Schindler’s List: la storia vera di Oskar Shindler nel film di Steven Spielberg
Steven Spielberg, nel 1993, racconta la storia vera di Oskar Schiendler con il meraviglioso film Schiendler's List, candidato a ben 12 premi oscar, vincendone 7. Chi era Oskar Schindler? Ve lo raccontiamo in occasione della settimana della memoria
Schindler’s List è un film del 1993, diretto da Steven Spielberg e messo in scena da un fantastico Liam Neeson, al fianco di Ben Kingsley e Ralph Fiennes. Il soggetto del film è ispirato al romanzo di Thomas Keneally – La lista di Shindler – che a sua volta ha raccontato la storia vera di Oskar Shindler. Il film fu un vero successo in quegli anni, tanto da essere candidato a ben 12 Premi Oscar, vincendone 7, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Colonna Sonora.
Sulla colonna sonora di John Williams si tesse la storia di Oskar, un imprenditore tedesco dal cuore grande che – durante la Seconda Guerra Mondiale – ha salvato più di mille ebrei dallo sterminio.
Schindler’s List: la storia vera di Oscar Schindler, raccontato nel film di Steven Spielberg
Oskar Schindler nacque nel 1908 nell’attuale Svitavy nel Sudetenland, dove viveva la maggior parte della popolazione tedesca. Oskar era un imprenditore e pare che inizialmente sfruttasse la sua posizione a scopro di lucro, per arricchirsi alle spalle dei suoi operai. In seguito, però, iniziò a proteggere e sostenere i suoi sottoposti. Nel 1942 ci fu un rastrellamento del ghetto di Crocevia e Schindler era lì, dovette assistere a quel massacro. Dopo questo evento si mobilitò affinché tutti gli operai che lavoravano nella sua fabbrica fossero salvati, nascondendoli e tenendoli al sicuro dalle guardie tedesche.
Per anni Oskar Schindler è stato considerato un vero eroe, per il suo gesto, nonostante fosse un membro del Partito Nazista. Alcune recenti testimonianze rivelano però che Oskar Schindler potesse essere un po’ meno eroico di come è stato ritratto da Spielberg nel suo film.
Secondo una più moderna biografia sull’imprenditore, non esisteva alcuna Lista di Schindler scritta da lui, quel documento che decretava che gli operai ebrei che lavoravano per lui fossero indispensabili al sostentamento della fabbrica, evitando così loro la deportazione. Secondo alcuni studiosi – come David Crowe – Schindler nel periodo in cui fu compilata la lista in realtà era in carcere. “Schindler non aveva quasi nulla a che fare con la lista” ha rivelato infatti Crowe, “Per quanto Spielberg abbia voluto elogiare il suo operato, in realtà quella è solo finzione, il film non è storicamente accurato”.
Nonostante ciò, l’imprenditore fu descritto da molti dei suoi dipendenti come un angelo, ma non la vedeva allo stesso modo Yad Vashem, l’autorità israeliana impegnata per la memoria dell’Olocausto nel 1958. Insomma, le due considerazioni che si avevano di Oskar Schindler cozzavano tra di loro.
Fatto sta che l’uomo fu coinvolto nello spostamento di molti ebrei in Cecoslovacchia, supervisionando e assicurandosi che i suoi dipendenti non venissero catturati dai nazisti. Ma i nomi che si trovano su quella lista, però, divenuta famosa come la Lista di Schindler, in realtà furono inseriti da Marcel Goldberg, un membro ebreo corrotto dalla Polizia di sicurezza. Schindler non avrebbe potuto mai compilare la lista per un solo sostanziale motivo: fu arrestato con l’accusa di corruzione da parte degli ufficiali della SS, che indagavano sulle accuse di corruzione contro il comandante del campo di concentramento Adam Göth (interpretato da Ralph Fiennes nel film).
Ma anche il suo arresto può essere visto come la conseguenza di un piano nobile: Schindler corrompe il comandante per proteggere, fino in fondo, i suoi dipendenti. “Schindler non ha scritto la lista” ha rivelato il dottor Ernst Asmus, “ma era consapevole della sua esistenza” ha poi aggiunto Thomas Keneally, l’autore del romanzo che ha ispirato la pellicola.
Fin dalla sua morte, avvenuta nel 1974, continuarono a sopravvivere due visioni di Schindler: quello che ha aiutato i sottoposti ebrei e l’uomo che tradiva sua moglie e che non aveva alcun senso morale. Un uomo con i suoi pregi e i suoi difetti, che ha fatto parte di un pezzo importante della storia contemporanea e che è giusto che venga ricordato, nonostante le libertà storiche prese da Spielberg nel suo film.