I 60 anni di Sharon Stone: i film e la carriera della bionda inafferrabile di Hollywood
L'attrice statunitense compie 60 anni e festeggia una lunga e prolifica carriera nel mondo del cinema: da reginetta di bellezza e modella sulle copertine patinate delle riviste americane a star sexy di film cult come Basic Instinct e Sliver. Fu musa di giganti del grande schermo come Woody Allen e Martin Scorsese
Bella, bionda e pericolosa: la femme fatale di Hollywood, al secolo Sharon Yvonne Stone, compie oggi 60 anni. Una carriera inarrestabile nell’universo fantasmagorico di Hollywood, il dramma della malattia, la lunga convalescenza e la rinascita degli ultimi anni, i film più belli in cui fu diretta da grandi maestri della cinematografia, i due matrimoni e l’amore per i figli. Ripercorriamo insieme le tappe della vita e della carriera professionale della bionda inafferrabile del cinema contemporaneo.
Sharon Stone oggi compie 60 anni: dagli esordi come modella al debutto nel mondo del cinema
Da Meadville, un piccolo paesino ubicato nella splendida Pennsylvania, dove nasce il 10 marzo del 1958, la bionda Stone vola presto a New York per sfondare nel mondo della moda. Dopo essersi accaparrata diverse fasce e coroncine in locali concorsi di bellezza, la giovanissima Sharon (all’epoca appena ventunenne), occhi blu e fisico mozzafiato, decide di partire alla volta della Grande Mela per diventare una pin-up da copertina.
Nella capitale dello Stato di New York, Sharon è in balia di backstage di moda, sfilate e servizi fotografici per note riviste del settore, una in particolare: Play Boy, sulla cui copertina sarà immortalata senza veli nel 1989. Parallelamente alla scalata nel mondo scintillante della moda, Stone è notata da alcuni agenti del cinema americano e, soprattutto, suscita le attenzioni registiche del mito vivente Mr. Woody Allen che la dirige in Stardust Memories nel 1980.
La pellicola segna il debutto di Stone nello stravagante mondo della celluloide: il suo volto diafano, la pelle chiara, gli occhi blu e il fisico fuori dal comune compaiono per la prima volta sul grande schermo incantando schiere di giovani spettatori. Il suo fascino è paragonabile a quello delle eroine del mistero di Alfred Hitchcock e delle modelle bionde ed eteree della factory di Andy Warhol. Ma si tratta solo della punta di diamante di una sfolgorante carriera in quel di Hollywood che porterà Sharon (il suo volto, i suoi bei lineamenti, il corpo sinuoso) sui manifesti dei botteghini e sulle pagine delle riviste di cinema internazionali.
Sharon Stone: i film più belli e la carriera cinematografica
Negli anni Ottanta Sharon lavora febbrilmente: è al cinema con Bolero di Claude Lelouch e Benedizione mortale di Wes Craven, entrambi diretti nel 1981. Quest’ultimo le darà ampia notorietà grazie ai notevoli incassi della pellicola. Recita nei kolossal d’avventura Allan Quatermain e le miniere di re Salomone (1985) di J. Lee Thompson e Gli avventurieri della città perduta (1987) di Gary Nelson. È in Action Jackson di Craig R. Baxley, diretto nel 1988, e in Nico di Andrew Davis, sempre dello stesso anno.
Nel 1990 è una moglie attraente e doppiogiochista nello sci-fi Atto di forza, diretto da Paul Verhoeven, al fianco del super-muscoloso Arnold Schwarzenegger. La consacrazione internazionale, però, risale al 1992: Verhoeven, dopo il rifiuto dell’attrice Geena Davis, la richiama sul set di Basic Instinct, thriller ad alto tasso di adrenalina, e le assegna la parte tanto agognata. Stone è Catherine Tramell, una scrittrice di gialli borderline, dal fascino oscuro e dal fisico invidiabile, che seduce l’agente FBI Michael Douglas. Sharon incarna così, per la prima volta, la femmina fatale e assassina, in grado di catalizzare gli sguardi degli agenti del commissariato di polizia semplicemente accavallando le gambe e mostrandosi senza le mutandine.
La pellicola, che scandalizza i ben pensanti sollevando numerose critiche a causa dei contenuti altamente erotici, sbanca i botteghini del mondo e sugella il fascino di Stone che è celebrata come una delle cinquanta donne più seducenti del pianeta (è la rivista «People» a stilare la classifica). Il ruolo di Catherine Tramell vale a Sharon una nomination ai Golden Globe come miglior attrice protagonista. Comincia per Stone la stagione del grande cinema: nel 1993 è in Sliver, di Phillip Noyce, al fianco di William Baldwin, e in Last Action Hero – L’ultimo grande eroe, diretto da John McTiernan; nel 1994 recita in Trappola d’amore, di Mark Rydell, e in The Specialist, diretto da Luis Llosa, con Sylvester Stallone e James Woods; nel 1995 interpreta il ruolo di Ellen nel western di Sam Raimi Pronti a morire, con Gene Hackman, Russell Crowe e Leonardo DiCaprio.
La bionda ragazza di Meadville si aggiudica il desiderato Golden Globe nel 1996 interpretando la parte di Ginger Mckenna nel cult Casinò, con Robert De Niro, diretto l’anno precedente dal maestro italo-americano Martin Scorsese. Oltre al premio Golden Globe per la miglior attrice in un film drammatico, Stone ottiene la sua prima e unica nomination al premio Oscar nella stessa categoria. Segue una lunga e prolifica carriera da protagonista in numerosi film che regalano a Sharon il successo internazionale.
Sharon Stone: i successi recenti, l’amore per i figli, il dramma della malattia
Sharon e la sua vita privata. La bionda inafferabile di Hollywood è stata sposata due volte: con il produttore televisivo Michael Greenburg (dal 1984 al 1990) e con Phil Bronstein, editore del «San Francisco Chronicle» (dal 1998 al 2004). Insieme a Bronstein, l’attrice ha adottato un bambino, Roan Joseph Bronstein. Successivamente, Sharon ha adottato altri due bambini: Lairde Vonne Stone e Queen Kelly Stone, rispettivamente nel 2005 e nel 2006.
I primi anni 2000 sono stati molto difficoltosi per l’interprete statunitense: colpita nel 2001 da un aneurisma, Sharon ha trovato la forza di reagire e dopo un lunga convalescenza si è ripresa ed è tornata a calcare le scene. Nel 2004 compare nel mistery Oscure presenze a Cold Creek, al fianco di Dennis Quaid e Juliette Lewis, in Broken Flowers, diretto da Jim Jarmusch nel 2005, e in Basic Instinct 2, sequel del cult del 1992, diretto da Michael Caton-Jones nel 2006, dove torna a prestare il volto all’enigmatica Catherine Tramell.
Tra gli ultimi successi dell’attrice ricordiamo il biopic Lovelace, diretto da Robert Epstein e Jeffrey Friedman nel 2013, in cui interpreta il ruolo della madre della pornodiva Linda Lovelace, Gigolò per caso (2013) di John Turturro, (nel quale è la dottoressa Parker, un’attraente psicologa), Un ragazzo d’oro (2014) di Pupi Avati (dove veste i panni di una scrittrice seducente e misteriosa) e il corale Mothers and Daughters, diretto nel 2016 da Paul Duddridge, al fianco di Selma Blair, Mira Sorvino, Christina Ricci e Courteney Cox.