Sanremo 2025 e il ricordo di Ezio Bosso: chi era il musicista e come commosse l’Ariston nel 2016

Chi era Ezio Bosso, a cui Carlo Canto ha dedicato la serata d'apertura di Sanremo 2025.

La 75esima edizione del Festival di Sanremo, la quarta targata Carlo Conti dopo le tre condotte dal 2015 al 2017, si è aperta con il ricordo con un’emozionante omaggio ad Ezio Bosso, musicista scomparso il 14 maggio 2020, all’età di 48 anni per una terribile malattia. L’artista era salito sul palco di Sanremo nel 2016, conquistando l’Ariston sulle note di Following a bird, brano tratto dall’album The 12th room (dodici stanze, come dodici sono le fasi della vitauscito nell’ottobre del 2015. Sanremo gli tributò un indimenticabile lunghissimo applauso e una meritatissima standing ovation che resta tra i ricordi più intensi delle ultime edizioni del festival della canzone italiana.

Ezio Bosso e l’emozionante omaggio nella prima serata di Sanremo 2025, chi era il musicista?

Nato il 13 settembre del 1971, Ezio Bosso ha vissuto la sua infanzia e la sua adolescenza a Torino, in Borgo San Donato. Si avvicinò alla musica all’età di soli quattro anni grazie ad una prozia pianista e al suo fratello maggiore musicista. Grazie alla sua esperienza in conservatorio, conobbe Oscar Giammarinaro, che in seguito divenne il cantante degli Statuto, uno dei gruppi maggiori della scena underground torinese degli anni Ottanta. Per circa un anno e mezzo suonò con il gruppo con il nome d’arte di Xico, fin quando ne fu cacciato, disse scherzando, “perché producevo troppe note“. Con gli Statuto incise l’album di esordio Vacanze, pubblicato dalla Toast Records nel 1988.

A soli 16 anni, Ezio Bosso esordì come solista in Francia e incominciò a girare per le orchestre europee. Fu l’incontro con Ludwig Streicher a segnare la svolta della sua carriera artistica, indirizzandolo a studiare composizione e direzione d’orchestra all’Accademia di Vienna. Negli anni novanta ha partecipato a numerosi concerti sulla scena internazionale, dal Royal Festival Hall al Southbank Centre, dal Sydney Opera House al Palacio di Bellas Artes di Città del Messico, nei quali si è esibito sia come solista sia come direttore o in formazioni da camera. Ha tenuto corsi in Giappone e a Parigi, partecipando alla vita musicale della scena contemporanea di quegli anni con Gérard Caussé, Pierre Yves Artaud e Laura Chislett.

Ezio Bosso con Carlo Conti sul palco dell’Ariston nel 2016

Ha diretto, inoltre, orchestre in giro per il mondo come la London Symphony, la London Strings, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, la Filarmonica ‘900 e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e l’Orchestra Filarmonica della Fenice di Venezia.. Dal 1º ottobre 2017 al 14 giugno 2018 è stato direttore stabile residente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Ha scritto anche musica per il cinema, lavorando anche con Gabriele Salvatores per cui compose le colonne sonore dei film Io non ho paura Qua vadis, baby?.

Nel 2011, Ezio Bosso subì un intervento per l’asportazione di un tumore e fu colpito da una sindrome autoimmune neuropatica. Inizialmente fu diagnosticata la SLA, in realtà si trattò di una grave forma di neuropatia motoria multifocale. La malattia causò una compromissione dell’uso delle mani tale che, nel 2019, Ezio Bosso non poté più suonare. È mancato un anno dopo, nel 2020, nella sua casa di Bologna. I funerali si sono svolti in forma strettamente privata, per volere dei familiari. Il suo corpo è stato cremato ed è presente una lapide a lui dedicata nel Cimitero Monumentale di Torino.