampleforth College, istituto diretto dai monaci benedettini, dove, oltre ad una rigida disciplina, impara anche a suonare il pianoforte e il violino.
Il Nome della Rosa: recensione della serie tv Rai
La musica diventa la sua più grande passione, ma, una volta adolescente, preferisce intraprendere gli studi per diventare attore. Così, all’età di quindici anni, s’iscrive alla Central School of Speech and Drama di Londra. Il percorso formativo è, però, destinato ad interrompersi presto per contrasti con il corpo docente. Espulso dalla scuola per cattiva condotta, Everett si unisce a una compagnia teatrale di avanguardia al Glasgow Citizen’s Theater e inizia a farsi le ossa calcando i palchi della città scozzese. In ristrettezze economiche e in rotta coi genitori, il giovane Rupert per arrotondare è costretto a svolgere la professione di modello e, talvolta, a prostituirsi.
Rupert Everett: il suo compagno, l‘aperta omosessualità e le dure parole contro la Chiesa
Rupert Everett non ha mai nascosto la propria omosessualità e da tempo vive con il compagno di lunga data Martin. Anche per questo, interpretare il ruolo di un religioso nella serie Il nome della rosa ha rivestito per lui un significato personale e profondo. In una recente intervista concessa al settimanale Vanity Fair, l’attore ha infatti dichiarato: “la Chiesa cattolica nel Medioevo era più terribile dell’Isis, tutt’oggi mi vedrebbe volentieri all’inferno per il solo fatto di essere gay”.
L’educazione religiosa ricevuta da bambino lo ha segnato in maniera indelebile: “prendere parte al Nome della rosa è la mia crociata contro la cultura nella quale sono cresciuto. Provo piacere a interpretare il ‘cattivo’ Bernardo Gui, perché così posso mostrare il lato oscuro di un’istituzione che detesto”. Nonostante Rupert Everett sia apertamente gay e si sia sempre battuto per i diritti degli omosessuali, non è un fan del matrimonio e lo trova detestabile tanto per gli etero quanto per i gay. Anche a proposito della possibilità per una coppia omosessuale di adottare un figlio, si è detto in totale disaccordo: “non mi viene in mente niente di peggio di due uomini gay che crescono un bambino”.
Tiziano Sclavi gli ha rubato la faccia per Dylan Dog
I suoi lineamenti sottili, l’elegante naso leggermente adunco, il fisico longilineo e la folta chioma bruna conquistarono il fumettista Tiziano Sclavi che, nel 1985, cominciò a creare a sua somiglianza il personaggio di Dylan Dog, al debutto in Italia l’anno successivo. Sclavi prese Everett, allora attore in ascesa e modello di Valentino, come ispirazione per il suo indagatore dell’incubo, che ancora oggi, a più di trent’anni di distanza, presenta le sembianze insieme raffinate e virili dell’attore britannico. L’unica differenza? Gli occhi. Quelli di Everett sono castani, mentre Dylan li ha azzurri.
Il diavolo veste Prada e Camera con vista, i film rifiutati da Rupert Everett
La fama di Rupert Everett presso il grande pubblico è senz’altro dovuta alla sua partecipazione alla commedia romantica di culto Il matrimonio del mio migliore amico, dove interpretava George Downes, critico culinario e amico gay della protagonista Julianne Potter (Julia Roberts), nonché fidanzato ‘in affitto’ di quest’ultima alle nozze della sua antica fiamma. Dopo lo straordinario successo del film, a Everett furono proposti molti ruoli simili, tra cui quello di Nigel ne Il diavolo veste Prada. L’attore rifiutò risolutamente e la parte andò a Stanley Tucci. Tra gli altri dinieghi, anche quello, forse dettato dall’inesperienza, opposto nel 1985 alla parte di Cecil Vyse nel film Camera con vista, ruolo che poi venne assegnato a Daniel Day-Lewis.
Rupert Everett è poliglotta e ha recitato in italiano per Carlo Vanzina
Oltre all’inglese, Everett conosce perfettamente francese e italiano. Nella nostra lingua ha recitato anche in South Kensington, film del 2001 di Carlo Vanzina con un cast internazionale. Tra le sue esperienze italiane, ricordiamo anche la partecipazione a Cronaca di una morte annunciata, film del 1987 diretto dal grandissimo Francesco Rosi. Più recentemente, l’attore si è recato a Napoli (stando alle sue stesse parole, “uno dei luoghi più interessanti del mondo”) per girare alcune scene del suo ultimo film, da lui scritto, diretto e interpretato: The Happy Prince, sugli ultimi giorni di vita dello scrittore Oscar Wilde.
Rupert Everett era il miglior amico di Madonna, ma ora non più
Tra le amicizie coltivate più a lungo, anche quella patinata con Madonna, che, però, è naufragata da tempo. Everett è stato anche padrino del secondo figlio della popstar, Rocco Ritchie. La ragione della fine di un rapporto così longevo va ricondotta alla pubblicazione, nel 2007, del libro Bucce di banana, un’autobiografia senza censure in cui Rupert Everett, oltre a ripercorrere alcuni momenti fondamentali di una vita vissuta con straordinaria intensità, racconta senza peli sulla lingua aneddoti e curiosità dallo showbiz. Madonna, in particolare, se l’è presa molto per il ritratto dedicatole dall’ex amico, il quale non ha risparmiato commenti pungenti sulle sue manie da diva, definendola “una che si crede Picasso, ma si comporta come una vecchia barista lagnosa”.