Shazam! – 5 motivi per vedere il film con Zachary Levi

Shazam! è uno dei film più attesi del momento, ma ne vale davvero la pena? Ecco 5 buoni motivi per vedere il film con Zachary Levi, al cinema dal 3 aprile

L’Universo Cinematografico DC si trasforma. Acquista un altro nome per imporsi nel mercato dei cinecomic con decisione e voglia di rinnovarsi. Viene presentato il Worlds Of DC, si abbandona la manovra commerciale della serie di film intrecciati fra loro e uniti dal comun denominatore: la formazione della Justice League. Una presa di posizione significativa, che propone un listino di titoli slegati dall’operazione di cross-over; tra questi abbiamo l’attesissimo Shazam!, diretto da David F. Sandberg e con protagonista Zachary Levi.

Il film racconta di Billy Batson (Asher Angel), scaltro quattordicenne in affidamento che può diventare un supereroe pronunciando una sola parola: SHAZAM!. Con l’aiuto dell’amico appassionato di supereroi Freddy (Jack Dylan Grazer), Shazam si propone di testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino. Ma dovrà imparare rapidamente a dominare questi poteri, per combattere le forze del male controllate dal dottor Thaddeus Sivana (Mark Strong).

Una produzione New Line Cinema, Shazam! sarà distribuito in tutto il mondo in 2D e 3D dalla Warner Bros. Pictures e giungerà nelle nostre sale il 3 Aprile. Andiamo a scoprire quali sono i motivi per non lasciarselo sfuggire.

Shazam! – perché vedere il film con Zachary Levi?

Il tocco di David F. Sandberg

Shazam! cinematographe.it

Un regista che non si può più ritenere esordiente, la sua carriera vanta di due horror dal notevole successo commerciale: Lights Out e Annabelle 2: Creation. Caratterizzate da una forte presenza di entità insidiose, che sanno come cogliere alla sprovvista le vittime di turno, le pellicole godono di una presa sicura in sede di regia, con un bisogno costante di terrorizzare un pubblico saturo di film su apparizioni demoniache. Sin dalla giovane età, il regista svedese ha mostrato il suo amore nei confronti del cinema, una passione che da adolescente ha potuto coltivare meglio lavorando in un videonoleggio.

Questo lo ha spinto a dedicarsi al suo sogno originale, quello di realizzare film horror e di fantascienza. Con Shazam! si segna il suo debutto nel mondo dei cinecomic, e applica una mistura di registri che variano dal comico allo spaventoso, sino ad arrivare alle note commoventi verso un terzo atto da incorniciare. Un metodo che ha voluto fortemente imprimere nella produzione, tanto da far appassionare lo staff davanti e dietro le cinepresa. Si sentirà parlare di questo giovane talento, già alle prese con titoli di spessore e che richiamano l’attenzione di un pubblico variegato.

Il  carisma di Zachary Levi

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Una figura decisiva per le sorti del film DC. Un attore poliedrico, capace di regalarci espressioni e mimiche facciali che acquistano un significato tutto loro. Zachary Levi ha dimostrato di essere un grande artista su almeno tre fronti, attore, cantante e ballerino, conquistando persino la critica e il pubblico con la sua interpretazione nominata al Tony per Miglior Attore Protagonista in un musical, nella produzione a Broadway di successo She Loves Me. Meglio conosciuto per il ruolo di Chuck Bartowski nella serie della NBC Chuck, per trasformarsi nell’eroe Shazam! in un solo mese di allenamenti intensivi ha messo su una corporatura incredibilmente possente.

Ogni dubbio viene spazzato via, e nel film ci regala una performance trascinante, pregna di umanità e spensieratezza. Molto credibile nella parte di un ragazzino che abbraccia il sogno di poter incarnare un supereroe dotato d’incredibili poteri, Levi non tiene a freno la sua indole prettamente comica, e dimostra nuovamente di possedere una mirabile presenza scenica. L’accoppiata con Jack Dylan Grazer è il fiore all’occhiello dell’intera produzione, trasmettendo una chimica elettrizzante e determinante ai fini della narrazione. Scambi di battute genuini, che rafforzano un soggetto di partenza potenzialmente vincente. Il risultato è una riuscitissima commedia ammantata dalla magia che caratterizza il mondo della DC.

Le dinamiche dell’affido familiare in evidenza

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Leggi anche Shazam! – le origini del supereroe DC e l’importanza della famiglia nel film

Un elemento di assoluto valore all’interno di Shazam! è il programma Foster Care, per l’istituzione italiana denominata affido familiare. Si basa su un provvedimento che è rivolto a bambini e a ragazzi fino ai diciotto anni, che si trovano in situazioni di instabilità familiare. Un minore viene accolto presso una famiglia che ne fa richiesta, l’affido diviene un servizio di aiuto e sostegno che pone l’accento sulla tutela dei diritti dell’infanzia, garantendo un ambiente in grado di soddisfare le esigenze educative e affettive del minore.

L’inserimento di un argomento così delicato, in un cinefumetto, possiamo ritenerlo un’assoluta novità; il personaggio di Billy Batson adolescente, alla disperata ricerca della sua madre biologica, gioca un ruolo fondamentale all’interno della dinamica che si verrà a creare fra lui e la famiglia affidataria protagonista, composta da una forte figura sia materna che paterna (interpretati rispettivamente da Marta Milans e Cooper Andrews) e da cinque ragazzi assistiti. Essi diverranno potenziali fratelli per Batson, ma quest’ultimo avrà parecchia difficoltà a integrarsi nel gruppo. Il film si concentra anche e soprattutto su questi rapporti di tensione e su un probabile avvicinamento, dando vita a una parentesi inedita nel panorama dell’universo DC al cinema.

L’impronta comica e i colori nitidi

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Shazam! non poteva non assumere la forma di film supereroistico dai toni scanzonati, con una luce particolare e una palette sgargiante. Regista e cast artistico al seguito hanno voluto valorizzare la direzione comica, con inserti mai demenziali, e ottimamente integrati all’interno di un prodotto per famiglie. Ci distacchiamo completamente dall’assetto iniziale proposto dalla Warner, con film dalle venature dark, e incentrati sul disfacimento e la caduta di eroi in perenne stato di confusione, alla ricerca di un posto nel mondo.

L’intervento di Maxime Alexandre, direttore della fotografia che aveva già partecipato alla produzione di Annabelle 2: Creation assieme al regista David F.Sandberg, è essenziale per far acquistare a Shazam! un’identità propria. I colori guadagnano di lucentezza, e vengono distribuiti su tutta Philadelphia, l’ambientazione principale del film. Il cuore risiede anche sullo sfondo, che coccola di soppiatto i protagonisti in bilico fra ragione e istinto, fra spensieratezza e riflessioni sulla famiglia. Il costume di Shazam! rappresenta un punto di riferimento, un modello da seguire per impostare toni e ritmi del girato. Dal giallo e il rosso che dominano la scena, ci si apre a ventaglio coinvolgendo il maggior numero di giovani attori possibili, incantati dalla presenza di un nuovo eroe in città. Dall’universo cinematografico della DC mai ci saremmo aspettati questo cambio di rotta in termini di varietà e freschezza nelle riprese. Davvero un’ottima mossa!

Shazam! – Un villain che lascia il segno

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Abbiamo fin a ora parlato della riuscita del film grazie all’apporto registico di Sandberg e alle perfomance dei giovani attori e di Zachary Levi. Ma chi è pronto a contrastarli? Un Mark Strong veramente minaccioso, nei panni del dott. Thaddeus Sivana. Un personaggio che si ritaglia uno spazio tutto suo, con un approccio di stampo horror che lo
circonda. Sandberg si limita a riprendere un interprete che ha la piena intenzione di bucare lo schermo, non tanto affidandosi alle battute, ma concentrando i propri sforzi sul design che lo rappresenta. Si mettono in evidenza ogni imperfezione, ogni cicatrice che si è portato dietro sia a livello visivo che psicologico. Riflettono un passato che lo aveva messo in ginocchio quando era bambino, una condizione insopportabile che lo ha reso più determinato, ma soprattutto più incline all’autodistruzione.

Ritratto con misurata arroganza, Sivana vede le cose in modo molto diverso da ogni bambino che sogna di ottenere poteri illimitati. “È un pezzo balistico di ricerca del male” osserva Strong raccontando del film. “Un eroe funziona se ha un cattivo alla sua altezza, quindi se il tuo cattivo non è terrificante, la posta in gioco non è abbastanza alta. Deve essere necessariamente spaventoso”. Strong e Sandberg hanno spesso discusso su come ritrarre Sivana, e sono giunti alla conclusione che era possibile simpatizzare con lui perchè da bambino aveva quasi avuto la possibilità di diventare un supereroe, ma non ci è riuscito. I cattivi, è un dato di fatto, funzionano meglio se vengono compresi, anche se non rientrano nei limiti della moralità. Strong, con la sua spiccata incisività nelle movenze e nel catturare lo sguardo della cinepresa, ha saputo tener testa a un carismatico eroe dai numerosi aspetti positivi. Un’altra vittoria per la DC anche in un casting all’altezza delle nostre aspettative!